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La mer, la fin...

martedì 3 marzo 2009

Politica ed editoria. L'ex "quotidiano comunista"

Gramsci si rivolta nella tomba... E viene spontanea una domanda: ma il PD l'assegno di disoccupazione lo passerà ai giornalisti che verranno licenziati?
MV

da il corriere.it
I giornalisti dell'Unità in sciopero,
il giornale rischia la chiusura Presentato dall'azienda un piano che prevede tagli e riduzione degli stipendi

ROMA - I giornalisti dell'«Unità» si mobilitano e fanno sciopero. La decisione è stata annunciata dal Comitato di redazione del giornale al termine di una lunga assemblea. Al centro della vertenza la crisi economica dell'Unità che ha spinto la proprietà a presentare un drastico piano di contenimento dei costi.

IL COMUNICATO - «È stato proclamato - si legge nel comunicato sindacale che comparirà domani sul giornale - il primo dei cinque giorni di sciopero messi a disposizione del Cdr. Lo ha deciso all'unanimità l'assemblea delle redazioni di Roma, Bologna, Firenze, Milano e dell'on-line, per respingere l'ipotesi di drastico ridimensionamento aziendale prospettato dall'amministratore delegato. Cosa che provocherebbe gravissime ripercussioni sugli organici e sulla fisionomia stessa del prodotto. Tutto questo malgrado i positivi risultati di vendita e i piani di rilancio della testata messi in atto non più di quattro mesi fa». «L'assemblea - prosegue la nota - respinge i tempi, strettissimi, indicati dall'azienda per la trattativa. E, in particolare, ritiene inaccettabile la data ultimativa del 23 marzo, fissata come termine ultimo per scongiurare lo stato di insolvenza. Si ricorda che i tempi e le modalità per dichiarare lo stato di crisi sono indicati dal contratto e che, in ogni caso, la dinamica di una trattativa non può essere condizionata da scadenze ultimative».

LA SITUAZIONE - Secondo quanto riporta il quotidiano «Italia Oggi» i giornalisti sarebbero stati messi di fronte a due alternative inaccettabili. Da un lato la chiusura del giornale a seguito del fallimento della società editrice dato che il principale socio, vale a dire Renato Soru, ex presidente della regione Sardegna, non vuole procedere ad una ricapitalizzazione pari a 6 milioni di euro. Dall'altro un piano che prevedrebbe la chiusura di alcune redazioni locali, il taglio della foliazione, la riduzione del numero dei collaboratori e dei loro compensi e, infine, un taglio del 40% degli stipendi per tutti i dipendenti rimasti dopo la cura, giornalisti compresi. Questo a fronte di un aumento del 10% delle copie vendute dopo il restyling del giornale voluto dal nuovo direttore Concita De Gregorio. Aumento di copie che però, a causa della crisi, non si è trasformato in una crescita delle entrate pubblicitarie.

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