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La mer, la fin...

venerdì 25 luglio 2008

Variante sulla Declassata. L'approvazione in Consiglio Comunale

Per il momento, solo la rassegna stampa...
MV

Il Tirreno del 25/07/08
La Variante divide la maggioranza

L’Idv rientra, i Verdi restano fuori. Via libera con 24 voti a favore

Anche l’Udc si astiene In vista della fine della legislatura iniziano i giochi di riposizionamento

PRATO. Uno recuperato, uno perso, uno mancato ma per un pelo, uno confermato, uno non conquistato solo per rispetto agli schieramenti. E siccome la politica - si sa - si fa con i numeri, sulla variante Declassata, si dica ciò che si vuole, nuove alleanze si cominciano a intravedere. Non c’erano dubbi - dopo la maretta in commissione - che la delibera in consiglio sarebbe andata liscia come l’olio. E così è stato. L’atto di governo forse più importante di questa legisltura quasi agli sgoccioli, è passato con 4 voti contrari e 24 a favore: il Pd in massa, i voti, scontati, di sindaco e presidente del consiglio, quello del consigliere Moreno Zazzeri ex Pdci ma anche l’assenso, annuciato, di Massimo Taiti e col voto, recuperato appunto, dell’Italia dei Valori, venuta a più miti consigli grazie al sì raccolto su una mozione all’acqua di rose: per evitare speculazioni - è il documento - c’è bisogno di mantenere pubblici i terreni, già pubblici, sui quali nascerà il polo espositivo.
Due le sorprese. La prima: la propensione di Leonardo Becheri capogruppo di Rifondazione - che alla fine ha dato voto contrario - all’astensione, mancata per un soffio, per l’impossibilità (non c’erano i tempi tecnici) di mettere all’ordine del giorno un documento nel quale si facesse esplicito riferimento alla necessità di predisporre un anticipo di variante anche sul macrolotto Zero «così da riequilibrare - ha spiegato Becheri - carichi demografici e funzioni della città». Il no attuale di Rifondazione - ha spiegato il consigliere - è però soggetto a verifiche future in sede di discussione del regolamento urbanistico sull’area. Un modo nemmeno troppo “coperto” - visto che il documento, se i tempi tecnici verranno rispettati, sarà discusso in prossimità della fine della legislatura - di lasciare uno spiraglio per trattative su possibili alleanze future con la maggioranza. La seconda è venuta dal consiglier Udc Roberto Caverni che, anche lui, ha dato l’astensione, sostenendo che «non si può archiviare il polo fieristico, che per altro ho sempre sostenuto, solo dicendo che il settore fiere è in crisi». Che questo piccolo passo in avanti dell’Udc, in prospettiva, possa significare svolte, è presto per dirlo. Ma intanto la maggioranza, sindaco in testa, incassa. Nessuna nuova, invece, sul fronte Verde il cui capogruppo Tommaso Rindi ha confermato l’astensione per tre motivi: studi demografici insoddisfacenti, fase della partecipazione da migliorare e allargare, un più coordinato studio su mobilità e infrastrutture. Il consigliere ha sottolineato come, anche queste perplessità, provengano da un confronto critico ma interno alla maggioranza e ha confermato la sostanziale condivisione del procedimento. Insomma i Verdi sono “dentro” anche se hanno firmato un documento Arcobaleno, girato in consiglio, con Sinistra democratica e Rifondazione nel quale, in sostanza, si ribadiscono le critiche mosse durante il dibattito.
Unico intervento applaudito dalla cinquantina di esponenti dei comitati presenti nel salone consiliare - in prima fila anche il coordinatore cittadino di Forza Italia Giorgio Silli - quello del consigliere Mauro Vannoni che ha criticato pesantemente il percorso fatto, giudicandolo privo «di valide politiche territoriali, della partecipazione e di un governo del territorio svincolato da interessi privati». Ha espresso un giudizio negativo «per mancanza di una tempistica chiara sulle infrastrutture, per l’incertezza del progetto del polo all’interno del sistema fiere toscano» ha parlato il capogruppo di Forza Italia Goffredo Borchi che si è soffermato anche sul contrasto politico tra il progetto di Urban e quello dell’Ufficio di piano. Secondo Gianni Cenni, capogruppo di An, la variante «è la coperta di Linus sotto la quale si tenta di nascondere le magagne».
Di segno opposto l’intervento del capogruppo Pd Luca Roti che ha sottolineato come «il progetto di variante sia l’occasione giusta per cambiare la città». Secondo Fabio Caregnato, Pd, infine «la variante valorizza un pecorso di riorganizzazione e razionalizzazione degli interventi edilizi».
Cri.Or.

da La Nazione del 25/07/08
Area ex Banci via libera del consiglio
Ciuoffo: «Una nuova città “pubblica”»
DIBATTITO ampio ed esito scontato della votazione in consiglio comunale sull’ordine del giorno relativo alla variante Declassata e al polo espositivo nell’area ex-Banci. Dopo un po’ di mal di pancia manifestato dall’Italia dei valori e dai verdi in commissione (dove si astennero due esponenti di maggioranza: Aurelio Donzella e Tommaso Rindi) l’ordine del giorno presentato dalla giunta e illustrato dall’assessore all’urbanistica Stefano Ciuoffo ha avuto il sì di Pd e Idv, Lista Taiti e Comunisti italiani, il no dei gruppi di Forza Italia, An, Rifondazione e Sinistra per Prato viva e l’astensione di verdi e Udc.

NEL SUO intervento, Ciuoffo ha voluto spiegare il senso più profondo della cosiddetta "variante Declassata", che anticipa la più ampia revisione del Piano strutturale, è partito dall’immagine della «città pubblica», dall'ipotesi di creare una «nuova città», con un polo eventi e funzioni superiori, nell'area della ex Banci. Certo la "variante" in questione non è solo questo e prende in esame l'intero asse urbanistico tagliato dal viale Leonardo da Vinci, suddividendolo in tre "nodi": il sistema ex Banci/Pratilia (nodo 1), il sistema del Soccorso (nodo 2), il sistema di Capezzana (nodo 3).
«Il tutto — ha sottolineato Ciuoffo — stando dentro le previsioni del "Piano Secchi": nei tre nodi della "variante Declassata" le quantità per la residenza sono inferiori di circa 350 mila metri quadri in termini di suolo occupato e di circa un milione di metri cubi in termini di costruito, con 450 mila metri cubi di edificato destinati, nonostante la riduzione, al cosiddetto "privato/sociale". Certo c'è un'addensamento nell'area ex Banci, sia di commerciale che di residenza, anche se la vera previsione fuori scala è rappresentata dai 56mila quadri del "centro eventi"».
Nel dibattito, Donzella ha motivato il suo voto favorevole con lì’approvazione di una mozione in cui il consiglio si impegna «a garantire in futuro la destinazione ad uso pubblico dell'area del polo espositivo-polifunzionale al fine di evitare interventi speculativi». Per Rindi, invece, «le forze economiche cittadine sono rimaste in disparte e ««dal punto di vista della realizzazione di residenza, uffici e servizi non vi è stata sufficiente riflessione e coinvolgimento di tutte le forze politiche». Molto critico il capogruppo di FI, Goffredo Borchi: «Di fronte alle necessità della città, la giunta Romagnoli non riesce a dare risposte e sta sbandando al suo interno». Per Roberto Caverni, Udc «non si può rinunciare a questa opportunità». Decisamente favorevole la posizione del capogruppo del Pd, Luca Roti: «Approviamo l’inizio di un grande progetto di riqualificazione di un’intera parte della città, ma soprattutto di un’idea nuova della città». Per Mauro Vannoni (Sinistra per Prato viva) «questa variante è una scatola vuota; una grave assenza della politica, una vera e propria mancanza di idee». Diversa l’idea di Moreno Zazzeri (Comunisti italiani): «È il più importante atto politico di questa amministrazione».
Critico Leonardo Becheri (Rifondazione): «Sulla riqualiicazione della Declassata ci sono troppi punti interrogativi». Positivo il parere di Massimo Taiti (Taiti per Prato): «Ci saranno interventi di grande impatto sul sistema della mobilità e e sulle funzioni centrali della città». Contrario, invece, Gianni Cenni (An): «Questa variante è come la coperta di Linus con la quale si tenta di coprire le magagne, ci sono forti perplessità su tutta l’operazione».

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