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La mer, la fin...

lunedì 16 marzo 2009

Politica. Il ritorno del Curato

Le dichiarazioni del buon Curato di campagna, Romano Prodi, danno la dimensione di che tipo di governo abbiamo mandato a Palazzo Chigi nel 2006... E della "statura politica" dell'ex segretario del PD... uno che le mosse le azzecca sempre, eh?

Il Sorcio Verde
per Municipio Verde


Los tres caballeros...



da repubblica.it
Il Professore da Fazio: "Sono solo andato a ritirare la tessera del Pd non capisco il clamore"
Poi addossa all'ex segretario Pd la responsabilità della caduta del suo governo Prodi in tv, stoccata a Veltroni "E non farò il capolista alle europee" "Capii che era finita quando Mastella si affacciò alla mia stanza..."

MILANO - "Mi hanno telefonato che era arrivata la tessera e sono andato a ritirarla, non capisco tutto questo clamore". Romano Prodi ritorna in televisione ospite di Fabio Fazio a "Che tempo che fa" rilancia la sua idea che la politica veltroniana del correre da soli segò il ramo sul quale era seduto il suo governo e, nonostante una distanza di linea politica dice: "Io non tornerò a fare politica ma il partito democratico e la speranza per l'Italia".

Sereno, rilassato apparentemente contento del suo ritorno agli studi il Professore, che compilando il modulo della trasmissione alla voce professione ha scritto "pensionato", ha ribadito che per lui quella politica è una stagione finita. "Ho annunciato con serietà - ha detto l'ex premier - la scelta di uscire dalla politica. Confermo quella scelta e credo che ora c'è bisogno di gente che eserciti il proprio spirito critico. Spero di essere utile così". "Mi hanno offerto di fare il capo lista alle Europee - ha aggiunto - pensi che me lo ha chiesto anche il Belgio e ciò mi ha fatto molto piacere. Tuttavia con questo ho chiuso".

Il Professore non rinnega il percorso che ha portato al Partito democratico, anzi non sembra preoccupato delle difficoltà attuali. "Non si rivoluzionano secoli storia in un anno solo - dice - è un processo in corso, ma è la cosa più importante della mia vita politica, Perché un paese è sempre un insieme di diversità e nel caso del Pd in parte si è riusciti ad unire le due culture, in parte no". Però non dimentica i problemi creati dalla scelta di Veltroni di rompere l'Unione. E rivela che lo stesso giorno in cui l'allora segretario annunciò che il Pd sarebbe andato da solo alle elezioni, "io non ebbi bisogno di pensare, perché si affacciò Mastella nel mio ufficio a palazzo Chigi e disse 'se volete far fuori me, sono io che faccio fuori voi'. Anzi, Mastella disse una frase un po' più colorita...". "Sono andato via perché il partito aveva una linea che non condividevo, ma il Pd è la speranza del Paese".

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