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La mer, la fin...

lunedì 9 marzo 2009

Archeoambiente. Obiettivo distruzione!

La sovrintendente Poggesi ci comunica gentilmente che tutti i reperti rinvenuti a Gonfienti si trovano nell'ex Molino - tranne quelli ovviamente sepolti e distrutti dall'ampliamento dell'Interporto . ma che per proseguire il restauro mancano fondi.
Sai che novità... I fondi, in Italia, mancano a tutti...
Però, la situazione di Gonfienti e dei suoi reperti non è così da ora: sono ormai anni che il sito è in abbandono, e in questi anni le amministrazioni locali sono stae bravissime a reperire fondi a destra e a manca per tante e varie cosette. A partire dall'Interporto, per passare ai finanziamenti richiesti per la mitica tramvia, fino all'incarico per la progettazione esecutiva dell'ex Banci (Urban si è vista affidare un lavoretto da cinquecentomila euro circa...).
Si... mancano i fondi...
MV

da la Nazione del 09/03/09
Gonfienti, sos per i reperti

Materiale etrusco ancora da restaurare. Pochi fondi

OBIETTIVO conservazione. Una delle preoccupazioni maggiori di coloro a cui sta a cuore il patrimonio archeologico di Gonfienti, è rivolta anche al notevole materiale già estratto, sia quello restaurato che è già stato oggetto di rapide mostre nell’ex Molino di Gonfienti ai tempi dei primi rinvenimenti, sia principalmente per quello ancora da restaurare. A rassicurare in qualche modo queste giustificate perplessità, la voce di Gabriella Poggesi della Soprintendenza ai beni archeologici incaricata dei restauri del vasto materiale esistente.
«Tutto il materiale – afferma – si trova ancora nell’ex Molino dove ci sono state aperture speciali per poter visionare il materiale già pronto. Stiamo proseguendo con i restauri (ad aiutarla l’assistente Elisabetta Bocci e tre restauratori) ma purtroppo con scarsi finanziamenti. Possiamo comunque assicurare che il materiale è ben conservato». Il ritrovamento archeologico di Gonfienti è stato recentemente presentato in un convegno a Bonn dove si è parlato al lungo delle sue eccellenze, compreso il «Kylix» attribuito al pittore greco Douris risalente circa al 470 a.c., un’opera che per il suo alto valore, anche economico, è l’unica a essere custodita nella cassaforte del Museo archeologico di Firenze.
A questo proposito è recente la notizia che il prezioso vaso ellenico, prima che venga stabilita la sua definitiva collocazione, potrebbe essere esposto in città in occasione di un evento importante. L’oggetto era stato scoperto nel corredo dei reperti della «domus».
La Poggesi trova anche l’occasione per lanciare un appello per i fondi. E quella dei finanziamenti è la nota dolente che anche l’assessore alla cultura del Comune Andrea Mazzoni rileva, nel rispondere ad una interrogazione del consigliere Taiti: la impossibilità di intervenire in modo incisivo anche se rimane valida la volontà di acquisire per il futuro Parco archeologico l’antiquarium di Villa Niccolini, ferma anche per la complessità degli interventi.
Mentre, a conferma dell’importanza archeologica del luogo (per inciso nella ‘domus’ sono stati ritrovati buccheri raffinati, contenitori e vasellame da cucina oltre a splendidi gioielli di corniola lavorati con fili d’oro), appare ora chiara la valenza dei ritrovamenti sporadici e sottovalutati del passato: a circa due chilometri da Gonfienti nel 1735 fu ritrovato il bronzetto etrusco datato 48° a.c., l’Offerente di Pizzidimonte, considerato il più bello fra quelli etruschi; a quattro chilometri a sud-est era collocato il Cippo di Settimello monumento in pietra contemporaneo alla città etrusca sul Bisenzio.
E infine a sette chilometri è situata la più grande tomba principesca «a tholos», la Mula, precedente addirittura alla città etrusca sul Bisenzio.
Franco Riccomini

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