Giusto per una nota di colore, gli altri avventori sembravano andare ad una serata al Prato City o al Caffé 21, tanto erano in tiro...
Detta fra noi, assistendo alla trasmissione da casa, forse è stato meglio così... Uno spettacolo pietoso, con Ruotolo che spara a zero contro un laboratorio lì vicino che non esita a definire "illegale" (e ci piacerebbe sapere se veramente è andato a controllare, prima di dirlo...) con i soliti - perché ormai sono veramente i soliti! - servizi sui cinesi, accompagnati dal solito - perché anche questo ormai è un classico - intervento di Silvia Pieraccini, l'ormai famigerata autrice del libro "L'assedio cinese", condito dalla peggiore retorica pratese ("Prato non deve chiudere", "sospendiamo il debito", etc).
Eppure, dovremmo pure interrogarci su queste dinamiche comunicative, che incastrano Prato in una spirale perversa di piagnucolii, indignazioni, disinformazione, intolleranza. Sono le stesse dinamiche che tengono ai margini, dai circuiti, quelle voci che a questo corifeo non si accodano. Perché sono scomode, perché mettono il dito nella piaga e affondano il colpo, perché utilizzano punti di vista diversi sulla realtà, perché mettono inevitabilmente di fronte alle responsabilità di tutti - perché, è bene ribadirlo, alle mammelle della vacca grassa c'erano attaccati tutti, e fin quando hanno potuto, hanno succhiato!
Forse semplicemente perché la verità è sempre rivoluzionaria, ci diceva Gramsci, e la rivoluzione, e quindi la verità, fa paura!
Quindi, dopo questa serata, dopo questa trasmissione, dopo questa diretta tanto ambita, si sarà solo rafforzata una immagine di Prato, costruita ad uso e consumo di chi, in fondo, nella crisi e della crisi è imprenditore (politico o economico).
Kritias
per Municipio Verde
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