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da il Tirreno del 11/03/09
Export tessile: numeri da incubo Meno 10,9% nel 2008, Usa e Giappone i mercati peggiori, segno più in Cina
PRATO. L’Area studi dell’Unione ha elaborato i dati Istat relativi all’export a livello territoriale. Dai risultati emerge nel quarto trimestre dell’anno un peggioramento delle tendenze già negative in atto nei primi tre trimestri del 2008. L’export manifatturiero nell’ultimo trimestre perde infatti il 10,9% rispetto allo stesso trimestre del 2007, che si va a sommare a una serie di risultati trimestrali negativi.
Anche negli altri territori a maggior concentrazione di industria tessile i risultati all’export del settore si sono dimostrati, nel 2008, negativi. Il distretto biellese (province di Biella e Vercelli) perde l’8,9% in valori di l’export tessile, Como -6,5%, Bergamo -15,6%, Varese -18,1%, Vicenza -15,3%, Treviso -10,3%, mentre l’Italia perde complessivamente il -10,7% rispetto al 2007. A livello di mercati, l’industria tessile pratese ha sofferto nel 2008 indistintamente su tutti i fronti geografici, anche se, penalizzate dal cambio sfavorevole e dall’andamento dell’economia, sono risultate peggiori le performances dei mercati statunitense (-22,3%) e giapponese (-21,2%). Continua la penetrazione dei prodotti pratesi nel mercato cinese (+8,1%), e dal 2008 la Cina, come cliente del distretto tessile, rappresenta il 3,2% del totale dell’export e supera la consistenza dei mercati portoghese, americano e giapponese. «Questi risultati complessivi dell’export tessile e meccanico pratese non possono sorprendere - commenta Raffaella Pinori, vicepresidente dell’Unione Industriale - il clima produttivo del 2008 è andato progressivamente deteriorandosi in un contesto macroeconomico davvero eccezionale, che lo stesso Fondo Monetario Internazionale ha definito, con riferimento anche al 2009, da “tempo di guerra”. E’ però opportuno ricordare - aggiunge - che i risultati complessivi sono fatti di una pluralità di prestazioni differenziate: pur con enormi difficoltà tante imprese ce la stanno mettendo tutta. Occorre che a queste imprese non manchino sostegni a livello locale, regionale, nazionale ed europeo».
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