TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 18 marzo 2009

Valbisenzio. Speriamo nella giusta punizione!

Si sa, la carne giovane è anche la migliore...

Eppure, da dei cacciatori "di selezione" ci si aspetterebbe molto più occhio rispetto all'età e alle dimensioni, e guarda caso, con l'autorizzazione ad abbattere un cervo, si ammazza proprio un cucciolo? I casi della vita? Beh, noi speriamo nella giusta punizione!

Cernunnos

per Municipio Verde


da il Tirreno del 18/03/09
Sindaco spara al cervo: processato

Secondo la Polizia provinciale l’esemplare abbattuto era troppo piccolo

Il primo cittadino si difende: differenza minima, il reato è tutto da dimostrare

PRATO. Il sindaco di Vernio, Paolo Cecconi, ha dovuto occuparsi spesso, negli ultimi mesi, della proliferazione dei cervi in Valbisenzio e della proposta di abbatterne un certo numero per limitare i danni alle coltivazioni. Adesso lo stesso Cecconi è chiamato a occuparsi della questione in un’altra veste, quella di imputato. E’ stato infatti citato in giudizio e verrà processato insieme all’amico Paolo Betti per concorso in falsità ideologica commessa da esercenti un servizio di pubblica utilità.
Fuori dai formalismi giuridici, a Cecconi viene contestato di essere andato a caccia e aver abbattuto un cervo più piccolo di quello che gli era consentito. All’amico Betti, dipendente dell’Arpat, insieme a Cecconi di aver compilato una “scheda biometrica” in cui si certificava l’abbattimento di una «femmina sottile» di cervo anziché un «piccolo di femmina», come sostiene la Polizia provinciale.
Questione di centimetri, probabilmente, ma la giustizia fa il suo corso e non si ferma nemmeno davanti a un sindaco: Cecconi dovrà comparire il prossimo 7 luglio in Tribunale per sentire le contestazioni e sostenere le sue ragioni.
La storia ha origine da un controllo fatto dalla Polizia provinciale nelle campagne di Sasseta il 6 marzo del 2005. Quel giorno, ricorda lo stesso Cecconi, c’era mezzo metro di neve in Vallata e il sindaco era uscito insieme a Paolo Betti, pratese di 36 anni, e ad altri due compagni. Essendo iscritto all’elenco dei cacciatori di selezione, era stato autorizzato ad abbattere un esemplare di cervo, e così fece, nonostante la neve. I quattro cacciatori però non sapevano che nei paraggi c’erano un paio di agenti della Polizia provinciale, che in base a informazioni confidenziali volevano accertare eventuali irregolarità.
Secondo il rapporto della Polizia provinciale, il sindaco fu trovato nella zona di Sasseta accanto alla carcassa del cervo abbattuto, già scuoiato, mentre la testa era stata presa in consegna da Betti. Le dimensioni dell’animale non convinsero gli agenti, che dunque riconvocarono Betti e insieme andarono al “posto di controllo” di Montepiano per le misurazioni. Sempre secondo il rapporto degli agenti, l’animale non si poteva definire una «femmina sottile» ma un «piccolo di femmina», e così venne redatto un verbale che è sfociato nel processo a carico di Betti e Cecconi.
«In pratica la differenza contestata è di un anno - commenta il sindaco Cecconi - E’ una differenza piccola e se anche fosse dimostrata, ci si può sbagliare. In ogni caso la rilevanza penale dell’episodio mi sembra tutta da dimostrare».
Il sindaco, difeso da Alberto Rocca, e l’amico Betti sarebbero dovuti comparire ieri davanti al giudice Napolitano, ma il processo è stato rinviato al prossimo 7 luglio.
Si procede per il singolo episodio, ma nella relazione della Polizia provinciale, sempre in base a informazioni confidenziali, viene raccolta una voce secondo la quale al posto di controllo di Montepiano, in tempi precedenti al 6 marzo 2005, sia transitata selvaggina abbattuta in violazione delle norme e poi confluita in una macelleria che la rivendeva a una clientela selezionata. Ma non risulta che lo spunto investigavito abbia avuto sviluppi.
Nel frattempo i tre sindaci di Vaiano, Vernio e Cantagallo hanno appoggiato le lamentele degli agricoltori e della Coldiretti sull’eccessiva presenza di cervi in Vallata, chiedendo misure urgenti per limitarne il numero.
Paolo Nencioni

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