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La mer, la fin...

martedì 3 marzo 2009

Nucleare. Un errore come il "benaltrismo".

Per fortuna l'assessore regionale è contro il nucleare, ma perchè i politici del PD parlano sempre sotto forma di moralismo paternalistico e sfruttano una ragione per affermare dei torti o per farci digeririre la loro complessiva e opportunistica visione del mondo? Lasciamo alla partecipazione diretta delle comunità locali, decidere sui "paesaggi lunari". Ah, poi l'assessore non si è ricordata di nominare i rigassificatori..., piccola dimenticanza.
mv



La Regione sull’energia

Nucleare? Ecco perché è un errore
di ANNA RITA BRAMERINI

Oggi nel mondo ci sono 438 centrali nucleari. Producono il 16% dell’energia elettrica planetaria. Attualmente sono 30 gli impianti in costruzione (uno solo in Europa) nei Paesi in via di sviluppo e 120 annunciati (in Cina e India). Il reattore in corso di realizzazione in Finlandia, che dovrebbe servire da modello per il nucleare italiano di terza generazione concordato fra Sarkozy e Berlusconi, ha 38 mesi di ritardo, e - venduto per 3 miliardi - è già costato 5,4. Per questo Siemens ha annunciato che abbandonerà il progetto. E’ vero che una centrale nucleare da 1000 MW funziona con 30 tonnellate di uranio, ma l’Agenzia internazionale per l’energia dice che le riserve basteranno al massimo per altri cinquanta anni. Se Cina e India costruissero le centrali annunciate, l’uranio sarebbe disponibile solo per venticinque anni. Il rispetto della sicurezza impone costi elevati che nessun privato si sogna di sobbarcarsi. Obama ha cancellato i fondi pubblici destinati al nucleare. Il problema delle scorie non è risolto e il sistema che si vorrebbe adottare in Italia prevede che il combustibile nucleare rimanga molto più a lungo nel reattore, con una usura e una radiotossicità molto più elevate. I tempi di costruzione di una centrale sono di circa venti anni e la cosiddetta quarta generazione, più sicura, non sarà pronta prima del 2030.

Questo è il quadro complessivo basato sui fatti (non su ideologie o pregiudizi) in base ai quali la Regione ha approvato un Piano energetico che esclude il ricorso al nucleare. Entro il 2020 dobbiamo invece ridurre i gas serra del 20 per cento, aumentando del 20 per cento risparmio energetico ed energie rinnovabili, che possono arrivare a produrre fino al 50 per cento dell’energia toscana. Utilizzeremo il gas come fonte di transizione, con la realizzazione del rigassificatore di Livorno e del metanodotto Galsi, e abbiamo chiesto la trasformazione a metano delle centrali di Livorno e Piombino.
Da queste convinzioni devono derivare scelte più oculate e partecipate possibili e l’introduzione delle migliori tecnologie di mitigazione degli impatti. Però la Toscana, se vuole dare senso alla sostenibilità, deve lavorare per sviluppare tutte le fonti di energia rinnovabile. Diventano allora inaccettabili affermazioni per cui sei pale eoliche accanto a una discarica diventano “un massacro del paesaggio” e un parco fotovoltaico un “paesaggio lunare”; che della geotermia “bisogna fare tabula rasa” e comunque e dovunque c’è sempre “ben altro da fare”. Se ciò invece prevarrà vorrà dire che abbiamo tutti scherzato. Ma le conseguenze di questo scherzo non sarebbe difficile immaginarle. Dietro il “benaltrismo” c’è una bella centrale nucleare.

Anna Rita Bramerini assessore regionale all’Energia e all’Ambiente
il Tirreno 03.03.09

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