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La mer, la fin...

giovedì 10 luglio 2008

Piano energetico: soddisfatti e col mal di pancia.

Da grenreport:

I Verdi (regionali) spiegano il loro sì al piano energetico; di Federico Gasperini

FIRENZE. Il gruppo regionale dei Verdi per l’Unione “certifica” il Piano di indirizzo energetico regionale (Pier) della Toscana approvato ieri in Consiglio spiegando che «è caratterizzato da un fortissima impronta “verde”» e si autoriconosce una buona fetta di meriti per i risultati raggiunti. «Siamo contenti per il lavoro complessivo svolto e per le strategie energetiche per i territori- introduce il portavoce regionale Mauro Romanelli - si tratta di scelte nette verso la sostenibilità, si dice no al nucleare, al carbone e si diminuisce in prospettiva la dipendenza dai combustibili fossili, grazie alla diffusione delle fonti rinnovabili e di miglioramento dell’efficienza energetica. L’Obiettivo è ambizioso ma viene indicata la strada e come raggiungerla».
I numeri del piano con le previsioni al 2020 sono significativi: 700 MW per l’energia solare fotovoltaica contro gli 8 MW attuali, stessa previsione per l’energia eolica con 300 MW da realizzarsi offshore (sula mare) e 300 MW geotermici, ma a tal proposito Romanelli precisa «l’attuale geotermia non ci piace, crea troppi impatti (il riferimento è alla situazione dell’Amiata, ndr), noi pensiamo anche allo sviluppo di una geotermia a bassa entalpia da sfruttare per usi domestici, non monopolistica con il controllo esclusivo di Enel». Certo le resistenze che vengono dai territori per lo sviluppo delle azioni previste nel Piano non sono poche: oltre al caso citato dell’Amiata, ci sono i molti casi dell’eolico, le “perplessità” delle Sovrintendenze verso i pannelli solari, le contestazioni contro gli impianti di rigassificazione di Rosignano e Livorno che stanno creando tensione negli stessi Verdi, con la federazione livornese che si è «dissociata» da quella regionale. Su questo punto risponde il consigliere regionale Mario Lupi: «Io sono stato il primo ad essere contrario al progetto Olt e continuo ad esserlo - spiega - Ma qui si trattava di valutare un Piano complessivo frutto anche del nostro lavoro e di una lunga e proficua concertazione non soltanto con le altre forze politiche della maggioranza, ma anche con tutte le componenti delle forze produttive, delle associazioni di categoria e ambientaliste, con le forze sociali. A proposito approfitto dell’occasione per ringraziare l’assessore Bramerini per il lavoro che ha svolto. Ci sono alcuni mal di pancia interni che dovremo chiarire, ma il sì al Piano è di tutti i Verdi a livello regionale». Poi Lupi si leva un sassolino dalla scarpa: «Confindustria in Toscana invece di continuare a proporre l’utilizzo dell’olio di palma sulle spalle dei Paesi sottosviluppati dovrebbe sviluppare un’imprenditoria diversa per realizzare i contenuti del Pier. Non si trovano aziende che fanno pannelli o pale eoliche». Sul fronte della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, importante è l’impulso che viene dal Pier, per la riconversione delle centrali alimentate ad olio combustibile di Piombino e Livorno, ma qui c’è da convincere Enel che in commissione aveva dichiarato la propria contrarietà. «Con Enel si deve parlare ma ora c’è un’indicazione nel Piano- continua Lupi- Se Enel non si convince la Regione ha la possibilità di togliere il monopolio e far perdere capacità di produzione».
Questo Piano energetico, primo in Italia, dagli obiettivi ambiziosi tali da superare gli stessi obiettivi Europei, secondo i Verdi può diventare un modello da esportare in altre regioni. Inoltre fornisce opportunità economiche favorendo la nascita della piccola e media impresa per le produzioni rinnovabili e opportunità ai piccoli risparmiatori che possono reinvestire in questo settore. Ma c’è di più. I Verdi attribuiscono al Piano una forte valenza politica «sul terreno dell’unità strategica si rafforzano presidente e maggioranza- riprende Romanelli- si è trovato sintesi ascoltando tutte le culture e si espresso un livello di innovazione di cui il presidente Martini può andare fiero. Questo dimostra che nel momento in cui si sceglie di ascoltare i Verdi e le loro sollecitazioni, insieme a quelle di tutto il mondo ecologista e delle forze scientifiche e produttive più avanzate- conclude il portavoce regionale dei Verdi- il risultato non è certo quello del blocco e dell’interdizione, ma dell’innovazione e dell’avanzamento».

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