Come eroi omerici
Martedì 8 luglio, per le “Notti dell’Archeologia 2008”, debutterà nella spianata di Poggio Castiglioni, alle ore 19,00, il dramma etrusco“Laris Pulenas”, ideato e messo in scena dal “Teatro La Baracca”, nella partitura scritta ed interpretata da Maila Ermini e con Gianfelice D’Accolti.
Chi volitivamente s’inerpicherà con l’auto fino al cima del gran colle che domina la piana e la città di Prato, assisterà ad uno spettacolo nient’affatto convenzionale perché, insieme agli attori recitanti, potrà egli stesso partecipare al debutto della Storia, qui rappresentata attraverso l’immagine di un luogo straordinario, unico e suggestivo, in grado di evocare da solo le nostre origini.
Nei convulsi giorni della vigilia, questo spettacolo è stato oggetto di commenti assai diversi tra loro, di segno opposto, forse combinando, nella metafora evocata dal protagonista della storia narrata, aspettative mai sopite di scandalistiche vicende, ma anche curiosità e timori. Laris, il nobile aruspice etrusco, è improvvisamente accusato – come recita il suo dramma - di azione politica contro Roma; quasi fosse una nèmesi del passato che ritorna, quella storia pare infatti ripetersi nella presenza etrusca odierna in città che appare non meno scomoda di quella che fu la posizione del sommo sacerdote etrusco, accusato di lesa maestà, al cospetto del Senato Romano.
Per quanto concerne interessi e finanze, il convenzionale realismo della città, ben radicato alla prassi quotidiana che, nel bene e nel male, viviamo tutti i giorni, ha già prodotto le proprie scelte, di certo aldilà dall’archeologia del mondo etrusco. E, a niente possono servire gli appelli e le denunzie del mondo della cultura, pur da recepire e democraticamente rispettare. Ma i diritti dell’arte, che fanno fede all’idea che promana il libero pensiero, sono altra cosa e in quanto tali rimangono sacri, nonostante gli episodi spiacevoli registrati nell’ultima ora, alimentati dal gratuito ostracismo dei soliti pretoriani, perché attraverso Laris, l’etrusco reietto, possiamo persino superare la realtà ed immaginare che si possa, magari nell’estasi di una serata magica, riconoscere l’immenso valore antropologico della Calvana e la grandiosità del sito di poggio Castiglioni, oggi degradato e lordato nell’indifferenza generale. Intanto, ci sono uomini che come eroi omerici, prestano anima e corpo per mettere in scena un’ideale, e non è cosa di poco conto. Così, oggi mi sono apparsi, sotto il sole cocente, Odisseo che lottava imperioso contro l’Idra, mentre gli antichi e fedeli compagni pulivano il campo per accogliere il messaggio che, a breve, verrà da parte della vestale-artista per poi raccogliere, in silenzio, il racconto di Laris. In alto, l’Olimpo, non più arbitro dei destini dell’uomo, si prefigurava davanti a me nell’ospitalità e nella solidarietà di uomini e di donne pratesi in grado di accogliere senza pregiudizi, proprio come nei miti greci, i barbari incolpevoli giunti tra noi e, come è successo 2500 anni fa, saper condividere con loro il futuro.
Assistiamo dunque alla saga di Laris, con animo aperto, senza barriere ideologiche: “affinchè – come ci esorta nelle Storie un Erodoto rasserenato, e per una volta non più rivale di Omero – le azioni degli uomini non vadano perdute con il tempo e le imprese grandi e meravigliose, compiute sia dai Greci che dai Barbari, non rimangano prive di fama, e in particolare, i motivi per i quali combatterono gli uni contro gli altri.”
Giuseppe Centauro
Poggio Castiglioni, 5 Luglio 2008
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sabato 5 luglio 2008
Archeoambiente. "Come eroi omerici" di G. Centauro
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