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La mer, la fin...

martedì 3 marzo 2009

Prato. Tribunale ingolfato dalla Bossi-Fini

Gasparri, quando straparla di intervento straordinario dello Stato, farebbe bene a pensare ai problemi ordinari, come un tribunale pesantemente sotto organico e ingolfato dall'attività conseguente alla Bossi-Fini...
MV

da il Tirreno del 03/03/09
Record di procedimenti contro gli stranieri, senza effetti pratici

E il Tribunale è ingolfato dai processi per la Bossi Fini
PRATO. Un visitatore che capitasse per caso nei corridoi del Tribunale di Prato potrebbe pensare di avere le traveggole, di aver sbagliato città e forse anche paese. L’elenco dei processi in corso di trattazione è una lettura istruttiva e aiuta meglio di tante altre cose a capire come mai la giustizia ha tempi lunghi e le risorse sembrano non bastare mai.
Prendiamo ad esempio le cause fissate lo scorso martedì. Al primo piano del Palazzo di giustizia, davanti al giudice monocratico, erano fissati 10 processi: nessuno di questi riguardava un imputato italiano, erano otto cinesi e due nordafricani. Al secondo piano, sempre davanti al giudice monocratico, la situazione non era molto diversa: su 22 processi, 13 riguardavano stranieri e solo 9 imputati italiani. Complessivamente, su 32 procedimenti, ben 23 (cioè quasi tre su quattro) sono stati istruiti nei confronti di stranieri.
Se confrontiamo la percentuale di stranieri che vivono in provincia con quella di stranieri che finiscono in Tribunale ci accorgiamo che la seconda è molto più alta. Significa che sono più propensi a delinquere? Non esattamente, almeno nel senso che si dà comunemente al termine. La maggioranza dei procedimenti che riguardano stranieri è conseguenza della legge Bossi Fini sull’immigrazione: il caso classico è il cinese che viene arrestato perché senza permesso di soggiorno dopo essere già stato intimato ad andarsene. Il cinese passa una notte in cella, il mattino seguente compare davanti al giudice per la convalida e viene scarcerato, di solito viene processato qualche settimana dopo e patteggia 8 mesi con la condizionale. L’effetto pratico di questa procedura che impegna notevoli risorse e rallenta i processi “normali” è praticamente nullo. Il cinese torna in libertà e anzi, se viene nuovamente controllato non può essere arrestato. Certo, un giorno alcune di quelle condanne potrebbero diventare effettive (senza grande beneficio per le carceri e per la giustizia), ma la sostanza è che sull’altare della Bossi Fini si sacrifica e si rallenta tutto il resto.
«La criminalità straniera non la scopriamo oggi - commenta Francesco Antonio Genovese, presidente del Tribunale - Ma va detto che i cinesi molto spesso sono anche vittime dei reati. Il vero problema che abbiamo in Tribunale, a mio parere, più che il processo penale è quello civile. Perché il dibattimento penale ha tempi ragionevoli, mentre quello civile è lento». D’altra parte, ricorda il presidente Genovese, c’è anche un problema di organico, con 49 addetti presenti rispetto ai 69 che dovrebbero essere in servizio.
P.N.

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