TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

venerdì 1 maggio 2009

Prato verso le amministrative. Franceschini fa il Berlusconi "de' noantri"

Franceschini che firma la "mozione" per aiutare il distretto tessile sopra un macchinario ci ricorda tanto il Berlusconi che firmava il patto con gli italiani sulla scrivania allestita da Vespa.
Tanto fumo, troppo in un periodo che dovrebbe invitare più alla sobrietà che all'esagerazione, e pochissimo arrosto.
Una domanda, banale: ma Franceschini dov'era quando il distretto era comunque in crisi? La risposta ce la potrebbe dare Antonello Giacomelli - uno dei "bracci armati" del segretario PD - oppure il resto del Partitone pratese, molto bravo a far arrivare segretari (vi ricordate di Veltroni), molto meno a gestire, in questi anni, la città e il distretto...
Certo, dall'altra parte (PDL) si prepara la tavola... pardon, il tavolo...
MV

da il Tirreno del 01/05/09
«Macché veline pensiamo alla crisi»

Il segretario Pd firma una mozione per aiutare il distretto tessile
PRATO. «Non chiedetemi delle veline... Berlusconi offre molte occasioni di distrazione e di svago. Ma l’Italia non è un giornale di gossip, nè il Grande Fratello, nè Dinasty». Eccole le prime parole di Dario Franceschini pronunciate all’orditura Gt2000 nel Macrolotto 2. E sono state proprio le difficoltà delle aziende, dei precari, di coloro che un lavoro non ce l’hanno il leit motiv della visita del segretario del Pd nella città tessile. Ospite prima del presidente dei tessili di Confartigianato, poi della Santo Stefano di Renato Cecchi, ha firmato una mozione con i provvedimenti necessari per superare la crisi.
Accompagnato dalla segretaria del Pd Benedetta Squittieri, dai parlamentari Antonello Giacomelli e Andrea Lulli, dal governatore Claudio Martini e dai candidati a sindaco e presidente della Provincia Massimo Carlesi e Lamberto Gestri, Franceschini ha visitato le due aziende per poi raggiungere Firenze e Pistoia. «E’ necessario - ha detto ai giornalisti - che accendiate i riflettori su quello che realmente sta succedendo in Italia e sui reali desideri dei nostri cittadini che fanno proposte, come la mozione che firmeremo qui, per aiutare il sistema della piccola e media impresa. Prato è stato ed è un simbolo dello sviluppo del manifatturiero, ed è stato e rischia di continuare ad essere il simbolo della crisi».
«L’Italia - ha aggiunto Franceschini - è un paese di persone che vogliono uscire dalla crisi, crisi che c’è ancora, che durerà del tempo. Ma gli italiani sono gente responsabile, che nei momenti di difficoltà sa rimboccarsi le maniche, e se lavoreremo come in una comunità in cui ognuno fa la propria parte, se non metteremo le imprese contro i lavoratori, ma se sentiremo di avere una missione, usciremo dalla crisi prima degli altri paesi».
«Ci sono tutte le condizioni per uscire da questa crisi. Crisi che c’è ancora. Ma in Italia c’è un’anomalia: mentre in tutti i paesi i capi di governo hanno onestamente messo in campo la durezza della crisi perchè l’opinione pubblica ne fosse consapevole e ciascuno facesse la propria parte, da noi la linea del premier e del ministro Tremonti è stata di negare e nascondere la crisi. E’ una cosa surreale ed è una vergogna che una classe dirigente, dopo averla negata, dica che la crisi è alle spalle».
Frasi pronunciate dopo aver ascoltato il padrone di casa, Andrea Belli, che ha insistito sul fatto che Prato ce la farà se sarà aiutato a superare questo momento. Ma anche Ruggiero Di Giacomo, un operaio che ha raccontato la sua storia con la mobilità che scadrà tra due mesi e la pensione che non arriverà prima di due anni, il sindacalista Uil Qamil Zejnati che ha parlato della condizione degli stranieri in questo momento di crisi, il presidente dei commercianti Giuseppe Nardini, Ingrid Grosso che ha puntato la luce sulla situazione dei precari, l’artigiano Massimo Melani, il sindaco Marco Romagnoli e il presidente della Provincia Massimo Logli.
E, prima di tutti, la segretaria del Pd Benedetta Squittieri che ha esordito l’esigenza di partire «dall’odore del filato, da questa Prato che ogni giorno combatte». Poi l’incontro con Renato Cecchi alla Santo Stefano e il pranzo, nella mensa della rifinizione.
Ilenia Reali

da la Nazione del 01/05/09
«Il distretto può ripartire: ecco come»
Franceschini alla GT2000 e alla S. Stefano: «Segretario, aiutateci a non morire»
«VEDE segretario? Noi la crisi la mangiamo e la digeriamo». Lo spirito di Elisabetta Belli, co-titolare col fratello della Gt2000, l’orditura che ieri mattina l’ha ospitato, è piaciuto più del dolce del Nuovo mondo, con sopra la bandiera d’Italia e la scritta «Prato non deve chiudere», al leader del Pd Dario Franceschini che ha scelto Prato per lanciare la mozione salva-distretti dell’opposizione. Una mozione firmata su un macchinario tessile («che è una scommessa — ha spiegato Belli — perché l’ho pagato 500mila euro e so che da solo non si ripagherà») e che riguarda direttamente Prato con le proposte sul sostegno al reddito, gli sconti su energia e gas per le piccole e medie imprese, la detassazione degli investimenti e le quote riservate alle pmi negli appalti pubblici. Ancora di più, e lo ha detto davanti alle circa 150 persone che si sono ritrovate nella ditta artigiana, tra cui il presidente della Regione, il sindaco, il presidente della Provincia, i parlamentari Lulli e Giacomelli, che alla mozione hanno lavorato, e i candidati Carlesi (Comune), Gestri (Provincia) e Domenici (Europee), a Franceschini sono piaciute le parole di Andrea Belli, 60 anni, un figlio che spera di poter entrare nella ditta («Resisto anche per lui», ha ammesso l’artigiano), in trincea dal 1975 con la sua orditura sezionale specializzata in prodotti finissimi: «Belli mi ha detto una cosa bellissima: ‘Segretario, qui o si muore tutti o si resiste tutti’ — ha raccontato Franceschini — è questo senso di solidarietà, di appartenenza, di comunità che può regalarci un’Italia migliore».

DAVANTI AL leader, chiamati via via dala segretaria provinciale Benedetta Squittieri, sono sfilati i tanti, piccoli mondi della Prato di oggi: Ruggero di Giacomo, l’operaio di 63 anni che dal 2004 ha solo contratti a termine e dall’agosto dell’anno scorso nemmeno quelli, la giovane precaria che un lavoro vero non ce l’ha mai avuto, Qamil Zeinati, l’operaio e sindacalista albanese che ha difeso gli stranieri che, come lui, sono da 20 anni a Prato e che rischiano di diventare clandestini se perdono il lavoro. Poi il tessitore Massimo Melani, che ha apprezzato la mozione Pd ma l’ha anche criticata: «La parte sugli studi di settore non va bene. Non basta riattivare il monitoraggio, vanno sospesi». Ancora Belli: «Il lavoro è calato del 60%, ci telefoniamo per vedere se l’apparecchio funziona. Nelle mie condizioni ci sono 4mila artigiani, ma possiamo farcela. Bisogna sospendere i pagamenti delle tasse per un anno». Infine Giuseppe Nardini, presidente dell’Unione: «Occorre un accesso al credito più dinamico. Il governo è stato troppo prudente con le banche».

«L’OPPOSIZIONE ha il compito di accendere i riflettori sui problemi — ha aggiunto Franceschini prima di ricevere da Belli un pezzo di stoffa con il pulpito di Donatello e poi andare a pranzo con gli operai alla S.Stefano di Renato Cecchi — Prato rischia di essere un simbolo della crisi, noi vogliamo aiutarla a rinascere. Questa mozione serve a tutti i distretti, perché la crisi non è passata ed è una vergogna dire il contrario». Poi ancora: «L’eco della manifestazione a Roma è arrivata, ma il governo che ha fatto? Noi con questa mozione vogliamo stimolarlo e qui Carlesi e Gestri guideranno la ricostruzione». Alla fine tutti davanti al dolce: «Segretario — ha chiesto Belli — come sta a glicemia? Ha visto? Qui non si fanno solo tessuti». Già, si fa pure la crema. Che in questi periodi aiuta.
Leonardo Biagiotti

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