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La mer, la fin...

lunedì 16 marzo 2009

Bambini. Di Cernobyl.

Giovanardi: patto con Minsk per non trattenerli La Bielorussia vieta le vacanze
all'estero ai ragazzi di Chernobyl Nuovo caso Vika negli Usa. I volontari italiani: protocollo sui 14enni in vigore in Germania e Belgio

ROMA — Il disastro nucleare ha divorato il loro futuro, condannandoli a una vita breve e, spesso, già compromessa da tumore o leucemia. Ma ora Alexander Lukashenko, leader della Bielorussia considerato l'ultimo dittatore europeo, ha deciso di fare di più, rovinando anche il presente dei bambini di Chernobyl. La misura è il divieto per i maggiori di 14 anni di trascorrere vacanze all'estero. L'ha resa nota ieri il Sunday Times, evidenziando anche che il governo di Minsk ha già firmato due accordi bilaterali, con Italia e Irlanda, a garanzia del rientro in Bielorussa di ogni singolo bambino a fine vacanza.
La notizia del blocco per i ragazzi più grandi ha gettato nello scompiglio le associazioni che in estate e sotto Natale regalano piccole, fondamentali, dosi di serenità ai bimbi bielorussi. «Sarebbe gravissimo» commenta il sottosegretario con delega alla famiglia, Carlo Giovanardi «perché creerebbe una forte delusione nei bambini che magari sono già venuti in Italia, nelle famiglie che li hanno ospitati, e in quelli che aspettavano di poter avere la stessa gioia». E promette: «Credo che il governo si attiverà per scongiurare questa ipotesi. Anche perché l'Italia ha sempre improntato i rapporti con la Bielorussia alla correttezza. C'era stato solo un caso di una bambina trattenuta, ma era una iniziativa unilaterale di una singola famiglia, a fronte di tante che vanno anche là ad aiutare i bambini e i loro parenti».
Il caso era quello di Vika-Maria, bambina che aveva raccontato alla famiglia ospite le violenze subite nell'orfanotrofio bielorusso, delle quali portava i segni nel corpo e nel cuore. Invano le due "nonne" estive l'avevano nascosta per sottrarla al destino di violenze. Le forze dell'ordine l'avevano trovata e riportata a Minsk, dove ora è affidata alla famiglia che aveva già in affido il fratello. Quella fuga non era piaciuta al governo Lukashenko che aveva vietato le trasferte in Italia. C'era voluto quell'impegno a riconsegnarli tutti per superarlo. Ora il nuovo irrigidimento dopo un altro «caso Vika» negli Usa: una quattordicenne aveva tentato di restare lì. Per questo il divieto generalizzato, malgrado la ragazza sia poi tornata. Carlo Antonio Bianchi, presidente onorario della federazione Avib (Associazioni di volontariato italiane in Bielorussia) si attiva per capire: «Il nuovo ambasciatore bielorusso in Italia ci ha assicurato che non gli risulta un simile provvedimento. Se esiste probabilmente riguarda solo la Gran Bretagna».
Gian Emilio Crippa di Help for Children contatta il suo omologo in Bielorussia e aggiunge un elemento: «Secondo nostre informazioni qualificate per noi resta in vigore l'accordo che prevede il permesso di trasferte fino ai 18 anni. Ma il problema è cosa accadrà alla sua scadenza? Tutti i nuovi protocolli contengono quel divieto, sarebbe già accaduto per l'accordo con il Belgio e con la Germania. Speriamo che non avvenga. Sarebbe terribile». Olga Semionova, quindicenne condannata da un tumore al cervello spiega quanto con una domanda: «Non ho molte cose da poter attendere con ansia, perché qualcuno dovrebbe essere contro il fatto che io faccia una vacanza?»

Virginia Piccolillo
16 marzo 2009
Il Corriere della Sera

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