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La mer, la fin...

martedì 15 luglio 2008

Torture. Sentenza per Bolzaneto: colpevoli ma non troppo.



Dal Corriere della Sera, riportiamo la sentenza per il processo relativo alle violenze e agli abusi commessi dalle forze dell'ordine nella caserma di Bolzaneto, al termine delle manifestazioni contro il G8 di Genova.
Consideriamo senz'altro un fatto positivo che comunque si sia giunti ad una condanna di un terzo degli accusati e che si sia ricosciuta l'evidenza di una gravissima violenza ingiustificata, esercitata da rappresentanti dello Stato.
Certo, il risultato complessivo può lasciare l'amaro in bocca, soprattutto a chi, come noi, ha potuto constatare in quei giorni l'ottusa e criminale violenza delle forze dell'ordine. Ma intanto accogliamo queste condanne con la speranza che possano contribuire ad allontanare per sempre dal nostro Paese la pratica di simili abusi.
MV

Il Processo sui soprusi e sulle violenze durante il g8 di Genova
Bolzaneto, 15 condanne e 30 assoluzioni


«Non ci fu tortura dentro la caserma»
La sentenza dopo 11 ore di camera di consiglio: accolte in parte le richieste dell'accusa. Nessuno andrà in carcere
La lettura del dispositivo della sentenza (Ansa)
GENOVA - Quindici condanne e trenta assoluzioni. Questa è la sentenza del processo sui soprusi e sulle violenze perpetrate nella caserma di Bolzaneto ai danni dei manifestanti arrestati o fermati durante il G8 di Genova nel 2001, quando la città ligure fu devastata da gravi disordini e scontri tra manifestanti e forze dell'ordine culminati con l'uccisione del giovane no-global Carlo Giuliani da parte di un carabiniere e con l'incursione dei poliziotti nella scuola Diaz. Dopo circa 11 ore di Camera di consiglio, il presidente del Tribunale penale di Genova, Renato Delucchi, ha pronunciato la sentenza con cui la Corte genovese ha giudicato 45 imputati (poliziotti, guardie penitenziarie, medici e infermieri) accusati di vari reati tra cui lesioni, maltrattamenti e falso. I giudici non hanno riconosciuto l'aggravante della crudeltà e dei motivi abietti assimilabili al reato di tortura. Le condanne, inflitte in massima parte a membri delle forze di polizia, variano tra i cinque mesi e i cinque anni (nessuno però finirà in prigione). Sono stati comminati complessivamente 24 anni di carcere, contro i 76 anni, 4 mesi e 20 giorni chiesti dai magistrati genovesi Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati.


SENTENZA - La Corte ha dunque accolto solo in parte le richieste della pubblica accusa che chiedeva la condanna a vario titolo tra i 5 anni e mezzo e un anno di carcere per tutti i 45 imputati. La Corte ha invece pronunciato soltanto 15 condanne: la più pesante, cinque anni, ad Antonio Biagio Gugliotta, ispettore delle Guardie penitenziarie, che aveva la responsabilità della caserma di Bolzaneto. Gli altri condannati sono Alessandro Perugini, all'epoca numero due della Digos di Genova, il funzionario di polizia con il grado più alto nella struttura, e l'ispettore Anna Poggi, rispettivamente a 2 anni e 4 mesi di reclusione ciascuno; Daniela Maida, ispettore superiore ad 1 anno e 6 mesi di reclusione; Antonello Gaetano, a 1 anno e 3 mesi, gli ispettori della polizia di Stato Matilde Arecco, Natale Parisi, Mario Turco e Paolo Ubaldi ad 1 anno di reclusione ciascuno; Massimo Luigi Pigozzi, assistente capo della polizia di Stato a 3 anni e 2 mesi di reclusione; Barbara Amadei a 9 mesi, Alfredo Incoronato a 1 anno, Giuliano Patrizi a 5 mesi. Sono inoltre stati condannati i medici Giacomo Toccafondi ad 1 anno e 2 mesi di reclusione e Aldo Amenta a 10 mesi. La Corte ha dunque ritenuto responsabili dei reati ascritti solamente 15 imputati, assolvendone 30 (o perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto). Fra questi ultimi, l'attuale generale della Polizia penitenziaria, Oronzo Doria, all'epoca dei fatti colonnello. La Corte, per tutti i condannati, ha stabilito anche come pena accessoria la sospensione temporanea dai pubblici uffici. Inoltre ha condannato i responsabili, nonché il ministero degli Interni e quello della Giustizia, a pagare i danni materiali e morali subito dalle parti civili.


LE ACCUSE - Ma cosa accadde a Bolzaneto nella notte tra il 21 e il 22 luglio 2001? La caserma dove furono condotte le persone arrestate nei giorni del G8 è stata descritta dai pm come «un girone infernale». Secondo l'accusa, sarebbero avvenuti episodi di vera e propria tortura che avrebbero violato la dignità umana e i più significativi diritti alla persona. I pm, nella loro lunga requisitoria, raccolta in una memoria di 600 pagine, affermarono che nella «caserma di Bolzaneto furono inflitte alle persone fermate almeno quattro delle cinque tecniche di interrogatorio che, secondo la Corte Europea sui diritti dell'uomo, chiamata a pronunciarsi sulla repressione dei tumulti in Irlanda negli Anni Settanta, configurano 'trattamenti inumani e degradanti'». L'accusa però, non potendo contestare il reato di tortura, che non esiste nel nostro ordinamento, ha scelto di chiedere per i vertici apicali preposti alla struttura l'art. 323 (abuso d'ufficio) oltre alla violazione della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, abuso d'autorità nei confronti di persone arrestate o detenute, minacce, ingiurie, lesioni. I reati contestati saranno tutti prescritti nel 2009.


«QUALCOSA DI GRAVE E' SUCCESSO» - «Nella sostanza l'accusa di abuso d'autorità è stata riconosciuta - ha commentato il pm Vittorio Ranieri Miniati dopo la lettura della sentenza. - Inoltre è stata riconosciuta la responsabilità di diversi imputati. È stato riconosciuto che qualcosa di grave nella caserma di Bolzaneto è successo». «Il tribunale - ha proseguito - ha ritenuto di assolvere diversi imputati. Leggeremo la sentenza e valuteremo se fare appello. Complessivamente è un giudizio di soddisfazione a conclusione del processo e dopo un'istruttoria che ci ha impegnato per anni». E giovedì prossimo sono attese le richieste di condanna dei pm al processo per la sanguinosa irruzione della polizia nella scuola Diaz.

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