TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 3 marzo 2009

Prato. La comunità cinese replica a Gasparri

Sulla "questione cinese", per una volta, fa piacere trovare sulla stampa anche le reazioni dei diretti interessati.
Così, le dichiarazioni - che continuiamo a definire vergognose strumentalizzazioni - di Gasparri vengono accolte con il giusto sdegno dai membri della comunità cinese pratese, che non ci stanno ad essere il capro espiatorio di tutti i problemi di una città. Speriamo che questa sia una "prima volta" che preluda ad una partecipazione più attiva al dibattito pubblico cittadino, perché troppo spesso si sente parlare di "cinesi" senza che gli stessi siano presenti per smontare i tanti luoghi comuni che circolano.
Nel complesso, l'uscita di Gasparri non ha raccolto tanti favori, ma sentire, oggi, l'assessore Frattani che predica il lancio di "un progetto di integrazione economica tra imprese pratesi e cinesi" fa venire un po' d'orticaria, visto che è da cinque anni che siede sulla poltrona dell'assessorato alla multiculturalità e l'iniziativa politica più ricordata nella sua storia è sicuramente il divieto lanciato due anni fa allo svolgimento del capodanno cinese per dare un segnale contro "l'illegalità diffusa". Ci chiediamo, seriamente, dove sia stato fino ad oggi - pur capendo le imminenti necessità elettorali - e cosa abbia aspettato per lanciare questo "grande progetto"...
Alla fine, non poteva non esserci chi al presidente dei senatori del PDL plaude: ci riferiamo, al di là dei politicanti del suo stesso schieramento, al prode sceriffo Aldo Milone... E come poteva essere altrimenti?
Rimaniamo, comunque, di una opinione: ancora una volta, di fronte ad una situazione veramente seria - non utilizziamo il termine "drammatica" perché troppo inflazionato e poco utile per affrontare un'analisi come si deve - quale quella che sta attraversando Prato, c'è chi preferisce sviare l'attenzione e buttare la croce addosso a chi non ha diritti di cittadinanza... Intanto non votano...
MV


da la Nazione del 03/03/09
Gasparri, i cinesi vanno all’attacco «Siamo sconcertati»

OFFESI, discriminati e anche un po’ strumentalizzati a fini politici. Così si sentono i cinesi di Prato dopo la posizione, quella espressa dal senatore Maurizio Gasparri all’indomani della mobilitazione del distretto. Un sorriso di amara ironia arriva da Junyi Bai, coordinatore pratese di Associna: «Se l’economia affonda, a rimetterci non saranno a questo punto solo i pratesi, ma anche noi stessi». «La via d’uscita da questa crisi del tessile – spiega - non può essere l’espulsione dei clandestini, anche se rappresentano sicuramente una difficile realtà da regolamentare meglio. Voglio ricordare infatti che i clandestini, come la quasi totalità delle attività cinesi a Prato, non operano nel comparto tessile. Sono convinto del resto che sabato scorso la maggior parte dei pratesi richiedeva altri aiuti, più concreti, al Governo». A dirsi «sconcertato» dalle dichiarazioni di Gasparri è Chen Hongsheng dell’Associazione d’amicizia dei cinesi, per il quale «si ragiona come se i clandestini esistessero solo nella comunità orientale», mentre a chiedere più serietà nel dibattito è il presidente della Provincia Massimo Logli. «Prato merita ora più che mai un impegno da parte dello Stato — fa notare Logli — non vogliamo spot elettorali ma iniziative serie e coordinate con il territorio come prevede il Patto per Prato sicura». Gi fa eco il candidato del Pd alla presidenza in Provincia Lamberto Gestri. «Non ci servono proclami, ma gesti concreti. Sono anni ormai che le nostre amministrazioni locali chiedono il potenziamento degli uffici dello Stato». Fuori dal coro la voce di Aldo Milone, candidato a sindaco per “Prato Libera & Sicura”, che plaudendo a Gasparri chiede «una squadra di esperti inviati dal governo per scovare l’enorme mole di evasione della comunità cinese». Sul tema della clandestinità interviene invece l’assessore Andrea Frattani: «Il problema non si risolve con un’espulsione di massa, ma lanciando un progetto di integrazione economica tra imprese pratesi e cinesi». Anche perché, secondo Frattani, quella dell’espulsione è «una bugia che viene raccontata ai cittadini. In assenza di patti bilaterali con il governo cinese, l’allontanamento effettivo del clandestino non può avvenire». Dice la sua anche l’ex assessore Giancarlo Maffei, per il quale «è arrivato il momento di superare la Bossi-Fini con un provvedimento di legge che faccia emergere il lavoro irregolare alla luce del sole, regolamentando così la posizione di molti lavoratori che aspettano ancora il permesso di soggiorno».
Maria Lardara

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