I seguenti articoli, tutti tratti dalla pagina locale del Tirreno, ci forniscono le ultime notizie relative alle buffonate leghiste delle ronde notturne anticrimine, con tanto di contestazione dei giovani di sinistra. Seguono opinioni del candidato sindaco massimo Carlesi e dei sindacati di polizia.
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La ronda finisce con urla e insulti Leghisti contestati dai giovani di sinistra: polizia costretta a far da balia
Centro semideserto, esercito di cronisti e fotografi, ma l’idillio si rompe all’inizio di via Pistoiese
PRATO. E’ iniziata con sorrisi e strette di mano ed è finita con urla e pesanti insulti la prova generale delle ronde della Lega Nord, ieri sera tra il centro storico e Chinatown. Da una parte i sette leghisti in pettorina gialla capeggiati dal segretario regionale Claudio Morganti, dall’altra una quindicina di giovani contestatori di sinistra. Ma alla fine il grottesco ha avuto di gran lunga la meglio sul tragico. Il risultato pratico, per farla breve, è che intorno alle 23 quattro equipaggi delle volanti di polizia sono state costrette a fare quello che non avrebbero mai voluto, e cioè far da balia ai due gruppetti che si fronteggiavano, senza peraltro mai arrivare allo scontro. C’è da augurarsi che qualche ladro, altrove, non ne abbia approfittato, altrimenti la ronda avrebbe avuto l’effetto opposto di quello che si prefiggeva. E dire che era iniziata come meglio i leghisti non potevano immaginare. Ore 21,47: il gruppetto dei sette militanti parte dalla sede di piazza Ciardi, “scortato” da quattro fotografi, due operatori, cinque cronisti e quattro della Digos. Tempo due minuti e nemmeno a farlo apposta ci si imbatte in una donna che rincasa e racconta di esser stata derubata due volte negli ultimi mesi, prende uno dei 400 volantini della ronda e ringrazia. Ringrazia anche il gestore del Bar Andrei, contento di vedere qualcuno in giro nella città semideserta. E ringrazia anche un residente di via Magnolfi. Sì, anche lui è stato derubato. Federico Tosoni, commissario provinciale, chiede a tutti se i ladri erano italiani, la risposta è sempre no. Ma l’idillio si rompe subito dopo, all’angolo tra via San Vincenzo e via Di Gherardo. Il gruppetto dell’anti-ronda appare quasi per caso, ma in pochi secondi i giovani di sinistra mettono le cose in chiaro. Partono pesanti insulti, uno tra i più maturi si fa fotografare il sedere e poi giù coi cori «Andate a lavorare», il sempreverde «Fascisti carogne» e qualche «vergogna». In via Pistoiese, sotto gli occhi incuriositi di qualche cinese che non capisce, scoppiano un paio di petardi. Pian piano gli insulti si stemperano nell’ironia, ma i sette leghisti non battono ciglio, non replicano, vanno dritti per la loro strada e lasciano sulle auto i volantini, subito stracciati da quelli che seguono. In mezzo c’è il “cuscinetto” della Digos che impedisce il contatto tra i due gruppi. Solo per precauzione il dirigente fa avvicinare un paio di volanti, poi altre due, e in via Filzi prende vita la strana processione. Fino alle Cappelle del commiato della Misericordia, dove quelli dell’anti-ronda vengono fermati e identificati, mentre la ronda leghista prosegue il suo giro. Sipario sul teatrino.
«Pensiamo a potenziare le forze dell’ordine»
PRATO. Le telecamere collocate dal Comune, a sue spese, nei punti più caldi della città, i controlli e la presenza della polizia municipale, con i suoi compiti specifici e la collaborazione con tutte le forze dell’ordine, il Patto nazionale per la sicurezza nel quale rientra anche Prato (con altre 10 città italiane) hanno dato e danno buoni risultati. Ma non basta. Per il candiato sindaco del centrosinistra, Massimo Carlesi, «resta il problema degli organici delle forze di polizia e del personale ispettivo specializzato, per assicurare la tranquillità delle persone e, al tempo stesso, contrastare i fenomeni più preoccupanti d’illegalità economica e di traffici illegali». «A questo, tenendo presenti le caratteristiche di Prato e senza far confusione gratuita fra illegalità e immigrazione, che sono due cose ben distinte, deve rispondere in concreto il Governo - aggiunge Carlesi - Risposte come le ronde, per esempio, non solo sono un palliativo ma finiscono per costare al contribuente due volte, vista la necessità di ricorrere al personale delle forze dell’ordine, che potrebbe essere meglio e più dignitosamente impiegato, e che ovviamente va pagato anche quando segue i gruppi organizzati di cittadini».
I problemi della polizia
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