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La mer, la fin...

martedì 1 luglio 2008

Scuola. Il governo del Grande Pappone, taglia le spese per l'istruzione

Da La Nazione, sui tagli alla scuola pubblica e i suoi effetti sugli istituti pratesi. Parla l'assessore Gregori.
mv

L’ALLARME
Saltano 200 cattedre:”Scuola a rischio. Gregori: “Servono più classi, no tagli”
A Prato potrebbero saltare 200 cattedre quando andrà in regime la manovra del governo sulla scuola. Gregori: “Servizi a rischio”. Nidi e materne, il Comune farà 17 assunzioni


Prato, 1 luglio 2008 “I tagli alla scuola sono irresponsabili, da qualsiasi governo arrivino”. E’ preoccupato l’assessore alla scuola del Comune, Giuseppe Gregori, dopo aver letto la ricerca del Sole 24 Ore che dice che Prato perderà 350 posti quando andrà a regime la riorganizzazione degli organici inserita dal governo nella manovra d’estate (decreto legge 112/2008). “A noi servirebbero più classi e più docenti, altro che tagli”, aggiunge l’assessore. In sostanza il ministero punta ad innalzare il rapporto fra alunni ed insegnanti facendo classi più numerose, un obiettivo che, calcolato sugli organici provinciali 2007-2008, per Prato significherebbe 200 cattedre in meno e l’addio a 150 posti per i bidelli. “Un taglio insostenibile che impedirebbe l’inizio dell’anno scolastico”, sottolinea Gregori, e a poco vale la consolazione di essere la provincia toscana che sarebbe toccata meno dalla scure romana.
l critero base della riforma, che va ad aggiungersi ai tagli già previsti nell’ultima finanziaria Prodi, è di alzare di un punto entro quattro anni il rapporto alunni/docenti eliminando così, in provincia, 22 cattedre nelle scuole dell’infanzia, 75 alle primarie, 39 alle medie e 64 alle superiori. In più verrebbero cancellati 150 posti per il personale Ata.
Una cura dimagrante con un doppio effetto, perché sarebbe imposta ad una realtà che invece avrebbe bisogno di un innesto di forze soprattutto a causa della massiccia presenza di stranieri. Anche nel prossimo anno scolastico, infatti, in città saranno attivate 13 sezioni in più fra elementari (primaria) e medie e ci saranno anche 3 sezioni in più di materna statale perché la popolazione scolastica continua ad aumentare a ritmi intensi. Non solo, attualmente 100 famiglie che avevano fatto domanda per un posto nelle materne non hanno avuto risposta e sono ancora in attesa di una chiamata. Poi ci sono 80 bambini che probabilmente dovranno essere inseriti nelle scuole paritarie.
Ma il problema non è solo nei numeri. In teoria la legge prevede che sia lo Stato a farsi carico dell’istruzione dai 3 anni in avanti e per questo il Comune sta cercando di passare tutte le sezioni di scuola materna proprio al ministero, anche per riuscire a risparmiare sul personale, ma per il momento il passaggio di competenze avviene col contagocce. Da settembre la sezione comunale alla materna Charitas non ci sarà più, ma è difficile pensare che le altre 28 ancora in ‘mano’ al Comune passino al ministero in tempi brevi.Poi c’è il tempo pieno: “Molti insegnanti a Prato servono per garantire alle famiglie il tempo pieno, un servizio decisivo per tanti genitori che lavorano - riprende Gregori - Tagli di questo tipo possono trasformarsi in un disastro per chi non ha la possibilità di far guardare i figli dai parenti, senza considerare che vengono calcolati non tenendo conto degli insegnanti di sostegno”.
Altro fronte, le strutture scolastiche. Attualmente la media di alunni per classe è di 25 per ogni insegnante alle elementari e alle medie e sale fino a 28 alle materne. Aumentare il rapporto significa arrivare a 30-31 studenti per classe rischiando di stravolgere la capacità di accoglienza degli istituti: “Il problema logistico è enorme - dice ancora Gregori - Come faremo a mettere 30 bambini in aule pensate e agibili per 25? Praticamente tutte le scuole diventerebbero fuorilegge”. Fuorilegge e forse inamministrabili: “Il taglio del personale Ata darebbe un colpo mortale alle segreterie, che già sono sottodimensionate”.
Il futuro quindi fa paura, anche perché “2005, 2006 e 2007 sono stati anni record per le nascite, con il 73% di bambini italiani - chiude Gregori - Dove li manderemo a scuola se non ci saranno né gli insegnanti né i bidelli necessari?”.

Leonardo Biagiotti

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