il Tirreno 6/5/'09
L’articolo 32 della Costituzione stabilisce che “nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge” e che “la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Parimenti, l’articolo 13 afferma che “ la libertà personale è inviolabile”, rafforzando il riconoscimento alla libertà e indipendenza dell’individuo nelle scelte personali.
Questo principio-guida è stato costantemente ribadito nelle sentenze, oltre che nella valutazione dei più illustri scienziati che hanno studiato le scelte di fine vita. In merito a tali principi costituzionali, tutte le altre argomentazioni e interpretazioni possono enfatizzarne la sostanza, senza cambiarla o addirittura dar vita a letture improprie rispetto ai principi medesimi.
Purtroppo un diritto come questo, che viene attuato per chi ha ancora la forza di avvalersene, sembra che possa o addirittura debba essere rifiutato a chi non ha più la forza di esprimere la sua volontà, anche se l’ha manifestata precedentemente. Ultimamente davanti a questo pericolo si sono attivate associazioni e cittadini che intendono far valere i loro diritti alla scelta dei trattamenti, nei propri riguardi, anche quando si troveranno nell’impossibilità di comunicarlo direttamente. Associazioni come “Liberi di decidere”, “Liberauscita” sono nate per aiutare il cittadino ad intraprendere una via per farsi riconoscere il diritto alla scelta del trattamento sanitario, espressa in un testamento biologico, regolarmente firmato e possibilmente validato alla presenza di un notaio. A Firenze ormai da tempo due notai si sono offerti per accogliere questi testamenti biologici al prezzo simbolico di 1 euro. Siamo certi che anche a Prato possa essere attivato qualcosa di simile. Invitiamo i notai pratesi a manifestare pubblicamente la loro disponibilità a fornire questo servizio.
Vittorio Giugni (Ass. Liber@Mente Prato)
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