TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 18 marzo 2009

Prato.A chi il distretto? A noi!

Verrebbe da invitare i cittadini a salutare "con un virile saluto romano" il ministro Ronchi in visita a Prato, viste alcune sue frequentazioni (vedi foto ed articolo di Repubblica) lombarde con esponenti di spicco del neofascismo - nonstante le smentite di rito ("io neanche me ne ricordavo", ha dichiarato alla stampa).
Intanto, stiamo sicuri che sarà una bella "sfilata"propagandistica a pro del nuovo candidato del PDL in comune...
MV

da la Nazione del 18/03/09
Ronchi in città tra imprese e cinesi
E Prato va in Regione

GIORNI di grande fermento per il distretto pratese tra visite di ministri (oggi il titolare delle politiche comunitarie, Andrea Ronchi, sarà a Prato), trasmissioni televisive (domani sera la puntata di AnnoZero sarà dedicata alla crisi del tessile) e incontri in Regione e alla Camera. Da Governo, Parlamento e Regione, infatti, arrivano le prime risposte alle richieste di incontro e di provvedimenti. Oggi alle 11 (dopo una visita in prefettura) arriva a Palazzo Buonamici il ministro Ronchi, accompagnato dal candidato sindaco del Pdl, Roberto Cenni. Incontrerà il presidente della Provincia Massimo Logli, il sindaco Marco Romagnoli, e tutti i rappresentanti delle categorie economiche e dei sindacati. Ieri il tavolo si è riunito per mettere a punto gli interventi che faranno riferimento alla “piattaforma” di richieste definite nelle scorse settimane. A conclusione dell’incontro (che dovrebbe durare un’ora) il ministro Ronchi dovrebbe visitare le aree dove è insediata la comunità cinese.

MERCOLEDÌ 25 marzo alle 14 - è prevista l’audizione del tavolo di distretto da parte della commissione Attività produttive della Camera, sulla base delle sollecitazioni giunte dall’onorevole Andrea Lulli che della stessa commissione è componente. Ai parlamentari saranno presentati numeri e scenari della crisi. Ieri, in Provincia è arrivata la convocazione del tavolo di distretto anche da parte dell’assessore regionale alla formazione e lavoro Gianfranco Simoncini. Sul tavolo del confronto l’assegnazione delle risorse (circa 10 milioni di euro) destinate agli ammortizzatori sociali. Il vicepresidente Daniele Panerati e l’assessore al lavoro Paola Giugni hanno incontrato Simoncini a Prato per un convegno. L’assessore regionale ha prospettato l’ipotesi di definizione di un “patto territoriale” tra distretto, Regione e Governo per la gestione dell’emergenza occupazione.
QUELLA di domani, intanto, è la serata della diretta di “AnnoZero” da Prato. Il giornalista Sandro Ruotolo e i suoi ospiti saranno in collegamento dalla Santo Stefano di Renato Cecchi, uno dei simboli del distretto pratese. Saranno mandati in onda interviste e servizi realizzati a Prato in questi giorni. Alcuni operai del gruppo Fedora (trai quali, probabilmente, il “pasionario” Orlando Mari) saranno in studio a Roma da Michele Santoro.
R.D.P.

da la Repubblica del 17/03/09
Esce "Bande nere", un libro in cui Berizzi racconta chi sono, come vivono
e chi protegge i nuovi "balilla". Un'inchiesta tra partiti, stadi, scuole e centri sociali
Neofascisti e destra di governo
a braccetto con nostalgia
di PAOLO BERIZZI

Neofascisti e destra di governo a braccetto con nostalgia

Ronchi con Jonghi Lavarini,
teorico dell'apartheid
C'è il ministro della difesa La Russa che posa con un "camerata" di una famiglia mafiosa siciliana, i Crisafulli, narcotraffico e spaccio di droga a Quarto Oggiaro, periferia nord di Milano. C'è il suo collega di partito e di governo, il ministro per le politiche europee Ronchi, con uno dei fondatori del circolo nazifascista Cuore nero: quelli del brindisi all'Olocausto.

Lui si chiama Roberto Jonghi Lavarini e presiede il comitato Destra per Milano (confluito nel Partito della libertà). Sostiene le "destre germaniche", il partito boero sudafricano pro-apartheid - il simbolo è una svastica a tre braccia sormontata da un'aquila - e rivendica con orgoglio l'appartenenza alla fondazione Augusto Pinochet. In un'altra foto compare a fianco del sindaco di Milano, Letizia Moratti. Poi ci sono gli stretti rapporti del sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi, con l'ultra-destra violenta e xenofoba del Veneto Fronte Skinhead. Ruoli istituzionali, incarichi, poltrone distribuiti ai leader delle teste rasate venete, già arrestati per aggressioni e istigazione all'odio razziale.

Fascisti del terzo millennio
Almeno 150 mila giovani italiani sotto i 30 anni vivono nel culto del fascismo o del neofascismo. E non tutti, ma molti, nel mito di Hitler. Un'area geografica che attraversa tutta la penisola: dal Trentino Alto Adige alla Calabria, dalla Lombardia al Lazio, da Milano a Roma passando per Verona e Vicenza, culle della destra estrema o, come amano definirla i militanti, radicale. Cinque partiti ufficiali (Forza Nuova, Fiamma Tricolore, la Destra, Azione Sociale, Fronte Sociale Nazionale) - sei, se si considera anche il robusto retaggio di An ormai sciolta nel Pdl. I primi cinque raccolgono l'1,8 per cento di voti (tra i 450 e i 480 mila consensi). Ma a parte le formazioni politiche, l'onda "nera" - in fermento e in espansione - si allunga attraverso un paio di centinaia di circoli e associazioni, dilaga nelle scuole, trae linfa vitale negli stadi.

Sessantatre sigle di gruppi ultrà (su 85) sono di estrema destra: in pratica il 75 per cento delle tifoserie che, dietro il "culto" della passione calcistica, compiono aggressioni e altre azioni violente premeditate. La firma: croci celtiche, fasci littori, svastiche, bandiere del Terzo Reich, inni al Duce e a Hitler. Sono state 330 le aggressioni da parte di militanti neofascisti tra 2005 e 2008. Concentrate soprattutto in tre aree del paese: il Veneto (Verona, Vicenza, Padova), la Lombardia (Milano, Varese) e il Lazio (Roma, Viterbo). Sono i vecchi-nuovi "laboratori" dell'estremismo nero. Con Roma - anche qui - capitale.

Dalle scuole ai centri sociali
Dai centri sociali di destra alle occupazioni a scopo abitativo (Osa) e non conformi (Onc). Dalle aule dei licei a quelle delle università. Dai "campi d'azione" di Forza Nuova ai raid squadristi delle bande da stadio che si allenano al culto della violenza. La galassia del neofascismo si compone di più strati: e anche di distanze evidenti. L'esperimento più originale è quello di CasaPound a Roma, il primo centro sociale italiano di destra. Da lì nasce Blocco studentesco, il gruppo sceso in piazza contro la riforma della scuola. Una tartaruga come simbolo, i militanti si battono contro l'"affitto usura" e il caro vita. Il leader è Gianlcuca Iannone, anima del gruppo ZetaZeroAlfa: musica alternativa, concerti dove i militanti si divertono a prendersi a cinghiate.

A Milano c'è Cuore Nero. Il circolo neofascista fondato da Roberto Jonghi Lavarini e dal capo ultrà interista Alessandro Todisco, già leader italiano degli Hammerskin, una setta violenta nata dal Ku Klux Klan che si batte in tutto il mondo per la supremazia della razza bianca. Dopo l'attentato incendiario subito l'11 aprile del 2007, i nazifascisti di Cuore nero ringraziano in un comunicato ufficiale tutti coloro che gli hanno espresso solidarietà e sostegno: tra gli altri, "in particolare", la "coraggiosa" onorevole Mariastella Gelmini, all'epoca coordinatrice lombarda di Forza Italia e attuale ministro dell'Istruzione.

Saluti romani, pistole e 'ndrine
La famiglia calabrese dei Di Giovine e quella siciliana dei Crisafulli, la destra in doppiopetto di An e quella estremista di Cuore nero. A Quarto Oggiaro, hinterland milanese, la ricerca del consenso politico incrocia sentieri scivolosi. A fare da cerniera tra le onorate famiglie - che gestiscono il mercato della droga -, le teste rasate e il Palazzo è sempre lui, il "Barone nero" Jonghi Lavarini. Quello fotografato con il ministro Ronchi e il sindaco Moratti. Quello che presenta a Ignazio La Russa Ciccio Crisafulli, erede del boss mafioso Biagio "Dentino" Crisafulli, in carcere dal '98 per traffico internazionale di droga. Camerata dichiarato, il rampollo Crisafulli frequenta Cuore nero così come il cugino James. A lui sarebbe stata dedicata la maglietta "Quarto Oggiaro stile di vita", prodotta dalla linea di abbigliamento da stadio "Calci&Pugni" di Alessandro Todisco. L'avvocato Adriano Bazzoni è braccio destro di La Russa. C'è anche lui in una foto con Lavarini e con Salvatore Di Giovine, detto "zio Salva", della cosca calabrese Di Giovine. Siamo sempre a Quarto Oggiaro, prima delle ultime elezioni politiche.

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