TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

venerdì 6 marzo 2009

Sicurezza. Quella dei Sinti.

Non è nostro compito parlare di cronaca nera nè fare congetture poliziesche ma da un punto di vista politico c'è da evidenziare che proprio pochi giorni fa i Sinti e i Rom hanno manifestato per chiedere il riconoscimento della dignità di cittadini e che mercoledì sera, un bel dibattito pubblico, affollato e partecipato anche dai Sinti, ha provato a cancellare qualche pregiudizio, fra i tanti che rendono difficile la comprensione fra zingari e gagè. Stasera poi, si riparla di nomadi, nell'auditorium della scuola Mazzoni, ricordando Fabrizio De Andrè, quindi l'argomento è molto caldo in città. Speriamo che qualche nazistello da strapazzo non voglia continuare a rendere a suo modo, la situazione "troppo calda".
mv
6.3.09
ore 19.15
Attacco al campo sinti, bruciati i furgoni
I nomadi svegliati in piena notte: «Mai un litigio, ma ora abbiamo paura»
Pochi giorni fa avevano manifestato per i propri diritti.
Due mezzi in fiamme, sul terzo trovata una bottiglia sospetta
da il Tirreno 6.3.09
PRATO. Qualcuno ce l’ha coi nomadi sinti del campo di via delle Pollative, tra Tavola e Iolo. A tal punto da uscire in piena notte per dar fuoco ai furgoni che i sinti usano per raccogliere il ferro vecchio. E’ accaduto la scorsa notte poco prima delle 3, quando le fiamme hanno avvolto due autocarri parcheggiati sulla strada, mentre un terzo si è salvato solo perché gli ignoti incendiari non hanno fatto in tempo ad appiccare il fuoco: nell’abitacolo è rimasta una bottiglia di plastica piena di benzina. «Ci siamo svegliati poco dopo le 2,30 perché sulle pareti della camera si vedevano le luci dei lampeggianti - racconta Marco Reinhart, che è anche il pastore evangelico dei sinti - Sul posto c’erano già i carabinieri e noi non ci eravamo ancora accorti di nulla». I vigili del fuoco sono arrivati nel giro di pochi minuti e hanno domato le fiamme che stavano divorando due degli autocarri parcheggiati in strada. Uno ha subìto i danni più gravi ed è da buttar via, l’altro è stato spento un po’ prima, ma l’abitacolo è andato completamente distrutto. Un terzo autocarro sembrava a posto, ma poi all’interno è stata trovata una bottiglia piena di liquido infiammabile: quasi certamente non hanno fatto in tempo a usarla. Sulla bottiglia potrebbero essere rimaste delle impronte digitali che sarebbero utili per risalire ai colpevoli. I mezzi presi di mira appartengono a David Grandi, Gianni Poropat e Silvestro Suffer. «Ora abbiamo paura, non ci sentiamo protetti - dice White Truzzi, che ha la roulotte proprio accanto a uno dei furgoni bruciati - Chiunque può passare di qui e dare fuoco, siamo a un metro dalla strada». «Quei camion ci servono per lavorare - si lamenta Susanna Florian - Ora come faremo a raccogliere il ferro vecchio?».
Giusto sabato pomeriggio i sinti erano scesi in piazza per la prima volta per affermare il principio che loro sono italiani a tutti gli effetti e per chiedere di essere trattati con dignità. Un principio riaffermato anche ieri, davanti alle carcasse dei furgoni. C’è una relazione tra la manifestazione e quanto è accaduto la scorsa notte? I sinti sono i primi a non crederlo, ma dicono di non aver mai litigato con nessuno in tanti anni di permanenza a Prato. Perché il fuoco arriva proprio ora?
P.N.

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