TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

lunedì 30 marzo 2009

Prato. Gli emarginati "di ritorno"

Significativi segnali di una crisi che dura da tempo...
Oltre duecento senza dimora, e in aumento il numero dei pratesi, che devono affidarsi alle cure della Pubblica Assistenza e della Caritas.
Non commentiamo ulteriormente...
MV

da il Tirreno del 29/03/09
La discesa all’inferno del manager

Erano imprenditori e professionisti, ora vivono sotto i ponti

Emarginati “di ritorno” il numero è in aumento La Pubblica assistenza vara la “ronda della solidarietà” seguendo l’esempio della Caritas

PRATO. Imprenditori di successo o professionisti in carriera fino a ieri, oggi si ritrovano a dormire sotto i ponti e a rannicchiarsi in mucchi di scatole per non soffrire il freddo. Li chiamano gli emarginati “di ritorno”, vittime di quella crisi che nel giro di qualche mese li ha privati della casa e dello stipendio per campare. E a Prato sono in aumento, secondo i volontari della Pubblica assistenza L’Avvenire che da qualche giorno stanno sperimentando un nuovo servizio di ascolto per dare una mano ai barboni e senzatetto che trascorrono la notte senza un riparo in città.
Una “ronda della solidarietà”, un’esperienza umana forte che a Giacomo, Gabriele, Enrico e Annabella, così si chiamano i volontari che si alternano nel turno delle operazioni, ha aperto un mondo sotterraneo, fatto di sofferenze, storie dolorose di uomini e donne che mai avrebbero immaginato.
Un servizio analogo viene già erogato da tempo dalla Caritas con cui la Pubblica assistenza ha tutta la volontà di collaborare. «Non intendiamo sostituirci al loro lavoro, ma semmai affiancarli nell’iniziativa di tendere una mano a queste persone che vivono sulla strada, sopperendo alla carenza di volontari, soprattutto giovani», chiarisce il direttore della Pubblica assistenza Alberto Gallo.
Non è poi così strano, del resto, che questa associazione non si occupi solo di soccorso ed emergenza visto che, circa trent’anni fa, i locali di via San Jacopo ospitavano un dormitorio pubblico. La Pubblica assistenza lancia a questo proposito un appello: «Vorremmo coinvolgere nuovi giovani volontari pratesi per inserirli in una squadra d’ascolto e di sostegno psicologico in aiuto a queste persone». E anche se di ronde si tratta, seppur declinate in chiave solidale, il termine mutuato dal vocabolario leghista non piace ai volontari della Pubblica assistenza che in questa impresa sono partiti in sordina circa un mese e mezzo fa. «Ma l’obiettivo è quello di potenziare le squadre in modo da poter prestare ascolto ogni sera», spiega Giacomo Cellai, uno dei volontari più attivi, che grazie a questa esperienza ha potuto conoscere il volto vero del disagio in città. Eppure, lui non vuole sentirsi un”salvatore”. «Mi limito ad ascoltare queste persone, offrendo loro una coperta, un caffè e una pacca sulle spalle».
Sono circa 200, secondo la Pubblica assistenza, i senza dimora che popolano l’esercito dei nuovi emarginati di ritorno. Si fanno trovare nell’area dell’ospedale o delle poste di via Martini, in cerca di un riparo per passare meglio la notte.«Non sono più solo immigrati, oggi ci sono anche tanti pratesi che prima della crisi avevano una condizione economica dignitosa», spiega Enrico Gentile, un altro volontario.
E che l’emarginazione sociale a Prato abbia cambiato pelle per effetto della crisi lo dimostrano anche i contatti che ogni giorno riceve la Pubblica Assistenza.
«Non riguardano più solo l’emergenza e il pronto soccorso - fa notare Gabriele Alberti - spesso ci chiamano signore che non possono permettersi di fare la spesa e ci chiedono come fare per avere la tessera dell’Emporio».
Maria Lardara

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Giacomo cellai sei un falso ipocrita

Anonimo ha detto...

600 euro più buoni spesa bel volontario !!!!
grazie bozzolo!

Anonimo ha detto...

potevo capire se erano altre persone, ma proprio voi!!!!! persone che allontanano i volontari dalla pubblica cercano di aiutare altri!!!! ipocriti!!!!