A questa bella premessa fanno seguito i dettagli, che poi sono la sostanza. Sì perchè si badi bene, l'espressione "energie rinnovabili" viene usata in Italia, ma spesso anche in Europa, in modo molto estensivo, senza un codice di riferimento che stabilisca i limiti di impatto paesaggistico sì, ma soprattutto dell'inquinamento.
Infatti gli industriali lo sanno bene e sciorinano la lista delle cose da fare.
Prima di tutto mettono 35 milioni in un impianto a biomasse, che però localizzeranno lontano da Prato, forse al sud, evitando la critica democratica e il controllo degli ecologisti che provocherebbero ritardi e titubanze dell'amministrazione. Ovviamente c'è da verificare cosa si intenda per biomasse. cioè se si sta pensando di orientare su questo impianto gli scarti di lavorazione del tessile, che sono bio in percentuale bassissima, facendo uno smaltimento autogestito oppure si cerchi un distretto di produzione di legname o che lavora il pescato.
Seconda proposta: impiantone fotovoltaico alle Pantanelle, nelle aree di laminazione. Su questo ci siamo già espressi. Bisogna trattare la questione dei pannelli a livello complessivo e utilizzare per quanto è possibile i tetti degli stabilimenti, senza intaccare aree pubbliche che hanno già uno scopo e sono adatte a rimanere verdi. Su Pantanelle esiste già l'attenzione dei cittadini. Associazioni e comitati pronti a dar battaglia perchè la zona umida sia riportata ad area naturale del Parco della Piana.
Terzo, gli industriali ritirano fuori la vecchia storia dell'eolico in Calvana, a suo tempo esclusa perchè poco produttiva in rapporto all'impatto, non solo strettamente paesaggistico ma anche perchè avrebbe fatto da rampa di lancio per la cementificazione delle pendici.
Oggi quella proposta non è più percorribile perchè la Calvana è già un'area protetta di interesse locale e in più si parla di un progetto di Parco Archeologico, sostenuto dall'on. Giacomelli (Pd) che sarà presentato alla festa del PD in questi giorni.
D'altra parte questo ritorno alle pale in Calvana è già stato educatamente bocciato dall'assessore provinciale all'ambiente Arrighini che lo definisce un progetto costoso e lungo anche per il livello di condivisione sociale che richiede (partecipazione).
Quarta ideona, anche questa originale: il mitico termovalorizzatore.
Su questo punto il vicepresidente Matteini è determinato, e dice "il termovalorizzatore" è il punto di partenza della riconversione energetica e anche la dimostrazione che qui si può ancora fare qualcosa.
Per concludere.
1 Gli industriali pratesi ritengono che il businness dell'energia rinnovabile sia valido. Le condizioni sono che gli enti locali mettano a disposizione terreni demaniali per gli impianti, (anche se aree di interesse ambientale),
2 il businness dell'energia è ancora più conveniente se in qualche modo permette lo smaltimento dei rifiuti industriali.
Sempre la solita musica da anni.
Municipio Verde
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