TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 18 marzo 2009

Animali. A Prato allevamenti a domicilio.

Adesso tutto viene ricondotto alla crisi economica ed interpretato come reazione alla povertà. Diciamo che come sempre le attività illegali, anche a danno degli animali, a Prato fioriscono.
mv


L’ultima idea, l’allevamento in casa Decine di cani in pochi metri quadri: due casi a San Giusto e in via Marini

il Tirreno 18.03.'09
PRATO. L’ultima idea per tirar su un po’ di soldi è l’allevamento in casa. Lo ha scoperto per caso la polizia municipale, che insieme al Corpo forestale e al servizio veterinario dell’Azienda sanitaria ha trovato un piccolo zoo in un appartamento di via dei Gerani, a San Giusto. In soli 60 metri quadrati erano concentrati 29 cani di razza Pinscher e alcune decine tra scoiattoli, conigli e criceti, oltre a tartarughe e uccelli. C’è da immaginare quanto potesse esser viziata l’aria dell’appartamento, specialmente quando il freddo impedisce di aprire le finestre. Ma la vera sorpresa, per i vigili urbani e i forestali, è stata scoprire che il padrone degli animali non era un semplice appassionato: l’appartamento era un vero e proprio allevamento di cani che poi venivano venduti, così come gli scoiattoli e i criceti. Un affare abbastanza lucroso, se è vero che i Pinscher, cani di piccola taglia, vengono scambiati sul mercato a cifre comprese tra i 500 e i 600 euro. Una trentina di animali possono dunque fruttare intorno ai 15.000 euro. Il veterinario presente alla perquisizione della casa ha escluso che i cani e gli altri animali venissero maltrattati, mentre la Forestale ha ipotizzato alcune irregolarità amministrative. Ci sarà poi da verificare un’eventuale evasione fiscale, come del resto già accertato dalla guardia di finanza in occasione della recente scoperta di un traffico illecito di cuccioli provenienti dall’Est Europa. Il caso di via dei Gerani non è il solo. A fine gennaio la polizia municipale ha fatto un intervento molto simile in un appartamento di via Marini, anche questo occupato da un italiano. Qui, in 50 metri quadri, erano ospitati una decina di cani. E anche qui non si trattava di amore per gli animali. Sembra ci fosse anche un sito internet che rimandava a un allevamento di cani, che in realtà venivano cresciuti tra quattro mura. La recente inchiesta della guardia di finanza ha fatto capire che il commercio di cani è diventato un affare molto remunerativo. E chissà che qualcuno non abbia interpretato così la necessità di diversificare in un distretto industriale alle prese con la crisi.

P.N.

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