TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 23 dicembre 2008

Firenze. Cioni impone la sua socia Albini, e Renzi resta. Così non va.


Cioni candida Tea Albini: «E ora niente veti del Pd»
Cioni: «Il voto che mi ha escluso è stato per motivi abietti, in favore di altri candidati. Questo Pd è diventato autoritario»


L’assessore comunale al bilancio Tea Albini sarà candidata alle primarie per la corsa a sindaco di Firenze al posto di Graziano Cioni, suo collega di giunta indagato per corruzione nell’inchiesta sulla urbanizzazione dell’area di Castello e «buttato fuori» dalla competizione dall’assemblea cittadina del Pd la scorsa settimana.
ALBINI: «SPERIAMO CHE NON CI SIANO VETI» - La candidatura della Albini sarà valutata dall’associazione Firenze democratica, vicina a Cioni, il 29 dicembre e poi sottoposta a un’assemblea aperta a tutti i cittadini l’8 gennaio. «Ci auguriamo - ha detto Albini - che non ci siano veti a questa candidatura, altrimenti non sapremo come continuare a stare dentro questo Pd».
CIONI: «LA MIA TESSERA E' A DISPOSIZIONE» - Cioni ha sottolineato di «appoggiare completamente» la collega di giunta e, rispetto al partito, «io ci sono - ha chiarito - e se sono di troppo vuol dire che il Pd non è il mio partito: la mia tessera è a disposizione. Ma così come mi hanno buttato fuori, me lo devono dire loro». Cioni ha anche reso noto che un sondaggio del Pd dell’inizio di dicembre, ovvero dopo le prime notizie sull’inchiesta, dava lui al primo posto nel gradimento, ma tutti (Lapo Pistelli, Daniela Lastri, Matteo Renzi) in flessione. Cioni ha auspicato che nelle primarie ci sia «rigore nelle spese e un comportamento etico, senza assassinare i concorrenti come è stato fatto con me».
«CIRCONDATO DAI NEMICI» - «Il voto che mi ha escluso - ha continuato Cioni - è stato per motivi abietti, in quanto in favore di altri candidati, ma in realtà il problema non è che io sono indagato, in quanto sono stato circondato, dai Verdi, dalla Sinistra, dai nemici nel Pd, prima dell’avvio dell’inchiesta e l’avviso di garanzia è stato solo la ciliegina marcia sulla torta. Rispetto a quando è nato, questo Pd è diventato autoritario». «L’espulsione non è riuscita, Graziano è in campo con noi - ha aggiunto l’assessore comunale al lavoro Riccardo Nencini, anche lui, come Albini, molto vicino a Cioni - candidando Tea seguiremo le necessarie regole di legittimazione, ma se ci faranno muro ci saranno conseguenze che non ci appartengono. Una cosa è certa, noi vogliamo continuare». A proposito del programma elettorale, Cioni, Albini e Nencini hanno parlato della necessità di partire dalla crisi economica in corso e, come segnale, dall’idea di avere non più di otto assessori in giunta.
22 dicembre 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma ci si rende conto? commedianti,farsaioli,ridicoli, BUFFONI!! e intanto,da Roma,Topo Gigio squittisce che i capibastone devono andarsene,ma non si è ancora accorto che ormai lo considerano tutti come il due a mattoni quando briscola è cuori e gli ridono dietro?Ancor più patetici persi sono i comparucci di coalizione che sono lì sotto al tavolo a legittimarli con le primarie "di gruppo". Che si vergognino,anche se per loro "vergogna" è una parola grossa. Comunque,per la cronaca,a me fanno tutti veramente schifo e pena.