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La mer, la fin...

mercoledì 11 marzo 2009

Prato. Economia. Export in China

A fronte di un calo consistente dell'export pratese nell'ultimo quadrimestre dell'anno scorso (e ci aspettiamo che i dati relativi alla prima parte di quest'anno siano anche peggio) e a livello annuale, scopriamo per l'ennesima volta che la Cina fa comodo ai pratesi, essendo l'unico paese che vede un segno positivo nei dati congiunturali e che ormai risulta essere un "cliente" di primaria importanza per il distretto.
MV

da il Tirreno del 11/03/09
Export tessile: numeri da incubo
Meno 10,9% nel 2008, Usa e Giappone i mercati peggiori, segno più in Cina

PRATO. L’Area studi dell’Unione ha elaborato i dati Istat relativi all’export a livello territoriale. Dai risultati emerge nel quarto trimestre dell’anno un peggioramento delle tendenze già negative in atto nei primi tre trimestri del 2008. L’export manifatturiero nell’ultimo trimestre perde infatti il 10,9% rispetto allo stesso trimestre del 2007, che si va a sommare a una serie di risultati trimestrali negativi.

L’export manifatturiero registra una contrazione complessiva annua del 6,9% in valori rispetto al 2007; oltre al tessile, chiude negativamente l’anno anche la meccanica (-8,5%). Da segnalare, fra i settori a minore incidenza, la crescita dell’export del mobile (che comprende anche i materassi, settore in cui Prato rappresenta un peso notevole a livello nazionale), della chimica e della gomma-plastica. Spostandosi dal livello provinciale a quello distrettuale (quindi con anche i valori dell’export tessile della provincia di Firenze e della provincia di Pistoia che rimandano pressoché totalmente al distretto pratese) l’industria tessile pratese registra nel 2008 sul 2007 una contrazione dell’export pari al 12,3%. Diminuiscono le esportazioni di tessuti trama-ordito (-14,4%) di filati (-12,3%), e altri tipi di tessuti (-11,4%), mentre rimane stabile nel 2008 l’andamento delle vendite all’estero dei tessuti a maglia (+0,9%).
Anche negli altri territori a maggior concentrazione di industria tessile i risultati all’export del settore si sono dimostrati, nel 2008, negativi. Il distretto biellese (province di Biella e Vercelli) perde l’8,9% in valori di l’export tessile, Como -6,5%, Bergamo -15,6%, Varese -18,1%, Vicenza -15,3%, Treviso -10,3%, mentre l’Italia perde complessivamente il -10,7% rispetto al 2007. A livello di mercati, l’industria tessile pratese ha sofferto nel 2008 indistintamente su tutti i fronti geografici, anche se, penalizzate dal cambio sfavorevole e dall’andamento dell’economia, sono risultate peggiori le performances dei mercati statunitense (-22,3%) e giapponese (-21,2%). Continua la penetrazione dei prodotti pratesi nel mercato cinese (+8,1%), e dal 2008 la Cina, come cliente del distretto tessile, rappresenta il 3,2% del totale dell’export e supera la consistenza dei mercati portoghese, americano e giapponese. «Questi risultati complessivi dell’export tessile e meccanico pratese non possono sorprendere - commenta Raffaella Pinori, vicepresidente dell’Unione Industriale - il clima produttivo del 2008 è andato progressivamente deteriorandosi in un contesto macroeconomico davvero eccezionale, che lo stesso Fondo Monetario Internazionale ha definito, con riferimento anche al 2009, da “tempo di guerra”. E’ però opportuno ricordare - aggiunge - che i risultati complessivi sono fatti di una pluralità di prestazioni differenziate: pur con enormi difficoltà tante imprese ce la stanno mettendo tutta. Occorre che a queste imprese non manchino sostegni a livello locale, regionale, nazionale ed europeo».

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