TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

lunedì 16 marzo 2009

Message in the bottle. "Il Posto" a tempo indeterminato


Riceviamo queste interessanti riflessioni sul "sottobosco" partitico-elettorale...
MV

Siamo praticamente in campagna elettorale da quando (buon’ultimo il PDL) i due maggiori schieramenti non senza le notissime difficoltà hanno presentato i loro candidati a sindaco di Prato. I designati,consapevoli della complessità del mandato ricevuto,si dedicheranno con il massimo zelo ad ascoltare le opinioni e le richieste dei cittadini,a costruire na macchina organizzativa efficiente(anzi vincente),a formulare il “programma” con il quale la loro coalizione si presenterà agli elettori.
Questo compito di per se oneroso è, questa volta,ancora più pesante.
La lotta per conquistare il comune di Prato(e la provincia) sarà più dura,difficile e decisiva della altre tornate elettorali:il centrosinistra deve strenuamente difendere una tradizione semisecolare ricca di risultati positivi consolidati. Il centrodestra esaltato dai tradizionali sondaggi,si getta questa volta con qualche speranza all’arrembaggio per catturare una delle più città simbolo della sinistra in Toscana.
Perciò le due coalizioni stanno rastrellando tutte le possibili alleanze e anche la tua caro candidato sindaco sta cercando l’adesione di gruppi estemporanei,liste di carta,movimenti localistici,piccoli microscopici partiti. Da ognuno di loro riceverai,per il programma,contributi,indicazioni,richieste diverse,disparate,spesso sconnesse. Alla fine,con infinita pazienza potrai concordare un programma plausibile o,come si dice con noiosa ripetitività,”condiviso”. Faticosa,ma sebben condotta questa dialettica potrebbe arricchire la campagna elettorale di una vitalità inedita e interessante. Ma il problema è un altro la simultanea insistente domanda che ogni coalizzato ti rivolgerà per ottenere una “significativa presenza” nell’assetto complessivo dell’amministrazione comunale. Tradotto in parole intellegibile e quelli della società civile,significa stabilire e assicurare subito,mentre si discute il programma,quanti e quali “posti” saranno riservati a ciascuno dei gruppi che partecipano alla coalizione. Come vedi ,amico candidato,la faccenda diventerà progressivamente meno seria e più preoccupante. Perché è pur vero che i “posti” sono tanti(fra assessorati,circoscrizioni,consigli di amministrazione,presidenze e vice presidenze,società partecipate,sono alcune centinaia) ma dentro e intorno alla coalizione si agitano turbe di aspiranti e pretendenti sempre numericamente superiori alla pur ampia disponibilità. L’aspetto quasi drammatico e comunque deprimente comincia ora. I nomi di chi dovrà occupare i “posti” che hai dovuto promettere a cominciare dagli assessorati e via via discendendo,ti saranno formalmente indicati dai rappresentanti di ogni gruppo federato. E lo faranno a vittoria ottenute forti dell’apporto ovviamente determinante dei loro voti. Niente di male,rientra nei patti, e i patti si sa devono essere rispettati a ogni costo. Ma in questo caso il costo può essere altissimo.
Prendiamo il caso di un gruppo coalizzato con una consistenza minima di iscritti al quale sia stato assegnato,per esempio,un “posto” nel consiglio di amministrazione di una partecipata che gestisce trasporti pubblici. Il segretario di quel gruppo,avendo a disposizione soltanto pochi militanti,ti comunicherà il nome di quello a lui personalmente più legato,magari professionalmente qualificato come portiere dell’Usl o come ex impiegato d’ordine,pensionato di una cassa rurale.
Grato per il gettone(spesso consistente),inesperto ma uomo di mondo sederà obbediente e composto senza dire una parola per decine e decine di sedute lasciando che altri decidano sui gravi problemi che affliggono il trasporto pubblico
La faccenda può ancora aggravarsi se il solito meccanismo viene usato per lo stesso consiglio di amministrazione,da diversi segretari “aventi diritto” a un posto. Potrebbero formarsi (è successo,è successo…)delle situazioni clamorosamente anomale,oltre il limite del ridicolo e inconcepibili in qualsiasi corrispondente organismo privato.
A questo proposito sarebbe interessante,per un candidato sindaco (e propedeutico alle sue responsabilità)provenienza o provenienza politiche durata dell’incarico mobilità di coloro che attualmente rappresentano l’amministrazione comunale nei vari organismi,enti e società
Il risultato potrebbe indurre allo sconforto i pochi seriosi
I pochi seriosi custodi della buona amministrazione pubblica,ma offrirebbe agli altri e sono tanti,motivo di spensierata allegria una occasione di soddisfatta complicità all’insegna,nei secoli assolutori, del “così fan tutti..”
E non è finita caro candidato sindaco. Situazioni ancora più preoccupanti possono nascere dalle designazioni fatte dai responsabili dei grossi partiti. Questi hanno,ovviamente,esigenze rigide,e quindi non trattabili. Ti scaricheranno nella squadra quei soggetti, quasi sempre irrimediabilmente ossidati,che hanno acquisito per antichi ma non dimenticabili meriti lo status di “amministratori pubblici a tempo indeterminato”.
Maturati nei corridoi delle direzioni provinciali perfetti conoscitori di ogni movimento e sommovimento interno conservano viva e loquace memoria delle storie personali di ogni dirigente passato,presente e … futuro.
Alcuni hanno acquisito questo diritto per il passaggio contrattato da un altro partito. Sono i saltimbanchi della politica vecchie scorie di partiti disciolti che si ripropongono nel mercato dei “posti” con piccole ma appetibile doti di voti clientelari;una manovalanza politica spocchiosa e cinica,un virus sottile e pericoloso presente in tutti i cosi detti grandi partiti.
Queste due ultime fattispecie hanno in comune un bagaglio insopportabile di presunzione e negli organismi che hanno la sfortuna di accoglierli discettano continuamente e su qualsiasi argomento fingendo si sapere cose che non hanno mai capito.
Come vedi,caro candidato,se fare il sindaco di questa meravigliosa e complicatissima città,è già compito pesantissimo,farlo trascinandosi ai piedi decine di inutili palle e ingombranti palloni è senza dubbio deprimente e dannoso.
Sì,perché una volta preso possesso del “posto” i mandanti non possono consentire sostituzioni per ragioni superiori di equilibrio interno.
Ne sa qualcosa il sindaco uscente ma lasciamo andare…
L’esperienza insegna che sarebbe meglio pensarci prima. Un modo ci sarebbe ma occorre dichiararlo subito con grande fermezza:nel rispetto di un corretto rapporto funzionale con i partiti della coalizione,sarò io sindaco,ad individuare e proporre personalmente i rappresentanti dell’amministrazione comunale nei vari enti ed organismi secondo i criteri del buon governo.
Ogni tanto,è bello sognare.
Auguri!

Carlo Montaini

Prato 16 marzo 2009

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