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La mer, la fin...

mercoledì 11 marzo 2009

Firenze. Fenomeni urbanistici. Il prezzo lievita.

Il sottopasso? Più piccolo e più caro Depositata la perizia dei consulenti

L'opera, realizzata in project financing, è al centro di un'inchiesta della magistratura fiorentina: costi lievitati anche se il progetto è stato ridimensionato

Il progetto del sottopasso di viale Strozzi è stato, nel tempo, ridimensionato, ma il costo dei lavori risulta in consistente crescita. Un aumento che i periti nominati dalla procura fiorentina valutano pari al 34 per cento, per un totale netto di 2.614.141 euro. E le somme erogate dal Comune di Firenze, prive di giustificazione e dopo l'ulteriore variazione del progetto, ammontano a 3.187.000 euro. «Un'anomalia che rischia di alterare la finalità del project financing, per cui il Comune deve rimanere indenne al rischio di impresa, che deve restare a carico del concessionario » e, dunque, di Firenze Mobilità. È questa la conclusione dell'ingegnere Vittorio Di Giorgi Campedelli e dell'architetto Eugenio Turrin, i consulenti nominati dal sostituto procuratore Giulio Monferini, nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte truffe ai danni del Comune di Firenze, per la costruzione del sottopasso veicolare di viale Strozzi. Quattro le persone iscritte nel registro degli indagati: Gaetano Di Benedetto, che era responsabile unico del procedimento di tutte le opere del project per conto del Comune, l'ingegnere Vincenzo Di Nardo, presidente di Firenze Mobilità, il geometra Carlo Formigli e l'ingegnere Mario Pasquini, di Project Costruzioni, società formata da una serie di imprese (tra cui Baldassini–Tognozzi-Pontello), che detiene la maggioranza delle quote di Firenze Mobilità (tutti difesi dagli avvocati Alessandro traversi, Sara Gennai e Nino D'Avirro).

TRE MILIONI IN PIU' - Secondo gli esperti della procura, i costi dell'opera sarebbero lievitati di oltre 3 milioni di euro rispetto al progetto iniziale. In sostanza, l'intervento di realizzazione del sottopasso ammonta a 11.515.900 rispetto all'importo di 8.328.900 ipotizzato inizialmente. «Un progressivo aumento dei costi a fronte di un'opera che si è costantemente semplificata», spiegano i consulenti. Modifiche sono state apportate al tunnel in corso d'opera. Rispetto al progetto iniziale, che prevedeva una fermata della tramvia nel tunnel e il collegamento pedonale con la piazza sovrastante, non furono realizzati «i collegamenti verticali tra sottopasso e piazza sovrastante e gli affacci verso il Mastio». Inoltre, «la documentazione contabile ha seguito un percorso imposto a tavolino e non correlato ai lavori realmente eseguiti. Le oscillazioni delle voci di contabilità sono dovute a modifiche che non trovano riscontri in cantiere e, dove confrontate a campione, con l'eseguito, mostrano discordanze del 20 per cento». Secondo i consulenti, proprio «un artificio contabile» avrebbe reso «virtuale lo sconto del 20 per cento che è stato poi applicato». E d'altra parte, per l'ingegnere Di Giorgi Campedelli e l'architetto Turrin, «l'amministrazione concedente di una concessione di project financing ha il diritto di sapere se vi è o meno l'esatta corrispondenza tra l'opera oggetto della convenzione che viene descritta non solo nelle sue caratteristiche tecnico progettuali, attraverso gli elaborati del progetto, ma anche di costo, attraverso i computi metrici». Firenze Mobilità aveva l'obbligo di nominare un direttore dei lavori preposto alla contabilità dei lavori, ma non lo ha fatto. È vero, inoltre, che «non sussiste l'obbligo a carico dell'amministrazione concedente della istituzione di un ufficio di Direzione dei lavori», ma perché questa, per legge, «esercita attraverso il responsabile del procedimento le funzioni di vigilanza su tutte le fasi di realizzazione dei lavori». E, secondo l'accusa, sarebbe toccato all'architetto Gaetano Di Benedetto il controllo sui costi per la realizzazione dell'opera. Controllo che non sarebbe stato fatto. Anche gli indagati hanno disposto proprie consulenze, che portano a conclusioni diverse e che giustificano le divergenze di prezzo. Per gli ingegneri Pierantonio Taccheo, Sandro Chiostrini e Paolo Leggeri non è stata tenuta la contabilità dei lavori di costruzione del sottopasso di viale Strozzi, perché non era dovuta. L'opera era stata realizzata in regime di concessione e non di appalto, che è regolato da leggi e regolamenti diversi.

Valentina Marotta (il Corriere fiorentino.it)
10 marzo 2009

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