TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

venerdì 1 maggio 2009

Parco della Piana. Il paesaggio degli ingegneri.

Pubblichiamo qui una nota di Mariangela Sirca al nostro documento Terzo Paesaggio, (postato sul forum del Parco della Piana) con un'istruttiva nota su inceneritori e Comune di Sesto.
MV
23/04/2009
Mariangela Sirca
Il paesaggio degli ingegneri
Il documento di Municipio Verde è bellissimo, articolato e forse troppo complesso per chi ha riapparecchiato magari approssimativamente un progetto che si strascica stancamente (dal 1993 un pò si è logorato, una ripittata non so quanto non possa sembrare accanimento terapeutico) da troppo tempo.
Senza voler aggiungere nulla al documento, forse interesserà questa spigolatura.
COMUNICATO DEL COMITATO CONTRO GLI INCENERITORI, SESTO FIORENTINO
I disegni sull’inserimento paesaggistico dell’inceneritore e la passerella di un piazzista della WTERT che annovera la Martin GmbH, tra i costruttori del termodistruttore di Brescia
PER FORTUNA BARAK OBAMA STA CON PAUL CONNETT E NON CON NICHOLAS THEMELIS!
Il 20 aprile 2009 il Comune di Sesto F.no ha presentato lo studio per l’inserimento paesaggistico dell’inceneritore, o “termovalorizzatore”, come impropriamente questi fans continuano a definirlo. Nella presentazione non c’è stata traccia di una seria analisi del “paesaggio” inteso come ecosistema, né una analisi diagnostica delle relazioni ecologiche, territoriali, e dei flussi degli inquinanti.
Ci diranno sicuramente (e il Sindaco di Sesto in parte lo ha detto) che quella non era la sede e non era l’obiettivo del lavoro commissionato. In un recente comunicato avevamo criticato che si buttassero via così tanti soldi per “far divertire” gli studenti di Archittettura. 180.000€ buttati via (questa è la cifra comunicata a suo tempo dal Sindaco di Sesto). Lo ripetiamo, una spesa degna di miglior causa e poco cambia se R. Gabellini Presidente dell’ATO esteso, chissà perché ha voluto puntualizzare che i soldi per questo “divertissement” sono usciti da “economie di bilancio” delle gestioni/Istituzioni, di questi tempi è un salasso molto consistente, ingiustificato, incomprensibile.
Inoltre, molta parte delle serata è stata in realtà presa da un pittoresco professore a cui almeno un pregio lo riconosciamo: un inglese elementare e chiaro tanto da rendere quasi inutile la traduzione dell’interprete peraltro molto imprecisa. Le diapositive o slides che dir si voglia, del professore avevano il bollo WTERT (Waste to Energy Research and Technology) organismo internazionale che fa capo alla Columbia University che si occupa appunto di promuovere l’incenerimento e gli inceneritori. Evidentemente convinto di parlare a una platea di “analfabeti” in materia il professore ha pensato di vendere la sua mercanzia illustrando schemi e funzionamenti nemmeno di ultima generazione tanto che alla fine Marco Bottino si è sentito di dover rettificare sulle metodiche che qui da noi verrebbero adottate prima il conferimento al forno e la tipologia della griglia. Un altra clamorosa “imprecisione” (chiamiamola così) è quella da lui detta e ribadita sugli unici 2 modi con cui secondo lui si possono gestite i “rifiuti” e cioè: incenerimento o discarica. Ha saltato a piè pari quella che è in costante avanzata, specialmente a partire dal 2004 tanto da disputarsela alla grande con la costruzione di nuovi inceneritori e cioè la costruzione degli impianti a freddo di ultima generazione, finalizzati al massimo recupero dei materiali da riciclare e produzione del biogas dalla frazione organica (questa davvero energia rinnovabile).
Questi impianti sono meno costosi, più semplicemente manutenibili, flessibili e modulari, costano molto meno degli inceneritori e hanno un impatto paesaggistico assai contenuto.
Ma il professore ha gli inceneritori da vendere. A questo scopo ha elogiato e sciorinato le immagini dei grandi inceneritori in giro per il mondo e specialmente il gioiello per eccellenza, l’inceneritore di Brescia. Ne ha decantato i pregi per cui nel 2006 ottenne l’Oscar quale “migliore inceneritore del mondo” (i padroni lo chiamano “termodistruttore”). Quello che non ci ha detto il prof. Nicholas Themelis è che il termodistruttore di Brescia se lo sono costruito e poi se lo sono premiato e ora soddisfatti dell’affare ne vogliono fare altri tra cui uno sulla pelle dei cittadini della Piana!*
“Ogni scarraffone è bello a mamma sua” ma un po’ di pudore non guasterebbe, specialmente da parte di chi ci amministra.
Per fortuna Barak Obama sta con Paul Connett e non con Nicholas Themelis ma noi a Sesto o nella Piana non abbiamo esemplari di specie così evolute che ci governino, dobbiamo pensare in prima persona alla nostra salute e preoccuparci dello spreco dei nostri soldi!
** Comitato contro gli inceneritori, Sesto Fiorentino,
Coordinamento dei Comitati della Piana FI PO PT
22 aprile 2009

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