TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 7 marzo 2009

Prato. Sulla "banca cinese"

La notizia dei giorni scorsi di una possibile apertura di una banca cinese nella zona del Macrolotto, ovviamente, non poteva non avere ripercussioni.
E altrettanto ovviamente, sulla questione non poteva non intervenire Milone Libero&Sicuro (mah...), che apprende la notizia "con preoccupazione" (sai la novità...).
Scopriamo così che l'apertura di una banca avrebbe tutta una serie di conseguenze negative... Intanto, secono Milone, "impoverirebbe ancora di più l'economia pratese", perché leverebbe liquidità alle banche locali e quindi alla concessione di crediti alle imprese.
Ragionamento affascinante, ma che non sta in piedi. A parte il fatto che sarebbe interessante vedere se, invece che una banca cinese, l'apertura l'avesse fatta l'Unione delle Banche Svizzere, se la reazione sarebbe stata la stessa, potremmo addirittura sostenere il contrario della fosca previsione miloniana.
Per dei semplicissimi motivi: intanto, introduce un elemento di novità in un panorama bancario sempre più restio al rischio e all'investimento in una situazione di crisi - perché la liquidità, alle banche, non manca, ma manca il rientro dei capitali dati in prestito, soprattutto a Prato - che potrebbe giovare agli stessi imprenditori italiani. Pur, infatti, in un periodo di crisi a livello mondiale, l'economia cinese è costantemente in cerca di occasioni di investimento (ci sono Fondi Sovrani cinesi che detengono parti importanti dei debiti pubblici di tanti paesi).
Sul rischio che "le leve della nostra economia possano passare nelle mani di una comunità straniera", ci viene solo da ridere. Cassa di Risparmio di Prato è proprietà di Banca Popolare di Vicenza, le altre banche presenti sul territorio non hanno orgine pratese, incluse BNL (BNP-Paribas) e Deutsche Bank, per fare un paio di esempi. E, detta fra noi, visto come la "nostra" comunità (ma è veramente la nostra???) ha gestito queste "leve", ci sarebbe da dire che sarebbe anche l'ora passassero di mano!
E poi, in fondo, ci viene da chiedersi pure perché gli imprenditori cinesi dovrebbero, a questo punto, finanziare con i loro proventi un sistema e una società che ad ogni pié sospinto li rifiuta e li emargina, indicandoli costantemente come capro espiatorio dei mali della città (pensiamo alle folli e recenti dichiarazioni di Gasparri). In realtà, sappiamo benissimo che così non è, perché - se è vero che ci sono tante rimesse - tante altre risorse vengono reinvestite sul territorio (dalle attività commerciali a quelle industriali, fino al semplice fare la spesa nei supermercati cittadini).
Sarebbe pure l'ora che questo contributo non passasse inosservato!
MV

da il Tirreno del 07/03/09
«Rischio traffici di denaro»

Il candidato Milone dice “no” alla banca cinese

PRATO. La banca cinese preoccupa il candidato sindaco della lista “Prato Libera e sicura” Aldo Milone. «Ho appreso con preoccupazione - commenta - la notizia, che già era nell’aria da tempo, della possibile apertura di un istituto di credito cinese al Macrolotto uno». Le perplessità riguardano la possibilità di avere a Prato una banca gestita con soci cinesi.

«Questo ulteriore passo della comunità orientale presente in città radicalizza ulteriormente la comunità e facilita il trasferimento di somme ingenti di denaro da Prato verso la madre patria - spiega Milone - La creazione di un istituto con sede proprio nel cuore delle attività commerciali gran parte gestite da imprenditori con gli occhi a mandorla, favorirà ulteriormente i traffici di denaro, impoverendo ancora di più l’economia pratese con il rischio che le leve della nostra economia possano passare nelle mani di una comunità straniera».
La preoccupazione oltre che per i trasferimenti di denaro verso la Cina, va anche verso le banche locali che si troverebbero ulteriormente in difficoltà, vista la già scarsa liquidità di denaro che si sta ripercuotendo sull’imprenditoria locale in termini di concessioni di crediti.
«Questo passo è un’ulteriore dimostrazione - ggiunge - di quanto la comunità orientale continui a portare avanti un cammino parallelo lontano dall’integrazione. La creazione di un istituto bancario fa si che la tanto discussa integrazione anche nel sistema economico locale sia ancora lontanissima - conclude Milone - A mio avviso è evidente che a nulla siano serviti gli sforzi fatti nell’ultimo periodo da associazioni ed enti cittadini, per avvicinare la comunità cinese alla realtà pratese».

1 commento:

Sergio Benvenuti ha detto...

Io penso che semplicemente la Banca cinese viene a Prato per assicurare il credito alle aziende cinesi che oggi trovano difficoltà ad ottenere finanziamenti. Le banche italiane sono in difficoltà e stanno restringendo il credito in generale, mi immagino che i finanziamenti alle piccole azinede cinesi sono state i primi ad essere stati ridotti.
Non serve una Banca cinese per inviare il denaro in Cina, ci riuscivano già senza alcun problema. Penso piuttosto che cercherà di intermediare il flusso di importazioni dalla Cina destinato agli italiani!!