TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 19 marzo 2009

Prato. La campagna elettorale del Camerata Ronchi

Leggendo i giornali di oggi, ci immaginiamo l'audio di una vecchia radio gracchiante, che trasmette l'Eroica Visita del Camerata Ronchi che stringe vigorosamente le mani dell'Italica Gente assediata dalla Minaccia Orientale in quel di via Pistoiese, e che promette Energici Interventi da parte del Governo - e qui, ai tempi, ci sarebbe scattato il "virile" saluto romano - per finire con una delle più grosse bufale da campagna elettorale, "questa Europa non ci ama" (diventerà forse la prossima "Perfida Albione"?).
Eh si! il Ministro addetto alle Politiche comunitarie ha veramente un gran bel modo di porsi nei confronti del resto delle istituzioni europee, glissando sul fatto che in Europa, ancora, sono i governi ad avere una bella fetta di potere decisionale, e che le decisioni vengono prese dopo lunghe trattative a base di "do ut des".
E' che, se lo spiegasse, dovrebbe anche spiegare perché anche lui, in qualità di rappresentante di questo governo, ha preferito ottenere altro piuttosto che la tracciabilità dei prodotti tessili...
Eia Eia alalà, ministro...
MV

da la Nazione del 19/03/09
«Intere zone in mano ai cinesi Questa non è integrazione»

Intervista al ministro Ronchi dopo la visita a Chinatown
di ROBERTO DAVIDE PAPINI
«HO VISTO una Prato che vuole resistere alla crisi (la Prato italiana intendo) e il Governo sarà vicino con una lotta all’illegalità, ammortizzatori sociali e portando avanti la battaglia per la tracciabilità dei prodotti».
Nella sua mattinata pratese, il ministro delle politiche comunitarie, Andrea Ronchi, fa una full immersion nei vari problemi della città: dalla crisi economica alla convivenza con i cinesi, passando dalla Prefettura e dall’incontro in Provincia con istituzioni e categorie economiche al tour a Chinatown.
Cosa l’ha colpita di più?
«Due aspetti: da una parte la voglia di questa città di non mollare e continuare ad alzare la serranda ogni mattina».
E l’altro aspetto?
«Ho visto intere zone della città espropriate, con gli italiani che si sentono stranieri. Nella mia passeggiata in via Pistoiese, ho incontrato pochi cittadini italiani e tutti mi hanno chiesto di resistere, di fare qualcosa, di aiutarli. Questa non è la nostra idea di integrazione. Noi siamo per l’integrazione e la solidarietà, ma nell’alveo della legalità”.».
Lei ha visto diverse “Chinatown” in Italia: quella di Roma, la famosa e turbolenta via Sarpi a Milano.Quella di Prato com’è?
Decisamente più impressionante, una cosa assurda, inaccettabile».
Dai rappresentanti del distretto ha ascoltato gli effetti della crisi. Che risposte si sente di dare?
«Intanto, che la strategia del Governo è quella di sostenere le piccole imprese e i provvedimenti presi vanno in questa direzione. A Prato arriveranno gli ammortizzatori sociali necessari. C’è un grande impegno sul fronte della legalità e ho riscontrato l’ottimo impegno del prefetto Eleonora Maffei e delle forze dell’ordine».
C’è poi il capitolo della tracciabilità dei prodotti. Punto dolente sul fronte europeo...
«Lo so che con le mie competenze può sembrare strano dire questo: ma la verità è che questa Europa non ci ama e non ci piace. Sulla tracciabilità dei prodotti (che non è solo una questione di tessile, ma anche di farmaci, alimenti, giocattoli eccetera) ci ha sempre ostacolato. Ora, però, con la crisi che morde comincia a esserci una diversa sensibilità. Noi comunque vogliamo agire concretamente».
Come?
«Stabiliremo un tavolo per poter realizzare, in conformità con l’Unione europea, la tracciabilità, la qualità e la sicurezza dei prodotti che vengono qua a Prato e non solo».

L’INCONTRO di ieri è stata l’occasione per rappresentare al ministro Ronchi un quadro da choc del distretto pratese: in febbraio la cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) è cresciuta rispetto al 2008 del 246,7%. La media di crescita del 2008 rispetto al 2007 è stata del 49,7%, Per quanto riguarda la mobilità, nel periodo gennaio-febbraio 2009 si è registrato un aumento del 24,5%. I licenziati sono passati da 407 a 539 (in tutto il 2008 i lavoratori in mobilità sono stati 1931).

da il Tirreno del 19/03/09
«Più controlli sulle frodi e difesa del made in»

Il ministro Ronchi incontra forze dell’ordine e rappresentanti del mondo economico
Il rappresentante del Governo ha incontrato anche i commercianti italiani in Chinatown «Integrazione sì ma con rispetto delle regole»
PRATO. Un impegno diretto del Governo contro le frodi e una “battaglia” in Europa per istituire un registro per la tracciabilità dei prodotti. Sono questi i due impegni che il ministro alle politiche europee Andrea Ronchi ha preso a Prato, e per Prato, durante la sua visita alla città. Prima in prefettura con un incontro riservato con il prefetto Eleonora Maffei e con le forze dell’ordine, poi davanti alle istituzioni e ai rappresentanti dei sindacati e delle associazioni cittadine.
Garbato, attento, sorridente. La visita di Ronchi a Prato è parsa, anche per l’atteggiamento mai sopra le righe del ministro, più istituzionale che legata alle prossime elezioni amministrative. Accompagnato dai maggiori rappresentanti locali della coalizione di centrodestra ha prima avuto un incontro “privato” in Prefettura, poi uno pubblico dove ha ascoltato le richieste dei rappresentanti dell’economia cittadina (miglior accesso al credito e più ammortizzatori sociali), per chiudere con una breve visita nella Chinatown pratese e nel Macrolotto di Iolo.
La tracciabilità «Questa - ha esordito - è una crisi universale che non sappiamo dove arriverà e quando si fermerà. Non esiste una ricetta per vincerla e non ne conosciamo le terapie anche se l’Italia sta meglio di altri paesi europei. Il nostro paese riuscirà a superarla solo se si riuscirà a farlo con le nostre piccole e medie imprese. Già domani parlerò con il commissario europeo e lanceremo con forza un registro per la tracciabilità dei prodotti». «Questo - ha aggiunto il ministro - non è solo un problema economico ma anche di salute. Dobbiamo sapere cosa indossiamo».
La contraffazione E legato alla tracciabilità è strettamente collegato il tema della contraffazione anche alla luce della grave situazione di illegalità che c’è a Prato e che il ministro ha approfondito in prefettura. «Ne ho già parlato a telefono con Berlusconi», ha esordito «e lui mi ha dato il via libera a portare avanti il progetto». «Al Dipartimento delle politiche europee - ha spiegato - abbiamo una struttura molto forte formata da Finanza e carabinieri per combattere le frodi. Utilizzerò questo nucleo già esistente perché si accordi con il territorio e trovi quegli strumenti atti a debellare questo fenomeno. Cercheremo di lavorare sempre più di intesa con Finanza, carabinieri e polizia che operano qui e a cui, in Prefettura, ho fatto i complimenti per il lavoro che stanno facendo. Serve una battaglia dura. Non si tratta di alimentare una cultura razzista ma è necessario puntare alla legalità senza dimenticare la solidarietà e la necessità di un’integrazione. E’ opportuna una stretta sui money transfer con un controllo sempre più puntiglioso».
L’accesso al credito «Il tema dell’accesso al credito - ha sottolineato Ronchi - è cruciale. Abbiamo dato 12 miliardi alle banche perché le trasmettano alle piccole e medie imprese. Anche il prefetto di Prato avrà un compito di controllo per verificare che questo accada. Qui siamo difronte a un ricatto delle banche e a un’insensibilità. L’accesso al credito deve cambiare».
In Chinatown Nella visita a Chinatown Ronchi ha stretto la mano a quei pochi italiani che ha incontrato. «Ho voluto stringere la mano a quei pochi italiani - ha sottolineato - che coraggiosamente resistono con le loro imprese: hanno chiesto aiuto e noi abbiamo il dovere morale di dare loro aiuto perché questa è terra d’Italia con le sue leggi, le sue regole, la sua legalità, la sua cultura». «Integrazione sì - ha concluso - ma con un profondo rispetto delle regole italiane in tutti i sensi. E’ impensabile che in una bella città come questa ci possano essere migliaia e migliaia di clandestini».
Ilenia Reali

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