Noi sosteniamo da tempo che la catena "industriale" che utilizza quelle imprese cinesi che , ai controlli, risultano inadempienti a varie normative, deve vedere come attori anche imprese e soggetti italiani.
Purtroppo, come sempre ci si ferma agli epifenomeni di un problema, in questo caso, ci vien da dire, forse anche per convenienza: è molto più comodo scaricare tutta la responsabilità dell'illegalità su soggetti "stranieri".
Eppure, come in altre occasioni, è importante chiedere i nomi di chi - in questo sistema - prospera!
MV
Purtroppo, come sempre ci si ferma agli epifenomeni di un problema, in questo caso, ci vien da dire, forse anche per convenienza: è molto più comodo scaricare tutta la responsabilità dell'illegalità su soggetti "stranieri".
Eppure, come in altre occasioni, è importante chiedere i nomi di chi - in questo sistema - prospera!
MV
da la Nazione del 07/03/09
‘Ma i nomi delle ditte italiane che lavorano con i cinesi fuorilegge non vengono mai fuori’
Questo il testo di una lettera che ci ha inviato un nostro lettore sulla questione cinese
NEGLI ARTICOLI che appaiono sui controlli ai laboratori gestiti da cinesi normalmente viene riportato il risultato di queste ispezioni in termini di clandestini scoperti, macchine sequestrate, ecc. ma rilevo che non viene reso pubblico se la produzione di cui si viene a prendere atto è regolarmente registrata secondo le norme nazionali (documenti fiscali). La mia è una domanda retorica in quanto è chiaro che la trafila contabile del materiale è lacunosa perché, se vengono pagati operai clandestini, si dispone di denaro che sfugge al circuito legale.
Sorge però il fondato dubbio che, essendo la catena industriale assai lunga, alcuni anelli italiani ci debbano essere. Sono distratto io oppure non è mai apparso sui mezzi di comunicazione il nome di una ditta italiana “anello” della catena scoperta con l’irruzione nel laboratorio irregolare?
Le indagini e le procedure di legge che conseguentemente vengono svolte a che risultati hanno portato?
Si continua a percepire che sono solo i cinesi coloro che evadono, quando invece è chiaro che sono italiane le imprese che commissionano loro i prodotti e italiani sono coloro che comprano merce realizzata con manodopera clandestina.
‘Ma i nomi delle ditte italiane che lavorano con i cinesi fuorilegge non vengono mai fuori’
Questo il testo di una lettera che ci ha inviato un nostro lettore sulla questione cinese
NEGLI ARTICOLI che appaiono sui controlli ai laboratori gestiti da cinesi normalmente viene riportato il risultato di queste ispezioni in termini di clandestini scoperti, macchine sequestrate, ecc. ma rilevo che non viene reso pubblico se la produzione di cui si viene a prendere atto è regolarmente registrata secondo le norme nazionali (documenti fiscali). La mia è una domanda retorica in quanto è chiaro che la trafila contabile del materiale è lacunosa perché, se vengono pagati operai clandestini, si dispone di denaro che sfugge al circuito legale.
Sorge però il fondato dubbio che, essendo la catena industriale assai lunga, alcuni anelli italiani ci debbano essere. Sono distratto io oppure non è mai apparso sui mezzi di comunicazione il nome di una ditta italiana “anello” della catena scoperta con l’irruzione nel laboratorio irregolare?
Le indagini e le procedure di legge che conseguentemente vengono svolte a che risultati hanno portato?
Si continua a percepire che sono solo i cinesi coloro che evadono, quando invece è chiaro che sono italiane le imprese che commissionano loro i prodotti e italiani sono coloro che comprano merce realizzata con manodopera clandestina.
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