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La mer, la fin...

giovedì 26 marzo 2009

Prato. E dopo gli "ammortizzatori"?

L'emergenza, in quanto tale, ha bisogno di strumenti adatti ad affrontarla, ma ci chiediamo, seriamente, quali siano le prospettive sul medio termine, e quindi le strategie che tutto il sistema produttivo vorrebbe mettere in campo per fare qualcosa di più dell'"uscire dalla crisi".
In tutta onestà, ci sembra che per ora di idee ne circolino poche...
MV

da la Nazione del 26/03/09
Ora tutte le risorse del piano anti crisi

Dopo la Cigs ammortizzatori per artigiani e contoterzisti costretti a chiudere

SODDISFATTI ma con riserva. E’ questa la reazione della dirigenza della Cna Artigianato Pratese subito dopo l’attivazione di 10 milioni di euro per la cassa integrazione in deroga per i lavoratori di imprese al di sotto dei 15 dipendenti. La messa in funzione di questi ammortizzatori sociali era assolutamente necessaria, ma i fondi sono pochi e il Governo non ha ancora comunicato né quando saranno disponibili i 350 milioni destinati alla Toscana dal pacchetto anti-crisi, né le modalità di accesso a queste risorse. Non solo. Malgrado appelli e richieste, da Roma non è ancora giunto alcun sostegno diretto ai piccoli artigiani e contoterzisti costretti a chiudere la propria azienda. Per questa categoria che rappresenta una notevole porzione del tessuto produttivo pratese, non sono stati predisposti strumenti come la messa in mobilità, la riqualificazione professionale o gli scivoli pensionistici. «I nostri sforzi, e quelli di tutto il tavolo del distretto, per ottenere la Cigs in deroga – sottolinea Anselmo Potenza, presidente della Cna di Prato – sono stati solo in parte ripagati. Dieci milioni sono pochi e molto probabilmente non basteranno alle imprese per arrivare alla metà del prossimo mese». Proprio per affrontare questo impasse, che ad oggi realisticamente appare inevitabile, la Regione - nell’incontro tenutosi lunedì scorso tra i rappresentanti del tavolo del distretto e l’assessore Gianfranco Simoncini - si è detta pronta ad anticipare 20 dei 350 milioni previsti dal Governo. La totalità delle risorse – cioè i 350 milioni di euro - potrebbero essere sbloccate all’indomani della prossima Conferenza Stato-Regioni, prevista per il 15 di aprile, ma ad oggi non ci sono informazioni certe su come poter accedere ai fondi. «Questa situazione di estrema emergenza ci impone di essere sempre in allerta – rincara la dose Potenza – Ora è importante accelerare i tempi per la definizione dei criteri di accesso ai contributi affinché le imprese possano iniziare subito ad inoltrare le richieste non appena saranno sbloccati”. Visti i tempi burocratici infatti, non è detto che i 350 milioni possano arrivare subito dopo la Conferenza Stato-Regioni visto che, in pratica, l’Unione europea non ha ancora attivato le risorse Fse (Fondo sociale europeo) che, assieme ai Fas (Fondi aree sottoutilizzate), costituiscono la maggior parte dell’importo complessivo promesso dal Governo per fronteggiare la crisi. Un dato questo che è stato chiarito dalle dichiarazioni dello stesso Simoncini al termine dell’incontro di lunedì scorso tant’è che l’assessore regionale ha confermato che 105 dei 350 milioni arriveranno direttamente dalle casse regionali, proprio grazie al Fondo sociale europeo. Il che vale a dire che, conti alla mano, per combattere questa crisi il Governo non ha ancora messo sul piatto tante nuove risorse per gli ammortizzatori sociali e la ripresa dell’economia. «Garantire la cassa integrazione ai lavoratori è importante – ricorda Potenza – ma sono altrettanto fondamentali i contributi per le politiche attive, ossia quell’insieme di strumenti per rendere più competitive e moderne le imprese, accompagnando al contempo la ripresa economica. Ma se il Fondo sociale sarà in larga misura utilizzato per gli ammortizzatori sociali, e non per la formazione, significa che il Governo non ha pensato alle esigenze delle aziende, vero motore dell’occupazione».

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