TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 30 gennaio 2008

ETRUSCHI IN CALVANA

Martedì 29 Gennaio, nella Sala del Cappellone all’interno del Chiostro della chiesa di S.Domenico a Prato, è avvenuta la presentazione del nuovo libro, curato da Associazione Camars, dal titolo "Presenza Etrusche in Calvana" ed edito dalla casa editrice Nuova Toscana.
Il testo, scritto a più mani, ha fra i suoi autori il Prof. Giuseppe Centauro ed il Dott.Claudio Pofferi, già autori di "Ipotesi su Camars", il primo, e di "Dai principi alla città etrusca sul Bisenzio", il secondo, editi anch’essi da NuovaToscana. Come precisato dall’Editore Fabrizio Nucci, il libro costituisce la chiusura di un ciclo di pubblicazioni sul tema della presenza etrusca sulle pendici della Calvana, tra l’area pratese e la Val di Marina.
Nel libro, il pool di dieci autori, riportano il risultato delle proprie riflessioni su aspetti diversi sul tema, e si pongono al lettore con l’intento di fornire un quadro, organico e strutturato, del sistema degli elementi testimoniali della presenza etrusca sui Monti della Calvana. Questi elementi, consistenti in strutture murarie, sistemi di canalizzazioni ed opere sepolcrali, sono stati individuati e riconosciuti in una quantità tale, da aver consentito, e fatto emergere la necessità, della pubblicazione di un testo che ne affrontasse una lettura d’insieme.
Nei vari interventi, che si sono succeduti durante la serata, è stato più volte ricordata l’importanza di una riflessione sulla necessità di idonee misure di salvaguardia e tutela di queste aree, che, a questo punto, non possono che essere adottate: le scoperte di cui il libro tratta sono infatti state riconosciute come tali, anche dalla Sovrintendenza dei Beni Archeologici territorialmente competente, che in alcuni casi si è anche attivata direttamente nell’eseguire opere di ripulitura.
Quest’ultimo è forse il messaggio più importante su cui dover porre l’accento: queste scoperte inequivocabilmente riconosciute, fanno accendere ancora maggiori riflettori sul caso della città etrusca di Gonfienti, di cui i territori della Calvana costituivano una delle grandi periferie.
La città di Gonfienti, che cadde per motivi ancora da accertare, risorse grazie alla passione di cittadini illuminati, alla fine, un giorno non molto lontano, si dirà anche che giacque, in buona parte e per sempre, sotto le fondamenta dell’Interporto, proprio a causa di quell’assenza di misure di tutela che l’avrebbero potuta preservare e valorizzare. Assieme all’entusiasmo per l’avanzare ed il consolidarsi di nuove frontiere di ricerca archeologica, si amplia il sentimento di amarezza e sconforto per il progredire dello svilimento del luogo cardine, da cui questi nuovi orizzonti si dipanano.
Viene immediata la considerazione, che questa volta chi dispone del potere, di fronte al richiamo dell’esigenze di tutela dei Monti della Calvana e della Val di Marina, il coraggio se lo possa dare. Questa volta non ci sono accordi già presi, contratti da firmare e, soprattutto, finanziamenti che potrebbero svanire. Questa volta forse il coraggio di scelte importanti non serve neanche. Questa volta non ci sono grandi interessi da intaccare e scegliere per la cultura, per la storia e per i cittadini, sembra proprio una scelta a buon prezzo!

Francesco Fedi
Coordinatore del Comitato Città Etrusca sul Bisenzio




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