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La mer, la fin...

martedì 29 luglio 2008

Base Usa di Vicenza. Il Consiglio di Stato rimette in moto tutto.


Accolto il ricorso del Ministero. Bocciato il Tar Veneto che aveva dato ragione alla richiesta di sospensione del progetto Dal Molin.
"Base Usa di Vicenza può ripartire" il Consiglio di Stato dice sì al governo.
Il presidio No Dal Molin: "I cittadini di Vicenza continueranno nella loro opposizione.
"Il Codacons: "A ottobre il Tar Veneto dovrà valutare i gravissimi rischi ambientali"


ROMA - La base militare americana di Vicenza potrà essere ampliata. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero della Difesa contro l'ordinanza del Tar del Veneto, che il 18 giugno scorso aveva detto sì alla domanda di sospensione del progetto Dal Molin di ampliamento della base militare Usa della città veneta. "Il consenso prestato dal governo italiano all'ampliamento dell'insediamento militare americano all'interno dell'Aeroporto Dal Molin è un atto politico, come tale insindacabile dal giudice amministrativo". E' questa una delle ragioni per le quali la quarta sezione del Consiglio di Stato non condivide le valutazioni del Tribunale amministrativo sull'illegittimità dell'allargamento della base americana. Ma ci sono altri due motivi per cui il Consiglio di Stato "boccia" il Tar, che invece aveva accolto il ricorso presentato nel settembre 2007 dal Codacons del Veneto e dall' Ecoistituto Alex Langer di Mestre. Primo, perché il via libera all'ampliamento della base di Vicenza non può dipendere dall'esito della consultazione della popolazione interessata e poi perché non risultano "riscontri concreti" sui rischi di danno ambientale indicati nella ordinanza del tribunale veneto. Per quanto riguarda la consultazione popolare, che è stata uno dei punti fermi della protesta portata avanti dal comitato No Dal Molin, la nota di Palazzo Spada spiega che "non rientra nella procedura di autorizzazione ad un insediamento militare, di esclusiva competenza dello Stato". Il documento specifica inoltre che "tanto meno essa è prevista nella procedura risultante dal Memorandum del 1995; tale consultazione è stata soltanto ipotizzata nelle dichiarazioni del ministro della Difesa pro tempore in sede parlamentare".
Le reazioni.
Immediata la replica del presidio permanente che si oppone al raddoppio della base americana: "I cittadini di Vicenza continueranno nella loro opposizione alla base, vedremo se gli Usa si assumeranno la responsabilità di imporcela comunque", dice la leader del presidio Cinzia Bottene.

Bottene, che è anche consigliera comunale, precisa che il comitato era "preparato ad una decisione del genere", che "non cambia la sostanza delle cose". Secondo il commissario governativo alla base di Vicenza, Paolo Costa, il pronunciamento del Consiglio di Stato "certifica evidentemente la legittimità delle procedure seguite".

Ma il Codacons non è d'accordo: "Ci sembra una decisione di 'ossequio', evidentemente ai desideri di Berlusconi e del ministro La Russa". L'associazione in difesa dei consumatori rileva che la sentenza "non dice nulla circa i gravissimi rischi ambientali denunciati dalla stessa valutazione fatta realizzare dagli americani, e quindi non sospetta". Per il Codacons non è detta l'ultima parola: "L'8 ottobre il Tar Veneto dovrà decidere nel merito sugli oltre 20 motivi di ricorso presentati e valutare concretamente i gravissimi rischi ambientali connessi ad un insediamento di oltre 2.500 nuove unità di militari che porterebbe all'utilizzo di tutta l'acqua delle falde acquifere della zona". (29 luglio 2008)


Fonte: la Repubblica

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