Uno spettacolo deprimente...
MV
da la Nazione del 20/11/08
IL SONDAGGIO è stato realizzato da Ipsos su incarico della federazione regionale del Pd, con mille interviste telefoniche compiute fra il 27 e il 30 settembre scorsi. Gli interpellati sono stati scelti in modo casuale su un universo di 155mila elettori, tutti residenti in città, e ne sono rappresentativi per sesso, età e titolo di studio. Il sondaggio è stato realizzato con metodo CATI e l’ausilio di computer. Il margine di errore contemplato è compreso fra lo 0.6 e il 3.1%. Le donne intervistate sono leggermente più degli uomini; circa due quinti degli interpellati ha un diploma o una laurea.
Pd in picchiata di consensi per il problema cinesi
IMMIGRAZIONE e soprattutto cinesi: sono problemi che i pratesi sentono in modo sempre più pesante. Pensano che dal Pd non siano arrivate le risposte necessarie, per questo il partito subisce una clamorosa emorragia di consensi. In estrema sintesi il sondaggio Ipsos dei misteri racconta questo: ieri sera è stato finalmente presentato all’assemblea provinciale riunita a Galciana, a porte rigorosamente chiuse, tanto che pure l’assessore Fabio Giovagnoli e il portavoce del sindaco Brunello Gabellini sono stati mandati via dalla riunione.
NON SI CAPISCONO i motivi di tutta questa segretezza, visto che per capire che i cinesi sono vissuti come un grosso problema in città non serve pagare la Ipsos, ma basta chiedere al primo pratese che passa per strada. Il segretario regionale Manciulli, che ha pagato il sondaggio, non la pensa così e quindi porte chiuse, nessun dato da pubblicare, perché senza il via libera del partito sarebbero multe salate, anche per i giornali. Comunque, come trapelato all’indomani della mancata ricandidatura di Romagnoli e Logli, il sondaggio dice molto chiaramente che i pratesi sono sfiduciati e chiedono cambiamenti. Ieri a Galciana è emerso solo un fatto nuovo: solo due domande su più di 80 riguardavano la Provincia e gli stessi ricercatori di Ipsos hanno spiegato che il sondaggio era mirato essenzialmente sul Comune. Intanto, però, anche Logli ha scelto di non ricandidarsi (o ha dovuto scegliere).
IL CLIMA a Galciana era complessivamente di sconcerto. Da una parte perché i dati presentati sono davvero pesanti per il Pd e dovrebbero far riflettere molto sulla crisi del partito rispetto al «feeling» con la città. Dall’altra perché anche per i 200 dell’assemblea quei numeri sono rimasti segreti fino a ieri e di fatto per tutti gli altri lo restano ancora: i militanti non se lo spiegano, il motivo. Non c’è stato dibattito, non era previsto: «Ne discuteremo in altre riunioni», ha detto la segretaria Benedetta Squittieri. I dati sono stati illustrati tramite slides proiettate al buio e a nessuno è stata fornita copia cartacea del sondaggio. I presenti hanno potuto fare solo qualche domanda di tipo tecnico ai sondaggisti. Basta.
MA CE ne sarebbero di spunti di riflessione, eccome. Ad esempio, dall’indagine emerge che l’atteggiamento di «chiusura» rispetto agli immigrati è più alto fra chi va regolarmente a messa rispetto a chi non ci va per niente. Emerge poi che i consensi già in picchiata del Pd potrebbero ulteriormente diminuire da qui a giugno senza un’attenzione diversa ai problemi della città, soprattutto fra gli interpellati con un maggior grado di istruzione. Emerge anche che un analogo sondaggio compiuto a Reggio Emilia (governata dal centrosinistra e con parecchi immigrati pure lei) ha mostrato una tenuta del Pd e che Prato è la città toscana in cui, stando ai sondaggi, il partito perde nettamente di più. Ha di che riflettere il Pd. Soprattutto ha di che cambiare, se non vuole che i numeri vaticinati dal sondaggio diventino fra pochi mesi la realtà delle urne.
Anna Beltrame
Riceviamo e pubblichiamo
MI SONO presentato all’assemblea del Pd convinto, anche senza esserne membro, di potervi partecipare e conoscere finalmente il famoso sondaggio in base al quale il sindaco e il presidente della Provincia hanno rinunciato (si fa per dire) a ricandidarsi. Un membro della segreteria mi ha detto che non potevo entrare: «Il segretario regionale non vuole rendere pubblico il sondaggio», la spiegazione. Il giorno precedente avevo chiesto a un altro membro della segreteria il permesso di partecipare all’assemblea e la risposta era stata: «Sì, nessun problema». Potrei sollevare la questione che, pur trattandosi di un fatto di partito, il portavoce del sindaco (e non solo lui), per giunta iscritto al Pd, forse, per il mestiere che fa, sarebbe legittimato a sapere qualcosa del sondaggio, su cui sono state fondate scelte politicamente non lievi. Ma bando ai privilegi: le regole valgono per tutti, non bisogna guardare in faccia nessuno. Ma non era stato proprio il segretario Manciulli nell’assemblea convocata subito dopo la rinuncia (sempre si fa per dire) di Romagnoli e Logli, a dichiarare: «Di fronte ad un simile sondaggio ho imparato che bisogna prenderlo in considerazione». Appunto: se il sondaggio è stato così importante, perché i militanti non devono esserne edotti? Continuo a pensare nonostante tutto che il Pd sia un partito democratico e non un’associazione di cospiratori fondata sulla segretezza. Qualcuno lo dica a Manciulli e alla segreteria provinciale. Un partito democratico, per sua stessa natura, deve rendere pubblico il suo dibattito, e deve rendere (sempre) conto ai suoi iscritti, ai suoi elettori e aggiungo alla città. Gli iscritti del Pd hanno diritto di conoscere la base su cui si è scelto di rendere Romagnoli e Logli due “anatre zoppe”: quando ciò avverrà? Se vogliono continuare così, facciano pure. Ma che tristezza per chi ancora crede nel Pd e vorrebbe credere in una politica diversa.
Brunello Gabellini, iscritto al Pd
da il Tirreno del 20/11/08
Riunione superblindata sul sondaggio Pd
Fuori dalla porta anche il portavoce del sindaco che scrive una lettera aperta
Gabellini (a titolo personale): «Il Pd non è un’associazione di cospiratori»
Molto sconcerto tra i presenti in sala. Un dato fra tutti: su un’ottantina di domande solo due riguardavano la Provincia. Sono i cinesi il primo problema di Prato e il Pd perde in percentuale molto di più rispetto ad altre realtà simili. Ma si è aperta anche la questione “segretezza” con una lettera aperta di Gabellini. «Ero convinto - scrive - che anche senza essere membro dell’assemblea vi potessi prendere parte e conoscere, finalmente, il famoso sondaggio». Niente da fare. «La motivazione di tanta rigidezza - prosegue - è stata la seguente: “Il segretario regionale non vuole rendere pubblico il sondaggio”. Orbene se la riunione è stata così concepita, nessun “esterno”, qualunque sia la sua posizione, può accampare alcunché. E’ giusto (e non difetto di autocritica, secondo lo stile imparato nel Pci). Potrei sollevare la questione che, pur trattandosi di un fatto di partito, il portavoce del sindaco, per giunta iscritto al Pd, forse, per il mestiere che fa, sarebbe legittimato a sapere qualcosa del sondaggio, su cui si sono state fondate scelte politicamente non lievi. Ma bando ai privilegi. Qualcosa però sconcerta, la motivazione di tanta riservatezza. Ma non era stato proprio il segretario regionale Manciulli nell’assemblea provinciale, convocata immediatamente dopo il 15 ottobre, a dichiarare dalla tribuna: “Di fronte ad un simile sondaggio ho imparato che bisogna prenderlo in considerazione”? Appunto, e di grazia: se il sondaggio è stato così importante, perché i militanti del Pd non devono esserne edotti? Penso, nonostante tutto, che il Pd sia un partito democratico e non un’associazione di cospiratori fondata sulla segretezza. Qualcuno lo dica a Manciulli e alla segreteria provinciale. Un partito democratico, per sua stessa natura, deve rendere pubblico il suo dibattito, e deve rendere (sempre) conto ai suoi iscritti e ai suoi elettori e, aggiungo, alla città. Per questo formulo due domande: gli iscritti del Pd hanno diritto di conoscere la base su cui si è scelto di rendere Romagnoli e Logli due “anatre zoppe”? E in quale momento e sede ciò avverrà? Se invece vogliono continuare così, facciano pure. Ma è un dramma politico per chi ancora crede nel Pd o ha deciso di accordare la fiducia a un progetto nuovo, che, però qualcuno vuole, evidentemente, far abortire, senza peraltro accollarsi la responsabilità di cimentarsi con la propria base e i propri simpatizzanti».
1 commento:
Mah!
Tradizionalmente a Prato la maggioranza ha sempre votato per la sinistra, ma ultimamente mi pare che l'intimo egoista nascosto in ognuno di noi, nel momento del bisogno, esce prepotentemente fuori al limite del razzismo.
Negli anni '60-'70 quesa stessa ribellione era indirizzata agli immigrati del "sud". Oggi proprio i discendenti degli immigrati del sud di allora sbraitano contro i cinesi.....
Io personalmente e la mia famiglia in genere siamo cresciuti con l'idea di collaborazione e tolleranza verso tutti. Abito nella zona di Borgonuovo a Prato e sin dalle elementari c'è una alta concentrazione di bimbi figli di immigrati: la mia esperienza mi fa senza dubbio affermare che in molti casi sono migliori loro di noi. Se qualcuno si comporta in modo illegale non è certo colpa loro ma nostra che pur vedendo sappiamo solo "fare spallucce e dire accidenti a chi li ha fatti venire" senza minimamente pensare di denunciarli. Le cattive mele sono dappertutto ma per alcuni adesso è di far notare solo le mele marce tra gli immigrati.
Per quanto riguarda le speranze per il nostro futuro credo proprio che occorre ripatire dal basso. Noi dobbiamo votare per le amministrative, e molti di noi non legge non si informa quindi cosa fare??? Passare casa per casa, fare un porta a porta per informare i cittadini dei propri propositi. Questo lo devono fare tanto i candidati di destra quanto quelli di sinistra. Solo così i cittadini saranno informati su quello che verrà fatto da chi vincerà. Ma dopo attenzione: saranno controllati dai cittadini e criticati quando sbagliano ed elogiati quando mantengono i propositi. La speranza c'è! Dovete solo mettervi in moto oppure la disgregazione, il disfacimento il pessimismo ed infine il menefreghismo avranno il sopravvento!
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