Per fortuna c'è andato anche Francesco Fedi che con infinita pazienza ha ridato voce alle ormai anch'esse "storiche" vertenze del Comitato Città Etrusca. Presente ancheuno spaccato di associazionismo consenziente. MV
Il Comitato Città Etrusca sul Bisenzio non poteva non essere presente alla serata organizzata dall’Associazione Narnalinsieme, sabato scorso, 12 luglio, alla Festa del PD, presso i giardini di Via di Maliseti, sulla proposta di legge avviata dagli Onorevoli Lulli e Giacomelli, nella scorsa legislatura, per l’istituzione di un parco archeologico-naturalistico sui monti della Calvana.
Fra i convenuti vi erano Oliviero Giorgi, presidente di Narnalinsieme, Monia Faltoni, Presidente della Commissione Cultura della Circoscrizione Ovst, Andrea Abati, presidente della sezione locale di Italia Nostra, Fabrizio Mattei, consigliere regionale del PD e l’On. Andrea Lulli, parlmentare eletto nelle liste del PD.
Nella serata moderata da Giorgi, Monia Faltoni ha incentrato il suo intervento sull’eventualità di dedicare porzione degli spazi del futuro complesso espositivo dell’Ex-Banci, mentre Abati, ha rimarcato l’attenzione dell’associazione rappresentata nei confronti delle testimonianze storico-archeologiche e naturalistiche dei Monti della Calvana e territori circostanti.
Mattei e Lulli, entrano più nel vivo sul tema delle testimonianze etrusche, finendo ben presto entrambi per trattare della città di Gonfienti. I ricordi di Mattei, raccontati attraverso il suo vissuto di politico locale dei momenti dei primi ritrovamenti, si uniscono a quelli di Lulli, che tratta più del ruolo di facilitatore e finanziatore degli scavi, assunto dalla Società Interporto.
In particolare Lulli afferma a chiare lettere che la città di oggi non si può fermare di fronte alla città di ieri, confezionando un ottimo assist per la replica del Comitato.
E’ così che quando si apre lo spazio per gli interventi dal pubblico, il sottoscritto non può fare altro che chiedere la parola: al di là del necessario encomio per l’iniziativa parlamentare intrapresa, verso la quale il Comitato non può che avere un naturale interesse, all’onorevole Lulli non ho tardato a dire che, quando la città di oggi si fa spazio causando l’interramento di un importante e dichiarato reperto, come è avvenuto lo scorso anno per il decumano (antico tratto di strada), chi evidentemente ha un diverso e più alto livello di sensibilità per la storia, si trova nella necessità di esprimere con forza il proprio disappunto.
Precisato che, nel suo intervento, Mattei aveva già ribadito l’importanza della ripresa degli scavi, ventilando un sollecito agli impegni presi fra i vari enti locali coinvolti e la competente sovrintendenza per i beni archeologici, in merito al protocollo d’intesa, a tal fine, siglato nel 2002, due rimanevano ancora gli aspetti nei confronti dei quali il Comitato si sentiva di rimarcare l’importanza: la possibilità di vedere a Prato, e nel più breve tempo possibile, i reperti esposti e la realizzazione di scavi anche nei siti presenti in Calvana, (con particolare riferimento al sito della Bucaccia).
Il Comitato infatti ha inteso esprimere la propria preoccupazione in merito ad una dispersione dei reperti presso realtà museali extra-cittadine nelle quali, per il semplice fatto di finire per essere degli oggetti alloctoni, questi andrebbero incontro ad un’imperdonabile perdita di valore e di contestualizzazione.
In merito alla questione degli scavi, il Comitato ha inteso far riflettere gli intervenuti, che le attuali, e già sconvolgenti, ipotesi sulle presenze etrusche della Calvana, sono basate su niente di più che di una semplice attività di archeologia di superficie, e che le stesse non potranno mai trasformarsi in solide conoscenze, se non si intenderà dare corso ad una seria e dedicata attività di scavo.
Con un certo stupore del sottoscritto, l’intervento dei Comitato va incontro ad una replica alquanto decisa dell’On. Lulli, il quale torna a snocciolare le cifre dei costi sostenuti dalla Società Interporto per l’esecuzione degli scavi, il fatto che la copertura è stata autorizzata dal Sovrintendenza, e quantaltro di presente fra le posizioni ufficiali, al Comitato oramai note.
Visto poi che nel mio intervento avevo anche parlato della Kilyks di Douris, il reperto rinvenuto nella domus e valutato 5-6 milioni di euro, del quale si era potuto anche leggere sui giornali, è Giorgi questa volta ad ammonire il Comitato sul fatto che la divulgazione di simili notizie è pericolosa per l’innesco di interessi di malintenzionati, ovvero quello che a suo tempo qualcuno battezzò “malsano interesse”.
“A telecamere spente” ho risposto a Giorgi che i malintenzionati non stanno certo ad aspettare di leggere la mattina il giornale, ma se davvero sono malintenzionati, a far danni ci pensano già dalla sera prima, dunque il problema deve essere ricercato semmai nella custodia dei luoghi.
Insomma, alla fine possiamo dire che la politica ha fatto la politica, il partito democratico ha fatto il partito democratico ed il comitato ha fatto il comitato: consci del difficile ruolo di chi si trova di fronte a compire scelte dure da prendere, continuiamo ad esistere per alzare il livello guardia e stimolare la politica a stare dalla parte dei cittadini, nella difesa dei beni comuni.
In sintesi, qui abbiamo tutti davanti la stessa stadera, nella fattispecie, Interporto su di un piatto e città etrusca sull’altro: quello che cambia sono i pesi che vi collochiamo e di conseguenza le decisioni che ne escono dal confronto.
Fermo restando il supporto e l’incoraggiamento del Comitato nei confronti delle buone iniziative di tutela e di valorizzazione, per il resto, possiamo dire, sono storie di diversa sensibilità per la storia.
Francesco Fedi – Comitato Città Etrusca sul Bisenzio
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