TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 31 marzo 2009

No Dal Molin. La partecipazione negata!

27/03/2009 fonte: Presidio Permanente


Vietato esprimersi, vietato conoscere, vietato opporsi: di chi è la città? Appello alla partecipazione al convegno per la costruzione della Valutazione d'Impatto Ambientale dal basso

Pochi giorni fa, con l'ennesima sentenza imbarazzante, il Tar del Veneto ha tolto alle donne e agli uomini di Vicenza l'ennesimo diritto: quello di conoscere, attraverso una Valutazione d'Impatto Ambientale, i danni che produrrebbero le costruzioni progettate dagli statunitensi al Dal Molin.
La ragione adotta dai giudici non riguarda l'utilità della valutazione, bensì un banale scherzo del calendario o, più probabilmente, dell'Avvocatura di Stato che ha presentato una documentazione ingannevole sufficiente a giustificare l'ennesimo atto di ingiustizia: il progetto statunitense, infatti, sarebbe stato approvato 10 giorni prima dell'entrata in vigore della normativa europea sulla Valutazione d'Impatto Ambientale.
Non vogliamo soffermarci sul fatto che il progetto preso in considerazione dai giudici è quello vecchio, posizionato sul lato est del Dal Molin (mentre l'attuale ricade sul lato ovest); siamo convinti, del resto, che qualunque cavillo sarebbe stato valido per negare alla popolazione vicentina anche il diritto a conoscere le conseguenze della militarizzazione e dell'arroganza statunitense. In questi mesi, del resto, il commissario Costa ha lavorato sodo per impedire ai cittadini di esprimersi e ai suoi amministratori di rappresentare la volontà contraria della maggioranza della comunità locale.
Vogliamo, invece, denunciare l'ennesimo atto di ingiustizia che si abbatte sulla città patrimonio Unesco per le inestimabili tracce architettoniche lasciate da Andrea Palladio. Dopo che il governo ha rifiutato di tenere in considerazione la volontà di Vicenza, espressa in manifestazioni partecipate da centinaia di migliaia di persone; dopo che lo stesso Tar ha dovuto riconoscere l'illegalità e l'illegittimità di molti atti, sanati in seguito con una sentenza inqualificabile del Consiglio di Stato; dopo che ai vicentini è stato impedito anche di esprimersi, con il divieto, espresso tre giorni prima del voto, a svolgere una regolare consultazione democratica; dopo tutto ciò, ci mancava la ciliegina sulla torta confezionata dai promotori dell'installazione militare: negare una rigorosa Valutazione d'Impatto Ambientale, infatti, equivale a far calare il silenzio della censura sulle sorti del territorio vicentino e della più grande falda acquifera del nord Italia.
Non è possibile esprimersi, tanto meno conoscere: è questo il significato degli atti politici del governo e delle sentenze della magistratura sul Dal Molin. Ma una città è soprattutto il luogo dell'abitare, lo spazio della socialità, il centro del confronto e dello scambio di informazioni; rappresenta, dunque, non un contenitore vuoto che chiunque può riempire, bensì un aggregato di vita e di relazioni: è la nostra casa, la nostra quotidianità, il nostro lavoro, il nostro tempo libero; è, dunque, un luogo dei cittadini e per i cittadini.
Vicenza ha diritto di decidere e di conoscere. Di fronte all'imposizione e alla censura, Vicenza ha il diritto di opporsi e di approfondire. Per questo mercoledì 1 aprile organizzeremo un nuovo convegno. Vogliamo mettere insieme le intelligenze e le competenze della nostra città e di altri territori; vogliamo approfondire e analizzare, conoscere e informare.
Al Dal Molin non si costruirà una casa; al Dal Molin vorrebbero realizzare una base militare che consumerebbe gran parte delle risorse della città, inquinandone altre. La più grande area verde del capoluogo; la più grande falda acquifera del nord Italia; un fiume che costeggia l'area per poi scorrere sotto i ponti all'ombra della Basilica palladiana; un bosco urbano tutelato e siti archeologici di epoca romana. In gioco c'è tutto questo, ma anche la salute di quanti abitano questi borghi, la sicurezza di chi lavora in questi territori, il futuro di chi crescerà e nascerà in questa città.
A chi ci nega anche la conoscenza, risponderemo realizzando saperi e informazione. Ci appelliamo a coloro che amano questa città, a chi crede nella difesa della terra e dei beni comuni, a quanti si oppongono alla militarizzazione e alla guerra; ci rivolgiamo a ingegneri e architetti, geologi e urbanisti; a chi vuol difendere Vicenza e a coloro – gli amministratori locali – che hanno il dovere di difendere i propri cittadini.
Il 1 aprile troviamoci e diamo vita a un tavolo per la realizzazione collettiva e popolare di uno studio tecnico sui danni che produrrebbe la realizzazione del progetto statunitense. Vogliamo avere il diritto ad accedere agli atti e ai progetti; vogliamo poter effettuare sopralluoghi e studi nell'area di cantiere; vogliamo vedere garantita la possibilità, per tecnici e professionisti di valore accademico, di poter effettuare uno studio rigoroso e veritiero sulle conseguenze che potrebbero subire la falda acquifera e l'ambiente della nostra città.
L'informazione e la conoscenza sono un tassello irrinunciabile della democrazia; chi le nega vuol creare un'imposizione, chi le crea vuol favorire la partecipazione.

Nessun commento: