TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 31 luglio 2008

Politica. La spada nel burro del ministro Brunetta.

Il Ministro Brunetta accusato di assenteismo.
Le caste intoccabili: la spada nel burro e la piramide del potere

Il Piccolo di Trieste, citando il sito web radicale “Fai notizia”, evidenzia che il Ministro Renato Brunetta, che ha annunciato battaglia contro i fannulloni nella P.A, è stato tra gli euro parlamentari italiani più assenteisti. Il ministro si piazza al 611/mo posto come presenze tra gli euro parlamentari, con una percentuale del 48,21%. Peggio di lui hanno fatto: Pannella (47,14%), Di Pietro (44,29%), Veltroni (41,79%), Mastella (40%) e Dell’Utri (14,64%). Ma non è l’unico affondo contro il neo Ministro della Funzione Pubblica. Infatti si registra l’intervento di Alessandro Repetto, Presidente della Provincia di Genova, che con una lettera al Rettore dell’Università di Roma “Tor Vergata”, dove il Ministro è titolare di cattedra, ha chiesto di rendere pubblici i dati relativi all’impegno del professor Brunetta e i relativi compensi, relativamente agli anni in cui era Parlamentare Europeo.
Al Magnifico Rettore dell’Università di “Tor Vergata”, il Presidente Repetto, ha chiesto ufficialmente, “nello spirito del principio di leale cooperazione istituzionale sancito dall’art 22 della Legge 241/90, se tra il 1999 e il 2008 il Prof. Brunetta, Professore Ordinario di Economia del Lavoro presso l’Università romana, abbia preso aspettativa o, in caso contrario, come abbia conciliato tutti i propri incarichi”. “E qualora abbia mantenuto attivo il proprio incarico di professore ordinario, quante ore di presenza abbia garantito e mantenuto a “Tor Vergata”, con quali retribuzioni relative ed eventuali ulteriori consulenze”.
La richiesta è espressa in rispetto e sintonia con la stessa Operazione Trasparenza promossa e avviata dal neo Ministro. Continua il Presidente della Provincia di Genova: “In questi giorni è aperto il dibattito sull’efficienza e l’impegno lavorativo dei dipendenti pubblici, un tema portato agli onori della cronaca dal neo Ministro Prof. Renato Brunetta. Ricercando questo spirito nel nostro Ministro, sono rimasto molto colpito dal curriculum del Professor Brunetta, che vanta un passato illustre e prestigioso di attività e incarichi sia politici sia scientifici”.
”Scorrendo dunque l’elenco dei rilevanti impegni, risaltano in particolare quelli politici che, a partire dal 1999 fino al 2008, lo hanno visto deputato al Parlamento europeo con l’incarico di Vicepresidente della Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia e membro delle delegazioni parlamentari miste UE-Croazia e UE-Turchia, oltre che della delegazione per le relazioni con la Repubblica popolare cinese”.
Non è tenero col Ministro neanche Francesco Merlo che su Repubblica commenta: “. E basti pensare ai professori universitari - anche Brunetta lo è - che infatti non si contentano del doppio lavoro ma arrivano al triplo e al quadruplo, con le consulenze, gli articoli, la politica”. “Insomma, non si capisce perché il doppio lavoro porti lustro e credito sociale al professore universitario e al barone accademico che tanto più è stimato quanto meno si fa vedere all’università, e porti invece decurtamenti dello stipendio, licenziamento, disprezzo, ammiccamenti e smorfie moralistiche all’impiegato di concetto che di sera si trasforma in piccolo muratore”.
”Eppure Brunetta crede di essere il nuovo Falcone italiano perché, nel Paese degli abusivi e degli evasori, dei conflitti di interesse e delle mafie, dichiara guerra al bidello che smonta alle due del pomeriggio e poi, a partire dalle quattro, va a fare le pulizie in un condominio”.
”E vuole licenziare non il barone universitario che porta in cattedra moglie, figli e parenti vari, ma l’operaio comunale che, terminato il normale turno, sale sulla sua Ape carica di attrezzi e gira per le case di campagna, e ora aggiusta un rubinetto, ora monta un lampadario, ora sostituisce un interruttore. Il ministro vuol mettere alla gogna l’usciere del tribunale che usa il proprio tempo ‘libero’ per lavorare e poi ancora lavorare nello studio di un avvocato o in quello di un notaio o, comunque, dove può”. Un attacco concentrico, una reazione “uguale e contraria” come nelle leggi della fisica.Una riflessione è d’obbligo: nessuno propugna di più l’uguaglianza e la giustizia, di chi ritiene di essere più uguale degli altri. Le regole in fin dei conti valgono per i comuni mortali e non per gli unti dal Signore. Si apre una stagione di lacrime e sangue per gli impiegati pubblici, ma i baronati non vengono scalfiti, le caste restano immuni e attraversano tutti i governi, di centro, di destra e di sinistra, come la spada entra nel burro. I moralizzatori salgono sul palco montato dal discredito, e dall’alto di redditi pari a 15/20.000 Euro al mese, arringano le folle e tagliano per Decreto il salario delle guardie carcerarie che hanno uno stipendio di 1.350 euro al mese. Decreto Legge perché il provvedimento è “necessario e urgente”. Mentre i prezzi corrono incontrollabili.Un esempio per tutti. La Finanziaria di Prodi, nel testo originale, prevedeva (per la seconda volta) che gli atti di compravendita di immobili, fino ad un valore di 100.000 Euro, potessero essere conclusi da un pubblico Ufficiale diverso dal Notaio, come i Segretari comunali. Questo provvedimento è stato immediatamente stralciato (meglio stracciato) dalla Legge e non se ne è più parlato, neanche sui media. La potente casta dei Notai è intoccabile. Prodi e Bersani non ce l’hanno fatta. E allora cosa rimane delle campagne moralizzatrici? Della caccia al fannullone da dare in pasto al popolo delle Partite IVA?
Rimane il sospetto che tutto sia preordinato a fare cassa, a privatizzare interi pezzi della Funzione Pubblica: a delegittimare l’apparato pubblico, per poterlo sostituire con qualcosa di diverso . e sconosciuto. La Pubblica amministrazione non piace quando non funziona: piace ancor meno quando fa il suo dovere, quando controlla gli evasori, quando verifica i comportamenti di chi vuole approfittare. E paradossalmente si depotenziano oggi le Strutture cui sono affidati i controlli fiscali. Tornano in mente le dichiarazioni di Silvio Berlusconi, rilasciate in più occasioni, in merito alla comprensibilità “morale” dell’evasione a fronte della pressione fiscale esistente in Italia: ma quale è per il Cavaliere il limite sotto il quale evadere il fisco diventa non solo illecito, ma “moralmente” censurabile? Gli effetti di questa nuova stagione “moralizzatrice” e di ricerca di “efficientismo” della macchina pubblica, non sono ancora del tutto delineati, solo due certezze: il taglio del salario dei pubblici dipendenti e l’orizzonte di un contratto da 60 Euro. Oltre l’orizzonte . l’indigenza. E’ accreditata anche un’altra tesi: si sta stringendo il cerchio sul pubblico impiego, per cambiare le regole contrattuali anche del lavoro privato. E viene subito in mente la scena di Metropolis, con gli operai automi che lavorano 24 ore al giorno. Ma c’è un’altra certezza: le caste intoccabili possono continuare a dormire sonni tranquilli: nessun divieto di cumulo di incarichi per i Deputati, per i Baroni delle Università e degli ospedali. Chissà quale altro latinismo si rispolvererà per continuare a consentire agli onnipotenti Primari ospedalieri, di fare il doppio lavoro: intra moenia o extra moenia..come vi piace... come vi pare. Nessuno “scippo” alle prerogative dei Notai, dei farmacisti, dei.. Sarà sufficiente, per presentarsi immacolati al popolo plaudente, tagliare la testa di qualche impiegato pubblico, fare qualche visita fiscale la mattina di Natale ed il pomeriggio del prossimo Ferragosto, mostrare i sacchetti col denaro tolto dal salario accessorio, per potersi presentare come Robin Hood che ha tolto ai ricchi impiegati per dare ai poveri notai. Saranno immacolati e senza colpa, i custodi della morale, i sacerdoti della giustizia sociale, incaricati di precipitare dalla piramide del potere i cadaveri dei dipendenti pubblici, per lasciarli cadere verso il popolo che troppo tardi si accorgerà di cibarsi di se stesso. Perché il pubblico impiego, il suo indotto e le famiglie che rappresenta, equivalgono a un terzo della Nazione, assicurano un servizio insostituibile e sono i garanti di una funzione vitale per la democrazia del Paese ... se ancora interessa.
Su italiainformazioni.com c’è uno spazio fisso per la rubrica PUBBLICO IMPIEGO (prima pagina lato destro)
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Mare. Orecchie da mercante.

Da Green Report:

31/07/2008
Energia
Olt offshore Lng toscana spa dopo il Tar: avanti senza alcuna interruzione


LIVORNO.
OLT Offshore LNG Toscana S.p.A. - i cui soci di riferimento sono Gruppo IRIDE 30,5% (suddiviso fra IRIDE Mercato 27,2% e ASA Livorno 3,3%), il Gruppo E.ON 30,5%, Golar LNG 16% e OLT Energy Toscana S.p.A. 23% - in merito alle sentenze emesse ieri dal TAR della Toscana, intende precisare che i lavori per la realizzazione del terminale offshore a largo della costa di Livorno proseguono senza alcuna interruzione secondo i tempi e le modalità previsti.
Il Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana ha respinto la totalità delle argomentazioni addotte nei ricorsi avanzati da Greenpeace e dai Comitati cittadini relative alla presunta pericolosità dell’impianto e all’inadeguatezza del sito. Ecco nel dettaglio quanto emerso dalla sentenza del TAR Toscana:· il Giudice ha respinto i motivi addotti da Greenpeace relativamente ad eventuale incompatibilità del Terminale con la salvaguardia del “Santuario dei Cetacei” - il Giudice ha valutato positivamente le verifiche compiute circa l’inesistenza di interferenze significative dell’impianto con lo specchio marino rientrante del suddetto Santuario - così come sono state ritenute inconsistenti le riserve circa paventati danni ai fondali ed alle praterie di Posidonie. · Sono state respinte le deduzioni in ordine alle condizioni di sicurezza dell’esercizio dell’impianto - il Giudice ha osservato che è stato rilasciato il nulla osta di fattibilità da parte del Dipartimento dei Vigili del Fuoco - il rapporto definitivo di sicurezza, la cui mancanza è stata evidenziata dai ricorrenti, è uno strumento che deve essere disponibile al momento dell’avvio del funzionamento dell’impianto, e quindi posteriormente al rilascio del Decreto di autorizzazione. ·
I ricorrenti hanno eccepito la mancanza di una approfondita istruttoria circa la effettiva necessità del rigassificatore, nel quadro della pianificazione energetica nazionale - il Giudice ha respinto tali eccezioni richiamando
(a) le considerazioni rassegnate dal Ministero Attività Produttiva nella Conferenza di servizi del 14 aprile 2005, ove ha evidenziato la necessità di avviare celermente la realizzazione di nuove infrastrutture di approvvigionamento di gas naturale;
(b) le considerazioni contenute nel Decreto autorizzativo 23 febbraio 2006, con le quali si ribadisce la esigenza di favorire l’implementazione dell’offerta di gas per fare fronte all’aumento della domanda, tenuto conto:
1) della quasi completa saturazione delle infrastrutture di approvvigionamento esistenti
2) della opportunità di diversificare le fonti
3) della necessità di favorire, attraverso un aumento dell’offerta, lo sviluppo di un mercato concorrenziale
4) di consentire, attraverso l’uso del gas naturale, una riduzione delle emissioni in atmosfera e facilitare il raggiungimento degli obiettivi previsti dal protocollo di Kyoto e dalle direttive europee sul miglioramento della qualità dell’aria.
Lo stesso Giudice ha dichiarato inammissibili per carenza di interesse i ricorsi promossi da Edison. Il Giudice ha respinto le osservazioni relative alla posizione del Ministero Ambiente circa la proposta di esame congiunto del Progetto OLT con il Progetto di EDISON relativo a Rosignano, rilevando che il Ministro, controfirmando il Decreto autorizzativo, ha superato le precedenti perplessità. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana ha rilevato soltanto un vizio procedurale all’interno della procedura di autorizzazione rilasciata.
In particolare, il TAR evidenzia che la concessione demaniale relativa al tratto di mare ove andrà ancorato il Terminale doveva essere rilasciata prima dell’autorizzazione, anche se nella Conferenza di Servizi che ha preceduto il decreto autorizzativo, era già stato acquisito parere favorevole al suo rilascio. Attualmente la concessione demaniale è in fase di rilascio da parte del Ministero competente.
Nel contempo il TAR ha confermato la legittimità e validità di tutti gli atti compiuti prima del Decreto autorizzativo, per cui sarà possibile sanare la carenza rilevata dal Giudice con provvedimento ministeriale.
Recentemente l’azienda ha acquisito la nave Gloar Frost con un’operazione del valore di oltre 250 milioni di dollari. La nave entrerà in cantiere nell’estate 2009 per subire gli interventi necessari per la trasformazione in terminale di rigassificazione. I lavori di modifica della nave verranno svolti da SAIPEM mentre Snam Rete Gas realizzerà il gasdotto di collegamento del Terminale offshore alla rete nazionale.Il terminale off-shore ha una capacità di rigassificazione autorizzata di circa 4 miliardi di metri cubi di gas annui, equivalenti a circa il 5% del fabbisogno annuale nazionale.

Firenze: mitighiamo gli effetti della tramvia.

31/07/08

Messa in sicurezza del Mugnone e passaggio tramvia in Via Gordigiani e Via Buonsignori: salvati 150 alberi e posti auto per i residenti

“In questi ultimi mesi ci siamo impegnati - dichiarano i Verdi di Firenze - da un punto di vista politico e tecnico per revisionare in maniera critica i progetti di messa in sicurezza del Mugnone (legati ai lavori della TAV - Alta Velocità) e del passaggio della linea 2 della Tramvia, interventi ambedue ricadenti su Via Gordigiani e Via Buonsignori, e dall’altra parte del fiume su Viale Redi”.

Tra i risultati ottenuti, la salvaguardia di quasi tutti gli alberi di Via Gordigiani e Buonsignori (circa 150!), e il recupero di molti posti auto per i residenti, che sarebbero stati cancellati totalmente secondo il progetto iniziale della Tramvia” – annunciano - Questi risultati sono stati ottenuti tramite la revisione della sezione finale del Mugnone, che sarà ridotta con una rimodulazione dell’intervento a monte e a valle, ma anche in conseguenza della riduzione della corsia della tramvia, come è successo per Via dello Statuto, da 7,50 m a 6,50 m.”

Sulla “messa in sicurezza” del Mugnone, abbiamo, fin da subito contestato i calcoli della piena duegentennale, poichè preoccupati dall’impatto ambientale e idrogeologico dell’intervento, ma allo stesso tempo abbiamo voluto conoscere meglio i dettagli del progetto incontrando l’Assessorato alle risorse idriche della Regione Toscana e i tecnici URTAT – ex-Genio Civile preposti a rilasciare parere – affermano i Verdi di Firenze – Abbiamo in questo percorso stimolato proposte di modifica, da parte loro, per cercare di ridurre al massimo l’impatto nel tratto di Via Gordigiani e Via Buonsignori: da questo percorso sono emerse quelle modifiche che hanno portato alla riduzione della nuova sezione del Mugnone”

“Una volta ottenute le modifiche al progetto di messa in sicurezza legato ai lavori Tav, rimaneva appunto da approfondire il progetto della linea 2 della tramvia che prevedeva l’abbattimento di tutti gli alberi delle vie e l’eliminazione completa dei posti auto.”

“Siamo contenti di questo risultato, per il quale ringraziamo l’Assessorato alle Risorse idriche della Regione Toscana, l’Assessore Del Lungo, e tutta l’Amministrazione Comunale, per la disponibilità dimostrata.”

“Il nostro lavoro - concludono i Verdi di Firenze – va nel senso della mitigazione dell’impatto sui cittadini e sul verde pubblico del progetto pur fondamentale della Tramvia. In questo senso, ricordiamo che modifiche da noi proposte salveranno anche tutte le alberature di Via dello Statuto e di Viale Giannotti, così come un controprogetto, in collaborazione coi comitati dei cittadini, era stato presentato anche per evitare gli abbattimenti di Viale Morgagni, in quel caso purtroppo con esito negativo”

FEDERAZIONE VERDI FIRENZE

Energia. Fine di una storia.

Municipio Verde si congratula con tutti i Verdi e in modo particolare con quelli di Livorno, i Comitati e le Associazioni che hanno tenacemente conquistato questa vittoria. Dopo il lungo e impegnativo lavoro per l'approvazione del Piano Energetico Regionale, con lo stop all'off-shore la nostra opera è completa.
MV


ACCOLTO RICORSO AL TAR
Fine di una Storia, apriamone un'altra: NO al rigassificatore, SI all'eolico a mare ed allo sviluppo del porto di Livorno


Fino a questo momento non abbiamo altre notizie se non che in giornata sapremo anche le motivazioni per cui il TAR della regione ha accolto il ricorso di GREENPEACE e dei Comitati contro l'Offshore-del Gas, cosi' comunica l'avvocato Altavilla che per primo ha ricevuto la comunicazione dal TAR stesso.
Importante risultato della battaglia iniziata dai Verdi Livornesi ormai già dal momento della prima presentazione dell'ipotesi OLT ed obiettivo divenuto della maggioranza della popolazione labronica peraltro mai chiamata ad esprimersi a riguardo.
Una storia lunga che trova il giusto epilogo in questa sentenza. In molti, cittadini, comitati, associazioni, hanno creduto in un sesno di "giustizia" ed hanno sostenuto spese, dato energie e tempo gratuitamente..per non vedere nel nostro mare, dietro il parco della meloria e nel santuario dei cetacei, un insediamento industriale.
Il capogruppo dei Verdi in Regione Toscana Mario Lupi aggiunge che altri elementi negativi del possibile impatto erano rappresentati dalla collocazione dell'impianto che si pone, con la presenza continua e movimento di navi, in antitesi al progetto, condiviso dalla Regioen Toscana, di sviluppo del Porto di Livorno, che con la Darsena Europa,e con lo sviluppo delle autostrade del Mare, diveta uno dei primissimi e piu' importanti porti del Mediterraneo.
Soddisfazione dei Verdi livornesi e Toscani che sempre hanno tenuto una posizione di coerenza sulla questione, anche in occasione dell'approvazione del Piano di Indirizzo energetico regionale dove in aula il capogruppo nel dichiarare il voto convintamente favorevole al PIER non ha rinunciato ad esprimersi chiaramente sul terminal gas che palesemente rappresenta non la risposta alla richiesta di gas per le aziende Toscane ma semplicementa una "porta", un HUB, un "bocchettone" del gas da mettere in rete, senza considerare l'importante approvvigionamento di gas che arriverà a Piombino con il progetto GALSI (circa 10 mld di m3 anno rispetto ad una richietsa della nostra imprenditoria di circa 4,5 mld di m3)sul quale anche i verdi si sono dichiarati favorevoli.
Lupi conclude ringraziando Greenpeace, i Comitati e tutti coloro livornesi e non si sono impegnati in questa direzione ed auspica una inversione di rotta sull'impiantistica a mare: NO al rigassificatore OFFSHORE ed un netto SI all'OFFSHORE Eolico.

Mare. Sul gassificatore abbiamo vinto!


Abbiamo vinto! Il ricorso contro il rigassificatore offshore accolto dal TAR. Fanno breccia le irregolarità denunciate dal Ministero.

LIVORNO _ “Il TAR ha accolto il ricorso contro il rigassificatore offshore” lo ha annunciato l’avvocato Giancarlo Altavilla, il legale di Greenpeace e del Comitato contro il rigassificatore.“Siamo molto contenti, è un successo dei cittadini! _ dichiarano Lorena Marzini e Gabriele Volpi, rispettivamente portavoce provinciale dei Verdi e capogruppo in Consiglio Comunale _ E’ indescrivibile la soddisfazione dopo 5 anni spesi per capire quanti danni avrebbe fatto e quanti ne ha fatto questo progetto. Ora dovranno chiederci scusa. Era un castello di carte, per di più irregolari, come ha denunciato l’Ufficio legislativo del Ministero dell’Ambiente”.La soddisfazione nei Verdi è alle stelle. Gli ambientalisti ricordano che non sono serviti a nulla i pareri politici e di parte del gabinetto dell’ex-ministro Bersani, che cercavano di smentire e sminuire il parere di un Ufficio legislativo ministeriale.“E’ una vittoria della nostra coerenza _ dichiara Marcello Allegri, portavoce dei Verdi _ Questa è una risposta a chi non ha fatto partecipare i cittadini, che giustamente si sono sentiti defraudati dei loro diritti. Noi Verdi avevamo proposto un impianto eolico al posto del rigassificatore in una zona diversa dal Santuario dei Cetacei, a cui teniamo molto e che rappresenta un patrimonio ambientale per questa città. Ci hanno detto di no. Ora, con questa sentenza, è chiaro qual’è il “partito del No” al futuro sostenibile: il Partito Democratico”.“E’ una grande vittoria per il rispetto dei diritti di tutti i viventi, umani e animali _ afferma Ilaria Ferri, direttore scientifico degli Animalisti italiani _ era improponibile la realizzazione per la prima volta al mondo di un rigassificatore offshore e per di più inserito in una zona fondamentale per la tutela della biodiversità marina e in particolare dei cetacei. Sono immensamente felice di un successo che corona l’attività sinergica di ambientalisti veri e animalisti”.“Il bluf è stato smascherato _ conclude Marzini _ Ora festeggiamo!”.

Energia. Francescato: una buona notizia.

COMUNICATO STAMPA

FRANCESCATO (VERDI), LO STOP DEL TAR AL RIGASSIFICATORE E’ UNA BUONA NOTIZIA.

L'Italia avvii una seria politica di programmazione energetica. Troppi progetti di rigassificatore rispetto alle reali forniture.

“La decisone del Tar di accogliere il ricorso contro il rigassificatore offshore di Livorno è una buona notizia che dà ragione ai tanti dubbi emersi nel corso dell’iter di quest’opera, che avrebbe avuto pesanti conseguenze dal punto di vista ambientale”. Lo ha dichiarato la portavoce dei Verdi Grazia Francescato commentando la notizia che il Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana ha accolto il ricorso contro la costruzione del rigassificatore offshore di Livorno.

Adesso occorre che si avvii una seria programmazione energetica, valutando i progetti di rigassificatori in base alle reali esigenze dell’Italia - ha concluso la Francescato -. Nel nostro Paese, infatti, sono stati presentati troppi progetti per impianti di rigassificazione, spesso senza avere la certezza di una reale fornitura di gas liquefatto”.

Roma, 30 luglio 2008

Recoplast. ASM conferma l'interesse

da la Nazione del 31/07/08
Crisi Recoplast Benigni conferma «Ci interessa»


ALLA RECOPLAST, l’azienda di riciclaggio di vetro e materie plastiche nata a Montemurlo e poi trasferitasi ad Agliana, in questi giorni stanno lavorando tutti gli operai, ad eccezione di quelli che stanno usufruendo delle ferie programmate. Un segnale positivo per l’azienda che attualmente è in liquidazione e per il futuro occupazionale dei 44 dipendenti. La questione della fornitura dei cassoni per la raccolta dei materiali, che la settimana scorsa aveva bloccato alcune lavorazioni, per il momento sembra risolta. Nei prossimi giorni si terrà un vertice in Provincia di Pistoia, mentre niente si è ancora concretizzato riguardo ad un eventuale rilievo della Recoplast (magari in affitto) da parte di Asm di Prato, l’azienda di servizi che cura la raccolta dei rifiuti nel pratese e che conferisce anche nella ditta di Agliana.
L’interesse di Asm non è smentito dal presidente, Adriano Benigni. «Asm è interessata, ma solo al settore del multimateriale – specifica Benigni — comunque per ora non c’è niente di preciso, stiamo valutando».
Ricordiamo che Recoplast, azienda specializzata nel riciclaggio, soprattutto di plastica e vetro e che produce oggetti in plastica riciclata, è in liquidazione per problemi strutturali ed economici. Proprio per questo Asm ha dovuto allestire un’area di stoccaggio vicino alla sede di via Paronese. Potrebbero intervenire altre aziende che operano nel riciclo, interessate a rilevare altri settori della Recoplast? «Per il momento non mi risulta che ci siano segnali in questa direzione», risponde il presidente di Asm. Resta dunque incerto il futuro della Recoplast e dei suoi 44 dipendenti. Per ora i sindacati e i dipendenti confidano che si aprano spiragli con il vertice in Provincia, che è in fase di coordinamento in questi giorni.
Piera Salvi

Prato. Due lettere e un commento

Oggi, sulle pagine della Nazione, troviamo un "confronto a distanza" tra Maurizio Bettazi, di AN, e Benedetta Squittieri, del PD, sui temi della "sicurezza" e della "legalità". Oggettivamente, il dibattito, così come si è andato strutturando in questi giorni, non ci appassiona, schiacciato come al solito su una visione angosciante di Prato e sulle sole politiche "securitarie".
Una nota, importante, va fatta: pur concordando con la Squittieri che ricorda giustamente le prese per i fondelli del governo, che da una parte invia i militari nelle città e dall'altra taglia strutturalmente i fondi alle forze dell'ordine (tanto da riuscire nell'impresa non semplice di far trovare un accordo a tutte le rappresentanze sindacali del settore, contro questi tagli), la segretaria del PD pratese sbaglia mira! Dovrebbe infatti chiedere pubblicamente agli esponenti locali del PdL, da Bettazzi a Silli a Luchetti, e magari anche a Mazzoni, di avere il coraggio di spiegare proprio ai cittadini pratesi perché il governo da loro sostenuto predica "bene" (e secondo noi, nemmeno quello) e razzola male (indebolendo ulteriormente le forze dell'ordine), e di questa politica ne fa le spese anche Prato, che a parole dicono di amare tanto.
Ci piacerebbe, sinceramente, sentire le risposte!
MV


da la Nazione del 31/07/08

‘Legalità e stranieri: la prova che il Pd deve andare a casa’


PRATO ha bisogno di un cambio di marcia, di un’inversione di rotta rispetto alla politica del tirare a campare messa in atto ormai da decenni dal centrosinistra. Romagnoli non è immune da questi difetti, come ha chiaramente evidenziato con il suo no all’utilizzo dei militari a supporto delle forze di polizia. Fino a due anni fa (governo Berlusconi) sindaco & C. si lamentavano strumentalmente per le carenze organiche di questura, carabinieri e finanza; andato al governo Prodi, hanno firmato un protocollo sicurezza – sbandierando ai quattro venti –, senza dotazioni finanziarie né di uomini in più (se non temporaneamente distaccati). Adesso che il governo poteva supportare fattivamente l’attività di contrasto all’illegalità con l’ausilio dei militari, sindaco & C. decidono di non avvalersene, con l’assessore alla sicurezza Milone che però la pensa diversamente. Che sia come il gioco delle tre carte? E che a perdere sia sempre la città e la comunità legale che vi lavora quotidianamente? Se a questa situazione e ai continui episodi di violenza legati all’illegalità diffusa sempre più preoccupante, non si contrappone una proposta politica seria, che tenga conto dell’esasperazione dei cittadini, non avremo scampo. E non avremo scampo perché non esiste all’interno della classe politica che dirige la città il benché minimo dubbio, un vero interesse a cambiare le cose.
Prova ne è il «Libro del sindaco 4». Non c’è traccia di una seppur velata autocritica: abbiamo fatto questo, quello e quell’altro..., ma fateci il piacere. Ho sperato che quel 4 potesse essere il voto che l’amministrazione si autoattribuiva: mi aspettavo di trovare, infatti, anche qualche paginetta bianca per le cose non fatte (legalità, sviluppo economico) o qualche paginetta incompleta per le cose iniziate – magari pagate – e non completate (parcheggio Mercatale, manutenzione stradale, marciapiedi, giardini). Utopia pura, la mia. Ci siamo sorbiti 134 paginette trite e ritrite di celebrazione autoreferenziale (pagata però coi soldi di tutti) per dipingere una situazione che solo loro sono capaci di vedere idilliaca, ma che in realtà ha raggiunto il limite della sopportazione. Tra meno di un anno ci saranno le elezioni: sarà l’ultima spiaggia per la nostra città, l’ultima occasione per dimostrare che Prato merita di più, di essere amministrata col cuore e solo da chi la ama veramente.
Maurizio Bettazzi, presidente di An

‘Dalla destra solo demagogia e false promesse’

PRATO non si farà ingannare dal falso spot sulla sicurezza del governo Berlusconi, si tratta esclusivamente di propaganda, volta a creare un allarme sociale nel Paese, che noi non possiamo accettare. La nostra città e le persone che la rendono viva rischiano di essere penalizzate nella loro vita quotidiana.
Il governo propone l’invio dell’esercito nelle città in maniera demagogica e superficiale, e allo stesso tempo usa la manovra economica per fare tutto il contrario. E’ il governo che vuole usare l’esercito e poi taglia 3 milioni di euro sulla sicurezza e il pagamento degli straordinari delle forze dell’ordine.
È lo stesso governo che stralcia con leggerezza le limitazioni sui flussi dei contanti, riportando il limite da 5mila euro a 12.500 e ridando fiato ai movimenti di capitali che usano il money transfert per operazioni illegali e per traffici illeciti. Si tratta solo di un’operazione demagogica e di facciata senza un’efficacia concreta. E’ come se si sfiduciasse palesemente l’operato delle nostre forze dell’ordine, impegnate ogni giorno di più nella lotta all’illegalità. La sicurezza ha bisogno di interventi stabili e strutturali mentre ora si decide di spendere risorse importanti solo per un esperimento, col quale si appesantirà il lavoro delle forze dell’ordine. Ma soprattutto, su un tema importante come questo, è mancata una qualsiasi collaborazione tra governo e enti locali.
Maroni risponda concretamente alle richieste che vengono da Prato, che è la prima città, dopo quelle metropolitane, ad aver firmato un patto per la sicurezza col governo Prodi, grazie al quale sono stati recuperati sul fronte della illegalità economica 4 milioni e mezzo di euro nella nostra città. A Prato e nel Paese c’è bisogno di combattere tutte le forme di illegalità che ci sono. Prato è la provincia d’Italia con il numero di immigrati maggiore in rapporto ai suoi abitanti, ed è una città che ha fatto della coesione sociale la priorità delle sue politiche. In questi anni si è battuta perché anche i governi nazionali si facessero concretamente carico di dotare la città di adeguati strumenti di lotta all’illegalità. Lo strumento principale è stato il patto per la legalità col governo Prodi, noi ripartiamo da lì e non dalla demagogia.
Benedetta Squittieri, segretaria Pd

Mare. Il Tar stoppa il gassificatore di Livorno!!!

TAR BOCCIA RIGASSIFICATORE LIVORNO-PISA

FIRENZE, 30 LUG - ''Il Tar della Toscana ha accolto il ricorso di Greenpeace e quello del Comitato di Pisa e Livorno insieme a Medicina Democratica e Forum Ambientalista contro il rigassificatore offshore al largo della costa tra Livorno e Pisa.
Di conseguenza l'autorizzazione a suo tempo concessa alla prima area marina industriale in un'area marina protetta e' stata annullata''. Ne da' notizia Greenpeace in un comunicato.
''Il ricorso - spiega l'associazione ambientalista - era stato presentato nell'ottobre 2007 quando Greenpeace prima aveva sollevato dubbi sulla legittimita' dell'operazione e in seguito aveva scoperto le prove di un clamoroso falso in atto pubblico: il decreto di valutazione di impatto ambientale che autorizzava l'impianto mentiva nell'affermare che il comitato di pilotaggio del santuario dei cetacei aveva espresso un parere positivo sulla compatibilita' tra rigassificatore e lo stesso santuario''.
''Non conosciamo ancora le motivazioni del Tar ma ne siamo sicuri: quel rigassificatore era e resta illegale - dichiara Alessandro Gianni', responsabile della campagna Mare di Greenpeace - il mare non puo' essere dichiarato zona industriale, tanto piu' un'area dichiarata protetta come il santuario dei cetacei, e i rigassificatori sono, per la direttiva Seveso, siti industriali pericolosi''. (ANSA).

mercoledì 30 luglio 2008

Mare. Il declino della Posidonia.

Importanza della Posidonia Oceanica
Lupi: elemento naturale antierosione e “nursery” per fauna ittica

Firenze 30 luglio ‘08

“E’ stato pubblicato un importante rapporto dell´International Union for Conservation of Nature, - ha dichiarato Mario Lupi capogruppo VERDI per l’Unione in Regione Toscana – che analizza gli impatti dei cambiamenti climatici che minacciano da vicino le praterie di piante sottomarine, tra cui le posidonie: ambienti di grande valore ambientale ed economico dato che sono “nursery” naturali per la produzione di fauna ittica come pesci e crostacei.”Nel loro complesso le praterie sottomarine sono in uno stato di vulnerabilità. Gli habitat delle posidonie sono già in declino a causa dell´aumento della temperatura dell´acqua, dalla crescita di alghe e dalla riduzione della luce, tutti effetti del cambiamento climatico. Anche le tempeste, le inondazioni e l´erosione costiera sono tra gli elementi che danneggiano le praterie sottomarine, così come l´eutrofizzazione causata dall´eccesso di nutrienti, può portare al proliferare nelle zone costiere di alghe che danneggiano le piante sottomarine. Anche un nuovo pericolo può venire dall´acidificazione del mare dovuto all´aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera, con conseguenze che non possono ancora essere previste. Comunque tutti questi cambiamenti globali messi insieme stanno producendo una visibile riduzione delle praterie sottomarine.
“E’ il momento di comprendere il vero valore di questa preziosa risorsa naturale - ha spiegato Lupi - Le praterie sottomarine forniscono riparo a molti animali, tra i quali pesci e molluschi, e possono essere una fonte di cibo diretta per uccelli marini, tartarughe, ricci di mare. Occorre proteggere gli ultimi rifugi delle praterie e connetterli con gli habitat adiacenti, come le mangrovie e le barriere coralline negli oceani, e questo aumenta considerevolmente la loro possibilità di sopravvivenza.
In questo quadro di grande importanza è la posidonia oceanica, endemica del Mediterraneo, soprattutto nelle aree più integre del nord Africa, in particolare sulle coste di Libia e Tunisia, dove lo sviluppo del turismo non ha ancora troppo colpito le aree costiere, ma anche intorno alle isole italiane le praterie di posidonia mostrano spesso buona salute, una salute da difendere e preservare per tutelare il futuro del mare e del pianeta e gli stock commerciali di pesci, crostacei e molluschi.
Intanto occorre promuovere nuove aree marine protette per il ripristino delle praterie sottomarine e arginare il problema dello spiaggiamento su spiagge di particolare interesse turistico-economico lungo le coste in Provincia di Livorno: è emerso che il fenomeno dello spiaggiamento interessa prevalentemente gli arenili ricadenti nei comuni di Rosignano Marittimo, San Vincenzo, Piombino, Portoferraio, Marciana e Campo nell’Elba.
Si può dire – ha concluso Lupi - che l’intervento della Provincia di Livorno suggerisce di mantenere le banquettes in loco sulle spiagge di valore naturalistico, mentre sulle spiagge di particolare interesse turistico è preferibile movimentarle all’interno della stessa spiaggia con mezzi meno invasivi rispetto alle ruspe, ad esempio posizionandole sul punto di massimo espansione dell’onda, in modo da facilitare di nuovo il trasporto a mare e di vagliare sempre il materiale da destinare in discarica.”

Firenze. Renzi simula, dissimula e toglie fondi.

PROVINCIA. VARIAZIONE DI BILANCIO E DEBITI NON PREVISTI:
“La Provincia riduce i fondi per le energie rinnovabili e paga a caro prezzo i ritardi della propria gestione”


"Dov'è la politica ecologista sbandierata da Matteo Renzi?"
Pochi giorni fa la notizia che l’Amministrazione Provinciale puntava su una politica ambientalista ed ecologista ed oggi in Consiglio Provinciale si approva una variazione di bilancio che taglia per oltre 500.000€ i fondi per gli interventi di riqualificazione energetica da fonti rinnovabili e le spese per il miglioramento dell’efficienza energetica dei propri edifici – affermano Luca Ragazzo, Tommaso Grassi e Annalisa Pratesi – L’Amministrazione provinciale ha dato l’ennesimo esempio di non essere coerente tra l’immagine che vuol dare e la reale azione amministrativa messa in atto dalla Giunta”
“Presenteremo delle interrogazioni per conoscere ed approfondire come verranno spese alcune somme stanziate in seguito ad entrate regionali o a nuovi obblighi di legge - annunciano gli esponenti verdi – Interrogheremo l’Amministrazione per sapere per esempio come verranno spesi i 170 mila € che verranno concessi agli Enti locali e alle ATC per la salvaguardia della fauna selvatica e la biodiversità, ed ancora indagheremo sui destinatari di 335.000€, fondo, secondo noi, ancora insufficiente per la riduzione della produzione dei rifiuti”
“Per quanto riguarda i debiti fuori bilancio, notiamo che la carenza di manutenzione stradale di un tombino su strada provinciale, che sporgeva di 5 centimetri, e il ritardo, più di un anno, da parte della Provincia a denunciare il sinistro, hanno portato ad un debito di 250mila € non previsto e imputabile alla compagnia assicurativa, se fosse stato correttamente seguito da parte della Provincia l’iter procedurale. Oltre al danno economico che avrebbe potuto essere evitato, ci preoccupa ancor di più che questi episodi di scarsa manutenzione hanno danneggiato un cittadino e ci auguriamo che questi non si ripetano più”
“Infine non ci soddisfano i debiti fuori bilancio della Direzione Mobilità, in quanto trattasi della restituzione dell’Iva sulla gara TPL che risale al 2004 e che sarebbe stata rimborsata alla Provincia dal Ministero, questo però non sembra mai accaduto. Anche a questo proposito presenteremo un’interrogazione per conoscere la situazione più precisamente”
“Concludiamo affermando che una gestione che toglie i fondi allo sviluppo delle fonti rinnovabili, spreca soldi a causa di errori nella gestione amministrativa e fa ricomparire debiti nei confronti dei Comuni dopo 5 anni, non ci sembra seria e non condividiamo questa impostazione”

Luca Ragazzo - Consigliere Provinciale Verdi per l'Arcobaleno
Tommaso Grassi, Annalisa Pratesi - Portavoce Provinciali dei Verdi

martedì 29 luglio 2008

Nucleare. Ci risiamo.

Oltre 100 impiegati allontanati dall'impianto.

Su due "tracce lievi di contaminazione"

In poche settimane già due incidenti nella centrale del sud della Francia
Nucleare, nuovo allarme a Tricastin

L'azienda: "Non è successo nulla"
Edf smentisce: "Emergenza scattata accidentalmente non c'è stata alcuna fuoriuscita di materiale radioattivo"


PARIGI - Torna la paura in Francia per un nuovo allarme alla centrale nucleare di Tricastin, a 40 chilometri da Avignone, nel sud della Francia. Centoventi impiegati sono stati fatti allontanare dall'impianto dopo che è scattato l'allarme nella struttura. La Edf, l'azienda che gestisce la centrale nucleare ha subito detto che l'allarme è scattato per errore e che non c'è stata alcuna perdita di materiale contaminante. L'agenzia di controllo del nucleare francese, l'ASN, però, ha avviato un'indagine e aspetta le conclusioni prima di pronunciarsi. Delle persone sgomberate alcune sono state condotte in infermeria e test preliminari su 45 di loro hanno rivelato in due casi tracce "molto lievi di contaminazione": "Siamo al di sotto della soglia", ha rassicurato Jean Girardi, un ingegnere della centrale che ha parlato con la televisione privata francese lci. Dopo gli incidenti delle ultime settimane, Tricastin fa paura: quello di oggi è il terzo episodio che vede coinvolto il sito nucleare, oltre ad un altro incidente verificatosi nello scorso mese nella zona: il 23 luglio cento dipendenti sono stati "leggermente contaminati" con radioelementi fuorusciti da un condotto dal reattore numero 4.

Il 7 luglio scorso per errore sono stati riversati 74 chili di uranio in due fiumi.

(29 luglio 2008)
fonte: La Repubblica

Verde Pubblico. No ai tagli in via Roma.

Gli abitanti della Circoscrizione Sud promotori della petizione popolare contro l’abbattimento dei pini di Via Roma

Invitano

Tutti i cittadini a partecipare Giovedì prossimo 31/7/08 alle ore 18:30 presso la Circoscrizione Sud - Via delle Badie, 130 alla riunione delle commissioni Ambiente e Lavori Pubblici che decideranno sul futuro dei Pini di Via Roma.

Partecipate tutti,
la città è vostra!

Base Usa di Vicenza. Il Consiglio di Stato rimette in moto tutto.


Accolto il ricorso del Ministero. Bocciato il Tar Veneto che aveva dato ragione alla richiesta di sospensione del progetto Dal Molin.
"Base Usa di Vicenza può ripartire" il Consiglio di Stato dice sì al governo.
Il presidio No Dal Molin: "I cittadini di Vicenza continueranno nella loro opposizione.
"Il Codacons: "A ottobre il Tar Veneto dovrà valutare i gravissimi rischi ambientali"


ROMA - La base militare americana di Vicenza potrà essere ampliata. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero della Difesa contro l'ordinanza del Tar del Veneto, che il 18 giugno scorso aveva detto sì alla domanda di sospensione del progetto Dal Molin di ampliamento della base militare Usa della città veneta. "Il consenso prestato dal governo italiano all'ampliamento dell'insediamento militare americano all'interno dell'Aeroporto Dal Molin è un atto politico, come tale insindacabile dal giudice amministrativo". E' questa una delle ragioni per le quali la quarta sezione del Consiglio di Stato non condivide le valutazioni del Tribunale amministrativo sull'illegittimità dell'allargamento della base americana. Ma ci sono altri due motivi per cui il Consiglio di Stato "boccia" il Tar, che invece aveva accolto il ricorso presentato nel settembre 2007 dal Codacons del Veneto e dall' Ecoistituto Alex Langer di Mestre. Primo, perché il via libera all'ampliamento della base di Vicenza non può dipendere dall'esito della consultazione della popolazione interessata e poi perché non risultano "riscontri concreti" sui rischi di danno ambientale indicati nella ordinanza del tribunale veneto. Per quanto riguarda la consultazione popolare, che è stata uno dei punti fermi della protesta portata avanti dal comitato No Dal Molin, la nota di Palazzo Spada spiega che "non rientra nella procedura di autorizzazione ad un insediamento militare, di esclusiva competenza dello Stato". Il documento specifica inoltre che "tanto meno essa è prevista nella procedura risultante dal Memorandum del 1995; tale consultazione è stata soltanto ipotizzata nelle dichiarazioni del ministro della Difesa pro tempore in sede parlamentare".
Le reazioni.
Immediata la replica del presidio permanente che si oppone al raddoppio della base americana: "I cittadini di Vicenza continueranno nella loro opposizione alla base, vedremo se gli Usa si assumeranno la responsabilità di imporcela comunque", dice la leader del presidio Cinzia Bottene.

Bottene, che è anche consigliera comunale, precisa che il comitato era "preparato ad una decisione del genere", che "non cambia la sostanza delle cose". Secondo il commissario governativo alla base di Vicenza, Paolo Costa, il pronunciamento del Consiglio di Stato "certifica evidentemente la legittimità delle procedure seguite".

Ma il Codacons non è d'accordo: "Ci sembra una decisione di 'ossequio', evidentemente ai desideri di Berlusconi e del ministro La Russa". L'associazione in difesa dei consumatori rileva che la sentenza "non dice nulla circa i gravissimi rischi ambientali denunciati dalla stessa valutazione fatta realizzare dagli americani, e quindi non sospetta". Per il Codacons non è detta l'ultima parola: "L'8 ottobre il Tar Veneto dovrà decidere nel merito sugli oltre 20 motivi di ricorso presentati e valutare concretamente i gravissimi rischi ambientali connessi ad un insediamento di oltre 2.500 nuove unità di militari che porterebbe all'utilizzo di tutta l'acqua delle falde acquifere della zona". (29 luglio 2008)


Fonte: la Repubblica

Politica. Dal forum della sinistra.

SINISTRA: L'OPPOSIZIONE E' NELLE NOSTRE MANI

La sinistra deve fare la sua parte nella costruzione dell’opposizione contro il governo Berlusconi. Se la sinistra venisse meno a questo suo elementare compito non vi sarebbe nessuna efficace azione di contrasto alle politiche della destra oggi al comando del paese.
Nel Seminario di Firenze dello scorso 5 luglio “Di chi è la politica? Le diverse forme e modi dell’agire politico” è stata esplorata, da tante e tanti, la questione complessa del rinnovamento delle modalità e dei meccanismi di azione della politica, indispensabile alla ricostituzione di una sinistra unita e plurale nel nostro paese. Si è assunto l’impegno di pubblicare i contributi alla discussione il più presto possibile. Ma altrettanto vitale è innescare in questo momento drammatico nuove capacità di coordinamento e di lotta, attivando processi di mobilitazione e dando il nostro contributo a quelli che sorgono spontaneamente, rafforzando la loro unitarietà. In pochi mesi di attività il governo Berlusconi sta erodendo gravemente alcuni dei pilastri fondamentali della democrazia: le schedature e le impronte ai rom adulti e bambini e l’introduzione del reato di immigrazione clandestina alimentano direttamente un’ondata di razzismo e di xenofobia. L’uso dell’esercito in compiti di ordine pubblico e antisommossa rende esplicite le pulsioni autoritarie del governo. Vengono definitivamente meno l’universalità dei diritti, il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, il carattere personale della responsabilità giuridica, l’obbligatorietà dell’azione penale. Nel mordere della crisi economica che allarga la forbice fra inflazione e retribuzioni il Decreto legge 112 (“manovra finanziaria”) aggrava le condizioni materiali di vita delle persone e lede ulteriormente i diritti del lavoro, mentre fasce crescenti di popolazione sono colpite da pesanti difficoltà economiche che alimentano un senso di rabbia ma anche di isolamento. Si approfondisce la precarietà e l’insicurezza nel lavoro e si attaccano i diritti sindacali. L’ambiente è minacciato dal ritorno di un nucleare pericoloso quanto impotente, i beni pubblici – l’università statale, i servizi sanitari, la scuola pubblica, la tutela dei beni culturali del territorio e del paesaggio – sono minacciati a morte. Si tolgono risorse ai Comuni spingendoli a tagliare i servizi sociali, a privatizzare le municipalizzate ed alienare il patrimonio pubblico senza più alcun controllo urbanistico da parte delle regioni. Di fronte a tutto questo la sinistra è frantumata e silenziosa, consumata da faide interne. Più si prolunga il silenzio e più l’effetto è devastante e la disgregazione si fa inarrestabile.
Per contrastare questa deriva noi proponiamo l’avvio fin da ora, nel corso dell’estate, di un percorso di estesa attivazione delle forze e delle coscienze, che miri alla ripresa su basi nuove dell’opposizione al governo Berlusconi e al berlusconismo.
Il primo passaggio necessario è proprio costituito dall’opposizione diffusa alla manovra finanziaria (DL 112), con l’impegno a farne scaturire dopo l’estate una grande mobilitazione unitaria della sinistra in tutte le sue varie componenti e sfaccettature. Crediamo che una simile mobilitazione sia anche il miglior strumento per riprendere il cammino reale del processo costituente dal basso di una sinistra nuova, unita e plurale, che sperimenti un lavoro capillare, decentrato e democratico, in modo che la fiducia di persone provenienti da tradizioni e esperienze diverse cresca insieme con il lavoro comune in un sistema di "autonomie confederate" come forme di associazione e coordinamento, anche ambiziose, fra soggetti differenti, dando voce e casa alle sue tante espressioni diverse tuttora attive sul territorio nazionale – associazioni, partiti, movimenti, singoli individui – che non si rassegnano a sentirsi “esuli in patria” e che ancora (ma per quanto?) rappresentano le forze vive di un’altra Italia.

Anna Picciolini, Massimo Torelli, Andrea Alzetta, Andrea Bagni, Fulvia Bandoli, Maria Luisa Boccia, Elio Bonfanti, Paolo Cacciari, Maria Grazia Campus, Giuseppe Chiarante, Stefano Ciccone, Paolo Ciofi, Piero Di Siena, Antonello Falomi, Pietro Folena, Paul Ginsborg, Chiara Giunti, Siliano Mollitti,Andrea Montagni, Fabrizio Nizi, Niccolò Pecorini, Ciro Pesacane, Marina Pivetta, Bianca Pomeranzi, Tiziano Rinaldini, Ersilia Salvato, Mario Sai, Bia Sarasini, Anita Sonego, Aldo Tortorella
*Il documento è stato pubblicato su Il Manifesto odierno, martedì 29 luglio, con un titolo modificato e con un elenco di firmatari erroneamente incompleto

Politica. La Grazia a Vendola.


Congresso Prc. Francescato: bene Vendola con mani libere
"Massimo rispetto per le decisioni del congresso e auguri a Ferrero, ma ora Vendola ha le mani libere per costruire il futuro di una sinistra fuori dagli schemi e all'altezza delle sfide del prossimo millennio, cosa che se fosse diventato segretario con una maggioranza risicata, non gli sarebbe stata permessa'.
La portavoce dei Verdi Grazia Francescato commenta così l'esito del congresso del Prc chiamando lo sconfitto Vendola a un impegno per la ricostruzione della sinistra. "Questo - osserva - potrebbe essere un segnale al quale noi guardiamo con interesse". (Ansa)

Editoriale. Solo i coraggiosi.




"La questione della democrazia non può essere ridotta a semplice questione del suffragio universale. Hitler è andato al potere grazie ad elezioni democratiche, quindi la democrazia è capace del meglio come del peggio. Al di là del suffragio universale, la democrazia esiste quando un popolo è mobilitato intorno ad una politica.
Il mondo oggi non è più quello del XIX secolo, le strutture economiche e sociali sono radicalmente cambiate. In questo contesto la democrazia parlamentare non funziona più come dovrebbe.
Molto spesso diventa una copertura per un potere oligarchico, costituito dai potentati economici e mediatici che sono i veri padroni della società.
Di fronte a questa situazione dobbiamo saper inventare nuove forme di partecipazione democratica, in un contesto dove il problema fondamentale è quello dei mezzi di comunicazione più ancora dei mezzi di produzione..."

Alain Badiou



In questo frammento di intervista, rilasciata dal filosofo francese Alain Badiou, autore di un breve saggio sulla politica di Sarkozy, c'è una buona parte dei motivi che ci spingono a riempire le pagine di questo diario politico.
Sono passati ormai otto mesi dalla fondazione del blog e un anno dalla nascita del nostro piccolo movimento, interno al partito dei Verdi. Un circolo Verde ma aperto ai contributi dei cittadini ecologisti, delle associazioni e dei comitati civici che condividono le ragioni di un ambientalismo popolare e di base, fondato sulla difesa dei Beni Comuni e legato alla realtà locale.
L'ecologismo municipalista di cui ci facciamo promotori e a cui noi diamo, presuntuosamente, l'appellativo di "radicale", titolo che si conquista sul campo, ritiene che l'ambientalismo scientifico, non possa fare a meno dell'indirizzo politico che deriva dalla partecipazione della comunità locale.
Non crediamo in un partito d'èlite, che studia a tavolino i problemi e serve risposte preconfezionate. Ci sembra venuto il momento di entrare nella società per porre questioni chiare e risposte comprensibili sui problemi del territorio, a fianco dei comitati (paesaggio, rifiuti, verde, acqua, sicurezza...) e delle associazioni, ma soprattutto attenti ai singoli cittadini, senza nè tessere nè riferimenti sociali che chiedono comunque di essere integrati in un processo partecipativo.

Da settembre, Municipio Verde lancerà alcune iniziative, finalizzate al confronto politico e alla discussione dei problemi del nostro territorio.
Ci incontreremo anche per discutere e preparare il nostro contributo ai Verdi nelle elezioni in Provincia, Comune e Circoscrizioni.
Tenetevi pronti, per quando tornate dalle ferie e facciamo in modo che la partecipazione diretta cominci proprio dal Municipio Verde (only the brave!).

Buone vacanze,


MUNICIPIO VERDE

Mare. Continua la battaglia per il libero accesso alla battigia.

Ai Pancaldi non si passa per fare il bagno
Verdi: "E' stata violata la legge"
Prossimo appuntamento: venerdì ore 11,15 davanti ai Bagni Fiume.


LIVORNO _ Oggi alle ore 11,30 i Verdi si sono presentati all'ingresso dello stabilimento balneare Pancaldi. A guidare un gruppo di aspiranti bagnanti il Capogruppo in Consiglio Comunale, Gabriele Volpi.
"L'ingresso è stato impedito _ afferma Lorena Marzini, portavoce provinciale dei Verdi _ da un gruppo di persone, che si sono qualificate come dipendenti dello stabilimento balneare. Alla richiesta di entrare per fare il bagno, hanno detto che senza pagare il biglietto non si poteva accedere allo stabilimento balneare, anche solo per un tuffo in mare. A quel punto sono state chiamate le forze dell'ordine".
Gli ambientalisti hanno chiesto che fosse fatto rispettare l'Art. 1, comma 251, della legge 296 del 2006 che determina l'obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione.
"Abbiamo riprovato ad entrare _ riferisce Volpi _ con le forze dell'ordine presenti, a mani alzate in forma pacifica, dichiarando che volevamo il rispetto di quanto stabilito dalla legge. Non ci hanno fatto entrare nuovamente".
Il Capogruppo dei Verdi ha annunciato che denuncerà i titolari della concessione alla magistratura.
"Abbiamo preso atto _ afferma Volpi _ della violazione della legge sull'accesso libero e gratuito al mare da parte dei titolari della concessione dei Bagni Pancaldi. Abbiamo preso atto che sia il Sindaco Cosimi, sia l'Assessore Nebbia, sia il Dirigente comunale non si sono presentati a difendere un'ingiustizia così palese. Non ne hanno avuto il coraggio. Sanno bene di essere dalla parte del torto".
Prossimo appuntamento dei Verdi: venerdì alle ore 11,15 davanti ai bagni Fiume per chiedere ai gestori di rispettare la legge e fare accedere i cittadini per fare il bagno.
"Attendiamo _ conclude Marzini _ tutti coloro che vogliono difendere la legge ed il diritto al Mare libero".



Livorno, 29 luglio 2008

Prato. «Coppie di fatto maggioranza in imbarazzo»

da Il Tirreno del 29/07/08
Becheri e Comitato gay

«Coppie di fatto maggioranza in imbarazzo»

PRATO. La maggioranza in consiglio comunale non vuol parlare del riconoscimento delle coppie di fatto. Lo sostengono il Comitato gay e lesbiche Prato e il consigliere capogruppo di Rifondazione in consiglio comunale, Leonardo Becheri. Durante la conferenza dei capigruppo era stato preso l’impegno di discutere nel consiglio del 3 luglio anche l’ordine del giorno presentato dai consiglieri Becheri, Vannoni, Zazzeri e Rindi «in merito al riconoscimento delle coppie di fatto etero ed omosessuali».
«Durante la seduta - ricordano Becheri e il Comitato - i consiglieri del Pd sono intervenuti massicciamente, con l’effetto di far rimandare alla seduta del 17 luglio la discussione. Alla conferenza dei capigruppo del 16 luglio si è deciso però di discutere gli ordini del giorno non seguendo il consueto ordine basato sul periodo di presentazione, ma sono stati anticipati ordini presentati più recentemente di quello sul riconoscimento delle coppie di fatto etero ed omosessuali. La conseguenza è che il pubblico dibattito sul tema dei diritti delle coppie gay e lesbiche, oltre che eterosessuali, slitterà almeno a dopo la pausa estiva».
Secondo Becheri, «è evidente che all’interno del Pd ci sono posizioni diverse, contraddizioni che non devono esplodere visibilmente; quindi il tentativo è di rimandare tutto all’infinito».
Il Comitato gay e lesbiche denuncia politicamente l’incapacità della maggioranza in consiglio comunale di parlare apertamente della realtà delle coppie di fatto eterosessuali ed omosessuali, lanciando un segnale chiaro verso la piena parità e dignità».

Rifondazione Comunista. La situazione in Toscana

da il Tirreno del 29/07/08
Rifondazione prepara la battaglia d’autunno

Toscana. Bertinotti-boys addio, il nuovo partito riparte da due donne

Dopo il congresso. Monica Sgherri leader, Roberta Fantozzi in pole per la segreteria al posto di Pecorini
MARIO LANCISI

FIRENZE. Il destino del governo regionale è (in gran parte) nelle mani di due donne, la fiorentina Monica Sgherri e la pisana Roberta Fantozzi. Le «pasionarie» di Paolo Ferrero, come le definisce Dario Danti, segretario (sconfitto) del Prc di Pisa. La prima è capogruppo regionale e leader indiscussa di Rifondazione, in Toscana. La seconda, al congresso regionale di settembre, potrebbe diventare la nuova segretaria al posto di Niccolò Pecorini, il numero uno dei Bertinotti- boys.
«Non è automatico un inasprimento dei rapporti con il Pd. Lo decideremo a settembre, al congresso regionale», risponde laconica la Sgherri.
Si volta pagina. Rifondazione in Toscana dice addio alla generazione dei segretari trentenni scelti da Bertinotti, che amano Marcos e Che Guevara, i film di Ken Loach, leggono Pasolini e Montale e sono approdati nel Prc senza transitare dal Pci. E si sono affermati sull’onda dei movimenti del Social forum e del pacifismo. Dal pisano Danti alla Marina Nardi di Massa Carrara, da Alessio Nincheri di Prato a Gabriele Berni di Siena.
Le «pasionarie» di Ferrero invece - e con loro la nuova classe dirigente del Prc - sono i «duri e puri» che ieri militavano nel Pci e in Democrazia proletaria e oggi sognano di «rifare il partito sociale», come spiega Paolo Cangemi, 52 anni, livornese, responsabile enti locali: «Conosco Ferrero dagli anni Settanta, quando entrambi militavamo in Dp», racconta. Anni in cui ad esempio Pecorini, il segretario sconfitto, era ancora in fasce (è nato nel 1976).
La Sgherri, 55 anni, laureata in architettura, molti anni trascorsi in Francia («Monique», la chiama affettuosamente Nino Frosini, segretario del Pdci toscano), è stata una militante del Pci, prima di approdare in Rifondazione. Suo marito Giovanni Bacciardi, 72 anni, ex cossuttiano doc, è membro della direzione toscana dei Comunisti italiani. Storie di comunisti. Che potrebbero ricongiungersi, anche fuori dal talamo familiare, se Diliberto e Ferrero, come auspica Frosini, si uniranno (o riuniranno, dal momento che dieci anni stavano insieme).
Anche se Roberta Fantozzi, ex segretaria del Prc di Pisa ha undici anni meno della Sgherri, presenta però un profilo politico abbastanza simile e tradizionale: militanza nel Pdup e poi approdo in Rifondazione. Ferrariana doc. Ferrero, quando era ministro per la Sicurezza sociale, l’ha chiamata a Roma come collaboratrice per i problemi dell’immigrazione. Assieme all’ex parlamentare Salvatore Allocca (eletto a Grosseto), la Fantozzi è in corsa per la segreteria regionale.
Monica e Roberta, due posizioni strategiche per decidere il futuro del Prc in Toscana (dove Ferrero ha preso il 47% dei voti congressuali e Vendola il 40%) e rilanciarne il peso elettorale (8% alle regionali, solo il 5% come Sinistra arcobaleno, cioé insieme al Pdci e ai Verdi). Con loro è schierato tutto il gruppo regionale: dal fiorentino Carlo Bartoloni al livornese Aldo Manetti, mozione Grassi, come il segretario della federazione labronica Alessandro Trotta. A Firenze c’è poi Sandro Targetti, mozione L’Ernesto, che come quella di Grassi è confluita nella maggioranza di Ferrero. «Hanno messo insieme un’armata Brancaleone che teorizza il partito sociale e l’unione dei comunisti, la svolta operaia e il giustizialismo di Di Pietro», polemizza il vendoliano Nardi. Ma da loro, dalla cosidetta armata Brancaleone, dipende il futuro di molte giunte toscane. A cominciare dalla Regione...

Mare. L'obolo dell'ingiustizia.

MARE LIBERO
Appuntamento alle 11,30 davanti ai Pancaldi
Volpi: "Andiamo a fare il bagno?"
Un altro attacco all'«obolo dell'ingiustizia»


LIVORNO _ Domani mertedi' alle ore 11,30 appuntamento davanti ai bagni Pancaldi.
"Abbiamo letto con attenzione _ affermano i Verdi _ l'Art. 1, comma 251, della legge 296 del 2006. E' scritto in modo chiaro: obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione."
Gli ambientalisti sfidano il Sindaco Cosimi, l'Assessore Nebbiai e il Dirigente del Comune ad essere presenti e dire in modo chiaro ai cittadini che il biglietto va pagato.
"Voglio vedere _ afferma Gabriele Volpi, Capogruppo dei Verdi in Consiglio Comunale _ se si presenteranno. Non ne hanno il coraggio e sanno bene di essere nel torto. In una città che è governata dal centro-sinistra non ci aspettavamo che l'Amministrazione Comunale garantisse un'ingiustizia come questa. Questa Giunta, anche dopo il rimpasto., si conferma come un OGM della politica. Voglio vedere se ci saranno a dire che dobbiamo pagare l'obolo dell'ingiustizia".
"Obolo dell'ingiustizia" è questo il nome che gli ambientalisti hanno affibbiato al biglietto di ingresso agli stabilimenti balneari.
"A nostro avviso _ conclude Volpi _ il Sindaco pensa a fare solo gli interessi di certe categorie economiche ai danni dei cittadini. Sarebbe giusto invece che chiedesse ai gestori la restituzione di abbonamenti e biglietti".
L'Ufficio Stampa
Gruppo Verdi

lunedì 28 luglio 2008

Treni. rimborso ai pendolari.

Verdi: Rimborso ai pendolari, per le ore di lavoro perse a causa dei ritardi dei treni

“Istituire di un fondo apposito per provvedere al rimborso dei pendolari per i disagi e le ore di lavoro che sono costretti a perdere a causa dei ritardi dei treni” è la proposta lanciata dal consigliere provinciale dei Verdi, Luca Ragazzo, con una mozione presentata in Consiglio Provinciale.

Sono migliaia i pendolari fiorentini che, quotidianamente, utilizzano per i loro spostamenti i treni nelle tratte che collegano i Comuni della Provincia di Firenze e i territori extra-provinciali, e che ormai da tempo, ogni giorno e malgrado le innumerevoli proteste, sono costretti a viaggi in treno a condizioni non più tollerabili.

Per quanto riguarda i treni i deficit riscontrati sono inerenti a puntualità, sovraffollamento, sporcizia, freddo, decoro e sicurezza.
La qualità del servizio di Trenitalia è divenuta inaccettabile: i convogli sono spesso in ritardo, i tempi d’attesa nelle biglietterie sono biblici, le condizioni igieniche sono pessime, mentre il costo degli abbonamenti dei mezzi di trasporto subisce aumenti esponenziali;

Continui disagi sono dovuti a ritardi, guasti e soppressioni dei treni che procurano danni economici e gravi rischi per il mantenimento dei posti di lavoro.
Le donne, in particolare, subiscono maggiormente i disagi dovendo conciliare vita familiare e lavoro e, necessariamente, far coincidere i propri impegni e orari con le esigenze dei figli.

Il taglio estivo di tante corse locali, con sostituzione di parte delle corse (in quantità assolutamente insufficiente) per mezzo di autobus, sta provocando gravi disagi a molti cittadini e lavoratori, oltre che peggiorare la qualità dell'ambiente, incrementando il traffico privato.

Già dal 14 Luglio si sono verificati i primi tagli; tra l'altro del tutto improvvisi, non previsti nell'orario annuale, e di cui molti lavoratori hanno appreso all'ultimo momento. Dal 4 Agosto si prevedono ulteriori ridimensionamenti: chiediamo alla Regione di intervenire presso Trenitalia, per bloccare queste scelte difficilmente sostenibili.

Occorre sapere dare una riposta forte alle richieste dei pendolari della Provincia per un intervento nei confronti di Trenitalia affinché sia migliorato il servizio ferroviario offerto: per questo valutiamo con favore la proposta avanzata dai pendolari di riconoscere valido l’abbonamento del mese precedente nel caso su una linea si siano verificati disagi reiterati nel tempo e non risolti con efficacia ed efficienza, utilizzando parte degli importi delle sanzioni applicate dalla Regione a Trenitalia.

Allo stesso modo risulta meritevole d’interesse la proposta, attualmente in discussione in altre Regioni (es. Piemonte), per l’istituzione di un fondo apposito che provveda al rimborso dei pendolari in caso di disagi reiterati nel tempo.

Proprio per valutare la fattibilità di una simile ipotesi la mozione presentata dai Verdi chiede che venga convocato al più presto un tavolo inter-istituzionale, che veda il coinvolgimento dei Comuni della Provincia e la Regione Toscana e propone che per sostenere il fondo vengano utilizzate parte degli importi delle sanzioni applicate dalla Regione a Trenitalia.

La mozione dei Verdi impegna inoltre la Giunta provinciale ad adottare una azione di governo tesa a tutelare i pendolari fiorentini, intraprendendo nei confronti di Trenitalia e della Direzione dei Trasporti del Governo iniziative idonee a porre rimedio ai vergognosi disservizi nel trasporto ferroviario e nei confronti della Direzione regionale di Trenitalia per porre rimedio ai disservizi della rete provinciale fiorentina

Diventa quindi indispensabile la costituzione di un tavolo che aiuti la risoluzione dei problemi inerenti il trasporto, composto da tutti i soggetti interessati alla risoluzione definitiva dei questioni posti dagli utenti e dai lavoratori interessati.

“In questo contesto risulta ancor più grave l’atteggiamento della Amministrazione Provinciale che rinvia il consiglio tematico sulla mobilità ed il traffico perché dopo gli interventi introduttivi l’ora è tarda, negando così il diritto dei consiglieri di sollecitare impegni e interventi da parte della Giunta e poi tace davanti sia ai tagli del Governo, che mettono in ginocchio i pendolari, che alle impietose condizioni in cui sono costretti a viaggiare i passeggeri dei treni - denunciano Luca Ragazzo, Tommaso Grassi ed Annalisa Pratesi – Invece di occuparsi di migliorare il trasporto su ferro il Presidente Renzi, nella sua Enews 238, pensa solo a dare il via libera ad opere che deturpano il territorio senza risolvere i problemi del traffico ma daranno tanto lavoro ai soliti nomi noti di costruttori”.

Luca Ragazzo, capogruppo Verdi per l’Arcobaleno
Tommaso Grassi e Annalisa Pratesi, Portavoce Verdi Provincia Firenze

Montale. Botta e risposta tra sindaci e Comitato No inceneritore

Un interessante "botta e risposta" tra il Comitato contro l'Inceneritore di Montale (che da tempo seguiamo ed apprezziamo per l'impegno, oltre a condividerne la finalità) e i sindaci dei comuni di Agliana, Montale e Quarrata.
MV

Ai sindaci dei Comuni di:

AGLIANA
QUARRATA
MONTALE
E p.c. Consiglio comunale
OGGETTO: Raccolta firme x la promozione della raccolta differenzia con il sistema del porta
a porta.

In allegato le oltre 1500 firme raccolte tra i cittadini dei tre comuni proprietari del CIS per chiedere :
 che la TIA sia calcolata SOLO sull'indifferenziato, così ché cittadini e aziende siano economicamente invogliate a ridurre i rifiuti a monte e differenziare il più possibile.
 anche su tutto il nostro territorio la raccolta differenziata “porta a porta” sull’esempio di Capannori (vedi risultati allegato A).
Per semplicità riportiamo una sintesi dei risultati conseguiti dal comune di Capannori in soli 3 anni dalla partenza del “porta a porta”.
Totale numero abitanti coinvolti comune di Capannori: 26.150
Numero Famiglie: 10.100
Numero utenze non domestiche: 1.770
Percentuale popolazione servita: 58,45%
Percentuale raccolta differenziata sulle zone servite : oltre 80%
Percentuale a Marzo 2008 raccolta differenziata a livello comunale : 65%
Ricordiamo altresì che la media nei tre comuni Agliana, Montale e Quarrata di raccolta differenziata di media non supera, ormai da anni, il 25%.
Certi di una vostra attenzione e risposta in merito a tali richieste avanzate, restiamo a disposizione qualora volessero essere accolte tali istanze.

Distinti Saluti.
Colangelo Luigi
Presidente
Comitato contro l’inceneritore di Montale

Al Sig. Luigi Colangelo

Presidente Comitato contro l’Inceneritore di Montale

OGGETTO: Raccolta firme per la promozione della raccolta differenziata con il sistema “porta a
porta”

Egregio Signor Colangelo,
abbiamo preso visione della sua comunicazione in oggetto e della documentazione del Comune di Capannori che la accompagna.
Non ci sembra semplice, in una materia tanto complessa e delicata, avere delle certezze assolute. Alcune considerazioni ci sembrano comunque possibili, e speriamo condivisibili.
La Prima.
Che il sistema cosiddetto “porta a porta” consenta di ottenere risultati di raccolta differenziata superiori ad altri sistemi è cosa che nessuno nega.
Il problema è conoscere il costo di tutta l'operazione, dalla raccolta al trattamento ed allo smaltimento: non abbiamo mai avuto modo di conoscere, se non in maniera deduttiva e approssimata, e quindi non attendibile, il costo in € per tonnellata dei rifiuti raccolti dal Comune di Capannori: lei capisce che senza questo dato assoluto, il sapere che si risparmia senza sapere rispetto a che cosa non costituisce elemento di certezza.
Peraltro, ci risultra che l'ATO di Pistoia abbia richiesto al sindaco di Capannori un incontro per approfondire le tematiche della raccolta porta a porta, ma a quella richiesta non è stato dato ancora riscontro.
La seconda.
Al momento attuale, per come è costruito il sistema normativo, ma anche per la logica delle cose, non è più opportuno gestire le problematiche dell'ambiente su scala comunale, o peggio di quartiere: lei conosce certamente gli obblighi delle Comunità di Ambito, o ATO; sa che spetta a queste definire i piani industriali di gestione dei rifiuti, i modelli gestionali e i livelli tariffari; saranno questi consorzi di Comuni a decidere il miglior sistema di gestione integrata del ciclo dei rifiuti, ivi compreso il meccanismo della raccolta differenziata. In questo momento appare quindi fuori luogo ogni sporadica iniziativa tanto più se non prevista dal piano industriale.
Non troviamo corretto, quindi, che il comune tale o tal altro, senza che le altre collettività dell'area di appartenenza si siano pronunciate, stabilisca per suo conto quale sia il “miglior” sistema di gestione dei rifiuti, e peraltro senza render conto in alcun modo dei costi.
E con riferimento all'ATO, è evidente come su questi temi non si possa che dialogare certamente non più su un piano comunale, e nemmeno su un piano provinciale: la intera questione andrà trattata sul piano interprovinciale dell'ATO Toscana centro, comprendente i 73 comuni delle province di Firenze, Pistoia e Prato, e così delimitato dalla Regione Toscana con la Legge regionale 61/07.
La terza.
CIS, l'azienda dei comuni di Agliana, Montale e Quarrata a cui è affidato il servizio di igiene ambientale, sta portando avanti una sperimentazione basata essenzialmente sul sistema di raccolta “porta a porta” nelle attività produttive, e sul sistema delle isole ecologiche accessibile dopo identificazione per le aree residenziali, con pesatura puntuale dei rifiuti indifferenziati prodotti. Questo sistema è stato inserito dall'ATO 5, composto dai comuni della Provincia di Pistoia e del Circondario Empolese, nel proprio Piano Industriale d'Ambito, insieme al sistema porta a porta sul modello di Capannori, attuato a partire da quest'anno nel Comune di Montespertoli.
Il meccanismo attuato da CIS nelle aree con attività produttive, che ha dato risultati incoraggianti in termini di risultato per quantità di raccolta differenziata e per compatibilità di costi gestionali, è destinato ad essere allargato all'intero territorio dei comuni di Agliana, Montale e Quarrata, in quanto già condiviso anche dalle altre realtà territoriali delle tre province di Firenze, Prato e Pistoia.
Per l'estensione del sistema porta a porta anche alle residenze, attendiamo di conoscere l'esito complessivo di quanto attuato a Montespertoli, in accordo con gli altri comuni dell'ATO, e le valutazioni che su tale sistema verranno fatte dall'ATO Toscana centro.
In ogni caso, ed in funzione di una razionalizzazione del sistema complessivo di raccolta, i comuni di Agliana, Montale e Quarrata hanno dato mandato a CIS di predisporre un piano di raccolta porta a porta nelle zone dei tre comuni dove attualmente si effettua la raccolta dei rifiuti con cassonetti tradizionali, in modo da offrire un miglior servizio al cittadino e garantire un incremento della raccolta differenziata.
La quarta.
Lei sa che il Piano industriale dell'ATO 5 prevede di trattare nell'impianto di Montale il 25% dei rifiuti prodotti nell'intero territorio della provincia di Pistoia e del Circondario Empolese, restando il rimanente 75% da gestire con la raccolta differenziata e con gli impianti di valorizzazione della frazione secca (C.D.R.) e umida (organico): perchè quindi si continua a parlare di logica inceneritorista per i comuni di Agliana, Montale e Quarrata? Perchè non si vuol riconoscere invece che i tre comuni della piana pistoiese semplicemente fanno la loro parte, al pari del comune di Montespertoli, del comune di Serravalle P.se, del comune di Monsummano T.me, del comune di Piteglio, del comune di Pistoia, su cui sono o saranno in funzione gli impianti del Piano, e di tanti altri comuni che trattano sul loro territorio di riferimento i rifiuti da loro stessi prodotti?
Distinti Saluti.

Paolo Magnanesi
Sabrina Sergio Gori
Piero Razzoli


OGGETTO: Osservazioni alla vostra del 19/06/2008 protocollo n°11908

Egregi Sindaci,
abbiamo letto con molta attenzione le Vostre considerazioni in merito alla promozione della raccolta differenziata tramite il sistema “porta a porta”.
Vorremmo esprimere anche noi alcune considerazioni proprio perché riteniamo la materia complessa e per questo è bene non avere certezze assolute, ma confrontarsi nel merito.
La prima
Non ci risulta che il comune di Capannori non si è mai reso disponibile; prova è anche l'incontro pubblico avuto a Pistoia con l'assessore Tuci.
L'assessore Alessio Ciacci e il Sindaco Giorgio del Ghingaro sono a completa e immediata disposizione per un incontro istituzionale con i rappresentanti di ATO, del CIS, delle Amministrazioni ed alcuni referenti del Comitato non appena gli verrà comunicato.
Dal canto nostro suggeriamo un consiglio comunale congiunto ad hoc dei tre comuni, nel quale poter far intervenire il comune di Capannori e le altre esperienze circostanti, come il famoso “Centro riciclo di Vedelago”, così da permettere un ampio e costruttivo confronto nel merito con cittadini e istituzioni.
La seconda
E' vero che il piano industriale viene messo a punto dall'ATO, ma è anche vero che lo stesso viene preventivamente valutato con il gestore ed i comuni.
Facciamo inoltre presente che lo stesso piano provinciale prevede una raccolta differenziata minima del 45% (obbligo minimo di legge per il 2008). Quindi visto che nel 2007 i tre comuni non sono andati oltre al 24/27%, sicuramente una raccolta differenziata PAP aiuterebbe al raggiungimento della percentuale minima richiesta, evitando le probabili multe che saranno comminate per il non raggiungimento di tali obbiettivi.
La Terza
Il fatto che ora si stia lavorando al super ATO non è assolutamente di intralcio alla raccolta PAP, anzi i nuovi piani dovranno sicuramente tenere conto delle nuove normative in materia.
Facciamo presente che se oggi i tre comuni raggiungono in media appena uno scarso 24% di raccolta differenziata, di questa ben il 75% consiste in rifiuti industriali ed artigianali assimilati agli urbani, mentre la raccolta differenziata per le utenze domestiche risulta, dai dati ARRR e dai dati presentati in consiglio comunale dallo stesso presidente del CIS Fazio, essere addirittura solo al 6%.
Da qui si può constatare che i margini per una raccolta PAP ci sono e molto ampi.
Facciamo inoltre presente, oltre a Montespertoli, anche l'esempio del vicino comune di Vaiano (Po) che a metà dello scorso anno ha iniziato la raccolta porta a porta sperimentale nel centro del comune e che dal 1 Luglio 2008 l'ha estesa sulla totalità del proprio territorio.
La Quarta
Abbiamo visto per esempio, dagli atti dei consigli comunali, che al CIS è stata rinnovata una convenzione "trentennale per la gestione e smaltimento dei rifiuti", quindi voi in qualità di amministratori ma anche di proprietari del gestore, avrete sicuramente i mezzi per indirizzare la gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti nella maniera più sostenibile.
Nei recenti consigli comunali abbiamo constatato come in questi ultimi anni abbiate deliberato aumenti TIA di oltre il 30% mentre nei comuni dove si applica la PAP ci sono riduzioni medie del 15/20%.
Pertanto reiteriamo la richiesta immediata dell'inizio di raccolta PAP per le utenze domestiche, su alcuni quartieri dei comuni interessati.
Ci impegniamo da parte nostra a contribuire nell’opera di informazione ed insegnamento sulle corrette modalità nelle aree che riterrete opportune.
In attesa di un vostro riscontro in merito porgiamo distinti saluti.

Luigi Colangelo
Presidente
Comitato contro l’inceneritore di Montale

RECOPLAST - due pesi e due misure ?

Riceviamo dal Coordinamento Comitati della Piana, e pubblichiamo con piacere, il comunicato stampa sulla questione Recoplast.
MV

RECOPLAST - due pesi e due misure ?


Il Coordinamento dei Comitati della Piana esprime disappunto e sconcerto per la messa in liquidazione della Recoplast di Agliana che,oltre a lasciare senza lavoro 44 famiglie, comporterebbe la perdita di una preziosa ed utile fase nel ciclo virtuoso dei rifiuti, in particolare quella del recupero ed il riutilizzo delle plastiche.
In una area metropolitana dove non è stata attivata in maniera sistematica neppure la raccolta differenziata della frazione umida dei rifiuti, una esperienza come quella della Recoplast poteva essere preziosa.
Si legge nella stampa che le cause ultime della chiusura della Recoplast sono state le ripetute ispezioni e prescrizioni dell'ARPAT e dell'ASL.
Meritorio il fatto che questi organi di controllo siano così solleciti a tutelare lavoratori ed ambiente.
Ci chiediamo però perché l'ASL che ha tutelato così efficacemente i lavoratori dai rischi delle lavorazioni alla Recoplast non abbia, a tutt'oggi, ancora dato alcuna risposta ad una precisa richiesta che come Coordinamento abbiamo rivolto circa i rischi che corrono i lavoratori dell'inceneritore di Montale che trattano rifiuti ospedalieri infetti e radioattivi, forse più pericolosi, per i lavoratori e per le popolazioni circostanti, di plastiche sporche e polverose.
Pertanto vogliamo pubblicamente chiedere proprio ad ARPAT, che lo scorso anno tardò a fornire i dati dello sforamento dell'inceneritore di Montale che per oltre due mesi aveva inquinato l'aria con diossine e furani, se ritiene che le plastiche siano più compatibili con l'ambiente quando sono
bruciate e producono diossina ?
Inoltre auspichiamo che, per il futuro, l'attenzione puntuale che questi Enti pubblici hanno giustamente posto nei confronti della ditta di Agliana, sia posta anche per la vicina ditta di Montale, a partire proprio dalla corretta e puntuale verifica dei rischi radioattivi e infettivi.

COORDINAMENO DEI COMITATI DELLA PIANA

domenica 27 luglio 2008

Prato. Ex co.co.co. scrivono a Veltroni

Ci sarebbe da fare una serie di riflessioni su tanti punti sollevati dalla lettera degli ormai ex precari del Comune di Prato...
Preferiamo però lasciarvi alla lettura del pezzo apparso sul Tirreno...
MV

da Il Tirreno del 27/07/08
I precari scrivono a Veltroni
Lettera ironica anche al direttore generale del Comune

PRATO. E’ una guerra combattuta sulla tastiera della macchina da scrivere, quella degli ex cococo del Comune di Prato che hanno perso il lavoro ma non la voglia di combattere. Puntano in alto. Il più in alto possibile. Il gruppo di ex precari “fatti fuori” dai concorsi che avrebbero invece dovuto stabilizzarli, hanno scritto altre due lettere: una in risposta al segretario generale Roberto Forzieri e l’altra, più poltica, al segretario nazionale del Partito democratico Walter Veltroni (mail già inviata), al segretario nazionale Cgil Gugliemo Epifani e a quello regionale (entrambe già recapitate). Ironica la prima missiva: «Egregio direttore generale - inizia - vorremmo sapere se tra le sue numerose mansioni rientra anche quella di portavoce del sindaco a cui la lettera era indirizzata».Giudizio tagliente sui contenuti: una difesa d’ufficio della linea tenuta dal Comune che «per l’assunzione del personale - si legge - ha scelto la strada dei concorsi pubblici aperti a tutti e non quella della stabilizzazione». «Non era un dovere - aggiungono- ma una via per continuare ad avvalersi di personale che per voi ha lavorato dai 6 ai 10 anni con miseri “stipendi” di 750 al mese che una volta sommati - continuano - non raggiungono il suo, egregio direttore generale». Eppure, puntualizzano i cococo, ai precari spesso sono state affidate mansioni di responsabilità e chiesti sacrifici come «lavorare in agosto senza stipendio per sostituire colleghi in ferie». E non sono daccordo nemmeno col giudizio di “scarsa preparazione” dato dal direttore generale per spiegare perchè solo due cococo su venti siano passati all’orale. Ancora: «Lei dice di non voler più assumere personale a tempo determinato. Eppure ci sembra che anche il suo sia un contratto a tempo determinato, seppur di nomina politica, ottenuto a chiamata diretta e senza prova selettiva. Per coerenza, gentile direttore - concludono - dovrebbe far cessare anche il suo lauto contratto da precario».
Di denuncia, invece, la seconda lettera. «Ci rivolgiamo a voi - scrivono - per mettervi a conoscenza di quanto ci è accaduto per “merito” della nostra amministrazione di sinistra». Raccontano di aver rifornito il Comune di decine di bandi di altre amministrazionei pubbliche «che prevedevano con semplice domanda o con selezioni riservate, la stabilizzazione dei dipendenti», raccontano che gli stessi bandi «tempestivamente dati ai nostri governanti locali, ai dirigenti di settore, ai sindacalisti della Funzione pubblica, sono invece stati giudicati illegittimi» e che «il nostro sindaco, dopo anni di lavoro sottopagato, ha deciso di premiarci stabilizzandoci tutti a casa». «Pur essendo in possesso dei requisiti richiesti dalla legge e nonostante tutte le nostre forme di protesta - continuano - anche attraverso una contrattazione sindacale sulla quale è meglio stendere un velo pietoso, l’amministrazione comunale di Prato, dietro consiglio dei suoi fidi dirigenti di settore, ha deciso di procedere con affollati concorsi pubblici. Il risultato è stato di mandarci tutti a casa e, come da copione, adesso ci sentiamo dire che i nostri elaborati valevano zero». E aggiungono: «Riteniamo che quantomeno sia stato violato il principio di ragionevolezza e che questo disegno politico sia assolutamente in contrasto con lo spirito della Finanziaria e i principi che dovrebbero essere colonna portante di un’amministrazione di sinistra. Siamo invecchiati in questo Comune e abbiamo figli e mutui da pagare ma questa è l’amministrazione che abbiamo voluto e votato. Ci adopereremo - concludono - per fare in modo che, a breve, a casa ci vada anche chi ci amministra».

Cascine di Tavola. «Nulla osta radicalmente illegittimo»

A questo punto, l'assessore Ciuffo ci dovrebbe seriamente spiegare perché, anche solo in via cautelativa, non sia stata accettata la proposta di Tommaso Rindi, consigliere comunale dei Verdi e presidente della Commissione Urbanistica, di sospendere la concessione.
Viene poi da chiedersi come l'amministrazione non si sia accorta delle questioni messe in luce dallo stesso perito della Procura nell'analisi del progetto sulla Fattoria Medicea: forse sarebbe il caso di andare più a fondo...
MV

da Il Tirreno del 27/07/08
«Nulla osta radicalmente illegittimo»
Accuse pesanti nel dispositivo di sequestro del cantiere alle Cascine
Secondo le carte dell’inchiesta non c’è stata conservazione Stravolte anche le parti più pregiate del complesso

PRATO. Si gioca su un concetto - “conservazione” - l’inchiesta avviata dalla procura di Prato sul presunto scempio della fattoria medicea alle Cascine di Tavola partita a “bomba” col sequestro, ancora in corso, del cantiere avvenuto il 14 luglio scorso. Indagine nella quale è rimasta impigliata la soprintendente Fiorella Facchinetti, responsabile del procedimento, per ora unica indagata per abuso d’ufficio e per danneggiamento di un bene vincolato. “Concetto” che, invece, nel caso delle Cascine, è stato stravolto. Almeno secondo il dispositivo di sequestro - 15 pagine - confezionate dal giudice per le indagini preliminari Anna Maria Fedelino che si è attenuta, per la redazione, ai risultati della perizia affidata dal pm Laura Canovai al professor Marco Pretelli ex soprintendente di Venezia.
Perizia e conseguentemente dispositivo, mettono un punto fermo: la conservazione avrebbe dovuto essere un «limite invalicabile» nella rosa di proposte progettuali possibili per il recupero della villa medicea - definita «di inestimabile valore di testimonianza materiale, giunto quasi integro fino al nostro tempo» - per mantenere la struttura «il più possibile immutata - si legge - se non nella funzione, almeno dell’articolazione degli spazi» e per «garantire la protezione dei suoi valori culturali». Ma così, secondo il perito, non è stato. Anzi.
E se le carte dell’indagine fino a questo momento assolvono col dubbio il Comune in quanto ritenuto “gregario” rispetto alle decisione della Soprintendenza, affondano invece su scelte e decisioni della funzionaria. «Resta quasi incomprensibile - scrive il gip - comprendere e condividere le ragioni del cambio totale di orientamento tra i parere espressi dalla Soprintendenza tra il 1995 e il 1997 sul piano di recupero e l’approvazione del progetto del gennaio 2004». Si tratta, appunto, di uno degli aspetti meno chiari del lungo iter del piano di recupero rimasto in ballo, tra “no” e mezzi “sì”, dagli anni Ottanta fino, al 2004 (è del 2006 la cessione del complesso agli attuali proprietari La Fattoria Medicea srl per 17 milioni e 700mila euro). La Soprintendenza - altro funzionario responsabile - per ben due volte ha rispedito al mittente il progetto ed ha richiesto modifiche sostanziali all’intervento per poi - epoca Facchinetti - dare il nulla osta a una ristrutturazione che prevedeva nella parte storica, il quadrilatero, la creazione di un’ottantina di residence e in quella più recente del 1929 un’altra ventina di abitazioni. Pesante il giudizio conclusivo sulla scelta della soprintendente: «L’autorizzazione rilasciata - scrive il giudice - è radicalmente illegittima perchè si pone in totale e insanabile contrasto con il decreto legislativo che prescrive che i beni culturali “non possono essere adibiti a usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da creare pregiudizio alla loro conservazione o integrità”». E per quattro motivi individuati al perito: il primo - secondo Pretelli - riguarda «l’estrema povertà di informazioni sia nell’identificazione sia nella descrizione degli oggetti costitutivi il complesso» reperiti nella documentazione visionata dalla soprintendente; fatto ancora più grave - scrive il consulente - perchè la funzionaria «ha affermato di aver proceduto all’effettuazione di un sopralluogo allo scopo di verificare lo stato di fatto senza ravvisare tali carenze». In secondo luogo «le proposte di modifica contenute nel progetto - sottolinea il perito - conducono a uno stravolgimento profondo del complesso, soprattutto nella corte quadrata. Poi ci sono «le proposte di modifica materica e strutturale», con riferimenti particolari alla decisione di eliminare, sostituendoli tutti, gli intonaci, anche quelle «segnate dalle medesime carenze»; infine i criteri progettuali «improntati - secondo Petrelli - a soluzioni del tutte inapproriate alla conservazione dei valori proprio del manufatto». Alla faccia del restauro.
Cri.Or.

sabato 26 luglio 2008

Mare. Verdi livornesi per il libero accesso alle spiagge.

26 luglio 2007 IL TIRRENO - Livorno
Biglietti sui bagni, i Verdi denunciano il Comune "In citta' calpestato il principio che tutti i cittadini devono avere libero accesso al mare" Ieri l'annuncio: fallita negli anni la ricerca di un accordo politico, si e' deciso di passare alla via giudiziaria per il rispetto dei diritti

LIVORNO. I Verdi hanno dato mandato ai loro avvocati di presentare un esposto in Procura contro il Comune che continua a permettere agli stabilimenti balneari di pretendere il biglietto di ingresso negando cosi' il diritto a tutti i cittadini di raggiungere liberamente la spiaggia. Lo hanno fatto nell'ambito di una iniziativa promossa dal partito a livello nazionale e che ha come slogan: "L'accesso al mare e' un diritto. Nessuno lo puo' negare". Una campagna che a Livorno ha assunto subito un significato particolare poiche' la nostra citta' viene segnalata tra quelle a massimo rischio per quel che riguarda la carenza di liberi accessi alla costa. Secondo un recente dossier presentato dal partito del sole che ride piu' di due terzi della costa cittadina, escludendo il tratto di mare tra Antignano e Quercianella considerato difficilmente accessibile per una famiglia, sarebbe occupata da stabilimenti privati o spiagge attrezzate. Gia' dall'anno scorso i Verdi stanno portando avanti la battaglia per l'apertura a tutti anche degli stabilimenti balneari che dovrebbero pretendere solo il pagamento dei servizi forniti all'interno dell'area che hanno in concessione. Su questo tema gli ambientalisti in passato hanno sostenuto le loro richieste con interpellanze e diffide che pero' non hanno portato ad alcun risultato. L'ultimo passo e' stato quindi la presentazione, annunciata ieri mattina, di un esposto alla Procura della Repubblica della nostra citta' ritenendo non conformi alla legge le ordinanze balneari emanate dal dirigente dell'ufficio Demanio Marittimo del Comune. E' stato Gabriele Volpi, presidente del gruppo consiliare dei Verdi al Comune, a illustrare come la lotta per la riconquista dell'accesso gratuito alla costa cittadina sia passata cosi' dal semplice tentativo della dialettica politica ai percorsi giudiziari. La premessa dei Verdi e' infatti fondata sull'articolo 1 comma 251 della legge 296 del 2006, la quale prevede "l'obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante ricompresa nella concessione, anche per la balneazione". "Una legge completamente e volontariamente ignorata dalle ordinanze - rincara la dose Volpi - soprattutto dopo che il sindaco Cosimi ci aveva gia' promesso un anno fa che sarebbero stati presi provvedimenti per la stagione 2008, come ad esempio la creazione all'interno degli stabilimenti di speciali corridoi per giungere sino al mare. Proprio in virtu' di questa dichiarazione d'intenti, abbiamo temporeggiato. Ma la stagione estiva e' gia' a meta' e ancora non e' stato mosso un dito, poiche' il Comune ritiene inapplicabile a Livorno la legge 296 basandosi su presupposti che noi riteniamo invece entrambi errati”. I Verdi denunciano cosi' la violazione di una norma che come conseguenza nega alla collettivita' il diritto, ovunque, di accesso al mare. "Chiediamo quindi che assieme all'applicazione della norma, venga garantito anche un rimborso a coloro che hanno dovuto pagare il biglietto d'ingresso, caso ormai quasi unico in Italia, per poter tuffarsi in quei tratti di mare dove sono gli stabilimenti balneari". Poi una stoccata ai proprietari dei bagni: "Trascurando tutti i benefici che anno e minimizzando i casi in cui si sono verificati abusi edilizi ed evasioni fiscali, si professano vessati dall'aumento dei canoni. Ma la realta' e' che se prima le cifre dovute al Comune erano ridicole, tutt'oggi restano comunque lontane dall'essere proporzionate (si parla di un massimo di 60 mila euro annue, ndr) all'estensione dell'area e al volume d'affari che su essa viene prodotto". In citta', visto il difficile accesso al mare nel tratto del Romito, tra Antignano e Querecianella, in special modo per anziani e famiglie appare anche sproporzionato il rapporto tra costa libera e a pagamento. Gli arenili liberi sono ormai sempre piu' ridotti, anche a causa del fenomeno dell'erosione favorito dall'innalzamento delle mura di cemento degli stessi stabilimenti”. Anche il presunto requisito della storicita' degli stabilimenti non rappresenta pe ri Verdi una giustificazione valida alla richiesta del biglietto di ingresso. "In molte citta', ad esempio a Cagliari, non si e' esitato anche a demolire le barriere, siano esse sbarre, vetri, cabine o persino filo spinato per concedere a tutti il libero accesso. A Livorno invece si continua a procedere in senso contrario anche se si continua a parlare della vocazione turistica della nostra citta'".
Andrea Puccini

LA NAZIONE"
Il nostro mare e' in gabbia"Scatta l'esposto in Procura
FILO SPINATO intorno alle spiagge livornesi.
Continua la lotta dei Verdi a favore del mare libero, chiedendo che la legge 296 del 2006 sia applicata.

La norma approvata su proposta dei gruppi parlamentari Verdi, istituisce l'obbligo da parte dei titolari degli stabilimenti balneari di consentire l'accesso libero e gratuito alla battigia e alla balneazione. "L'anno passato con l'onorevole deputato Angelo Bonelli capogruppo dei Verdi abbiamo diffidato il Comune ad annullare l'ordinanza per la balneazione che consente il pagamento del biglietto per l'accesso alle spiagge andando contro la legge. Purtoppo abbiamo ottenuto risposte evasive che si appellavano alla peculiarita' morfoligica della costa e alla storicita' degli stabilimenti balneari a Livorno, lasciando irrisolta la questione. Tante promesse sono state fatte dall'amministrazione comunale, come la costruzione di percorsi ad ingresso gratuito all'interno degli stabilimenti che conducessero alla battigia, tutte promesse disattese. Quest'anno oltre alla consueta campagna di sensibilizzazione ci rivolgiamo alla Procura della Repubblica con un esposto perche' la questione dell'ordinanza comunale sulla balneazione venga risolta", spiega Gabriele Volpi presidente del gruppo consiliare Verdi. Uno stabilimento balneare con una concessione di 10mila metri quadri paga al demanio 10mila euro l'anno quindi circa 850 euro al mese. "Si deve distinguere tra il pagamento del biglietto per accedere al mare dal pagamento dei servizi che lo stabilimento ti offre, e' scandaloso pagare per andare al mare prezzi che aumentano ogni anno sempre di piu' e soprattutto limitare l'accesso soprattutto ai diversamente abili, per i titolari degli stabilimenti tutto questo e' normale perche' cosi' e' sempre stato e soprattutto perche' legittimati a riscuotere l'ingresso dall'ordinanza comunale. La maggior parte della costa livornese e' lottizzata non c'e' equilibrio tra spiagge libere e stabilimenti che continuano ad inglobare parti di spiagge libere come nel caso dei Tre ponti", commenta Gina Truglio coportavoce provinciale dei Verdi. "Ci sono abusi edilizi rilevati e documentati all'interno degli stabilimenti, muri che tagliano le spiagge favorendo l'erosione dei pochi arenili liberi nelle vicinanze e creando pericoli perche' i grandi muri di recinzione non consentono di utilizzare la spiaggia come uscita di emergenza", dice Lorena Marzini coportavoce comunale dei Verdi.
Lisa Finocchiaro