TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

venerdì 27 marzo 2009

Firenze/Cultura. Cardini lancia la sfida per salvare la LEF

da il corriere fiorentino
«Salviamo noi la Lef»
Lo storico Franco Cardini sfida gli intellettuali: «Basta piangere, facciamo una cordata. Comincio io, e vediamo chi mi segue». Accusa e rilancia: «Siamo una società indecente. Io ci metto subito mille euro»

Basta con le «solite inutili chiacchiere ». Passiamo ai fatti, mano al portafoglio. «Società indecente», Franco Cardini ti sfida a «non far morire la Lef». «Intellettuali indignati e accorati, vediamo se sapete fare qualcosa di diverso dal piangere sul latte versato: facciamo una cordata, io ci metto mille euro e vediamo quanti seguiranno il mio esempio». La notizia dell'imminente chiusura della storica libreria di via Ricasoli, laboratorio di idee del cattolicesimo democratico fiorentino da La Pira a don Milani, ha raggiunto Franco Cardini con due giorni di ritardo, in treno. Lo storico medievalista, come sempre duro e inflessibile, è da alcuni giorni fuori città e «non ne sapevo niente» anche se «era una chiusura annunciata». Le domande se la fa da solo: «Vorreste da me le solite frasi di circostanza, che dicessi quanto sono amareggiato e che brutto segnale è perdere un'istituzione come la Lef? No!».

SFIDA ALLA CITTA' E AI SUOI INTELLETTUALI - Cardini ha altri propositi: «Una sfida alla città e ai suoi intellettuali». Cita Gianfranco Fini, nel suo discorso al congresso di An: «La chiusura della Lef rispecchia la natura più autentica del discorso del Presidente della Camera: c'è bisogno di nuove sintesi, che il Paese cambi registro, perché la crisi che ci sta raggiungendo dà dolorsamente modo di ripensare a ciò che siamo diventati ». E cosa siamo diventati? «Una società indecente!» Il caso Lef è dunque «il risultato di tutto questo, ma non serve piangere sul latte versato». Ecco dunque la sua «dichiarazione formale, che vi prego di riportare alla lettera: sfido gli intellettuali che hanno parlato con accenti accorati e indignati a fare una cordata, e comincio io mettendoci mille euro, così vediamo quanti seguiranno il mio esempio, per salvare la Lef almeno per un anno». Una sfida, sì. Ma anche una «provocazione ». Questa: «Anche se non ho soldi da buttare dalla finestra, lo faccio volentieri perché voglio vedere fino a che punto siamo scesi in basso come società civile cittadina».

A.A.A. CERCASI ALTRE 10 PERSONE - Per Cardini però si tratta anche di «un investimento, un sistema di mini-azioni per aiutare Zani a non chiudere per un anno». Ma a una condizione: «A patto di trovare almeno altre dieci persone che facciano come me». Un'iniziativa alla quale poi «dovrebbero seguirne altre: organizzando incontri, andando lì anche a prendere il caffé, per leggere insieme...». Firenze comunque non è un'isola infelice in un oceano bagnato da buoni esempi. Guardiamo Roma: «Nelle librerie Tombolini e Herder, due glorie della cultura nazionale dove è passata tutta l'intellighenzia italiana e dove oggi passeggiano gli eletti del popolo (la Herder è in piazza Montecitorio), non ci sono più libri, è uno spettacolo da negozi alimentari dei regimi socialisti». I libri «sono sostituiti da gadget di ogni sorta». Quindi «la chiusura della Lef, con tutto quello che ha significato per il cattolicesimo fiorentino, è solo l'ennesima prova della nostra inarrestabile decadenza».

Edoardo Semmola
26 marzo 2009

Corriere fiorentino

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