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La mer, la fin...

sabato 7 marzo 2009

Prato verso le amministrative. PDL, rivoluzione Cenni

Habemus candidato!
La fumata bianca di ieri sera - forse nel bruciare la candidatura di Andrea Cavicchi annunciata ieri mattina -ha annunciato la candidatura ufficiale di Roberto Cenni, "patron" di Sasch e personaggio pratese di primissimo piano, per il PDL.
Una carta non da poco, dopo le lotte intestine e le divisioni sui nomi di questi mesi, che potrebbe scompigliare la situazione dello schieramento di centrodestra - se dovessero andare in porto le trattative con Milone (forse il più penalizzato nella vicenda) ma soprattutto con l'UDC di Caverni.
Se a quest'ultimo aggiungiamo Cavicchi, che si dice "a disposizione", ci ritroviamo di fronte ad un bello schieramento di industriali, che possono attingere a risorse notevoli per la propria campagna elettorale. Che a questo punto si preannuncia veramente molto interessante!
MV

da il Tirreno del 07/03/09
Roberto Cenni sbaraglia e scende in pista
Candidatura choc nel centrodestra, accordo chiuso in mezza giornata Archiviata in un giorno l’ipotesi Cavicchi Il patron della Sasch mette tutti d’accordo, dalla Lega all’Udc: «Ora si corre per vincere»

PRATO. Un altro ribaltone nelle candidature a sindaco. Ancora nel centrodestra. L’investitura dell’astro nascente Andrea Cavicchi è durata - nel senso letterale - lo spazio di un mattino. A sorpresa e questa volta senza ripensamenti, è sceso in campo il patron della Sasch Roberto Cenni. «E’ il miglior candidato al quale potevamo aspirare» è il commento di tutto il centrodestra che sul nome del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, pare avere ritrovato finalmente l’unità. Investitura lampo in piazza del Comune, sotto un vento sferzante. Il sottosegretario Mantovano se n’era appena andato.
Arriva Cenni, cappotto scuro, sciarpa viola-blu, sorriso. Ad attenderlo ci sono proprio tutti: i rappresentanti delle due anime di Forza Italia - due nomi per tutti: Giovanni Luchetti da una parte e Alberto Magnolfi dall’altra - Goffredo Borchi, uno dei papabili “bruciati” nel gioco, mai gentile, dei veti incrociati, tutta An, con in testa il coordinatore provinciale Maurizio Bettazzi e poi la Lega con il segretario provinciale e regionale Claudio Morganti, probabilmente il “deus ex machina” dell’operazione. Ma c’è anche l’Udc - ed è questa la novità - nella persona del consigliere Roberto Caverni, candidato sindaco con la lista del suo partito, ma pronto, come ha già detto, «a fare un passo indietro» se l’Udc lo riterrà opportuno, e se si troverà la quadra con gli ex della coalizione. Non è soltanto l’amicizia di lunga data tra i due imprenditori. «Credo davvero - spiega Caverni - nel progetto per la città che Cenni può rappresentare».
Lui, il candidato sindaco, 57 anni compiuti in settembre, padre di tre figli, sposato da 35 anni, è sciolto, immediato, diretto: «Mi sono messo a disposizione perchè ho avuto tantissime pressioni e non solo dal mondo della politica ma anche dalla società civile - dice - A convincermi che c’era bisogno di fare qualcosa di buono per questa città, è stata la manifestazione dell’altro giorno. Quegli ottomila in piazza. Non corro contro qualcuno, ma per Prato, per una città che deve essere vista in prospettiva, tra dieci quindici anni, che ha bisogno delle basi per andare avanti e di fidarsi della politica».
Di programmi se ne parlerà tra una settimana «quando avrò le idee più chiare» e quando la riorganizzazione, annunciata, delle sue aziende sarà partita. «Ma una cosa so di certo: vorrei essere il punto di riferimento di tante forze politiche ma soprattutto della gente». Conclude con una battuta: «Sono stato in ansia quando, tempo addietro, ho detto no a chi mi chiedeva di candidarmi. Ho avuto una crisi di coscienza per quell’atto che poteva essere egoistico. Ora sono ancora più in ansia per le tante cose che ci sono da fare».
Non c’è dubbio, Roberto Cenni corre per vincere. «Al primo turno» dicono i suoi, «perchè adesso - commenta qualcun altro - è finito il periodo delle pastette e dei giochi».
Candidatura choc quella di Cenni anche per il centrosinistra, candidatura piovuta come un fulmine sul centrodestra. Come ci si è arrivati? La sua parte - come già accaduto nell’ipotesi Aldo Milone, leader della lista “Prato libera e sicura” - l’ha fatta la Lega di Morganti che sull’ultimo nome di papabile, quello di Andrea Cavicchi, ha semplicemente posto il veto. «Io sono stato chiaro - spiega il segretario - potevo dare il mio assenso solo su due nomi: su Goffredo Borchi e su Roberto Cenni. Ogni altra soluzione avrebbe visto la Lega andare da sola».
Un rischio che il centrodestra non se l’è sentita di correre viste anche le percentuali col segno più che gli ultimi sondaggi attribuiscono a livello nazionale al partito di Bossi. Ma una buona parola di sicuro l’ha messa anche l’Udc.
L’accordo è stato chiuso nel giro di una mezza giornata: all’una e mezza di ieri Cenni, accompagnato da Morganti, era davanti ai segretari regionali di An e Forza Italia Riccardo Migliori e Massimo Parisi, che non hanno potuto che dare l’ok alla candidatura. L’imprenditore - per quel che si sa - non correrà sotto una bandiera politica. Resterà un “battitore libero” e «chi vorrà aderire - dice Cenni - sarà bene accetto».
Cristina Orsini

Cavicchi: «Resto a disposizione»
PRATO. Andrea Cavicchi, vicepresidente dell’Unione Industriale, comproprietario della Furpile, nonostante tutto, resterà a diposizione «per sostenere l’ottima candidatura - dice - di Roberto Cenni». Certo non nasconde un po’ di stupore «su come la politica ha gestito questa vicenda». «Avevo pregato - racconta - di mantenere riservato l’incontro dell’altro giorno con i vertici regionali di An e Forza Italia. Semplicemente perchè non si era ancora raggiunto un accordo su nessuna delle questioni aperte. Non è stato nulla di più che uno scambio preliminare». Cavicchi ha saputo a mezzogiorono di ieri, grazie a una telefonata, che le carte sul tavolo erano state mischiate. Ha alzato nuovamente la cornetta e ha chiamato Cenni. «Non nascondo di essermi anche sentito sollevato: l’impegno era estremamente gravoso e l’avrei accettato solo per senso del dovere».
C.O.

da la Nazione del 07/03/09
«Possiamo vincere al primo turno»
I leader del centrodestra euforici dopo il sì di Cenni: «E’ il candidato migliore»
«CON LUI possiamo vincere al primo turno». Il terremoto Cenni ha già prodotto le prime conseguenze. I leader del Pdl esultano e sognano una vittoria storica, intanto strizzano già l’occhio all’Udc, alla quale ora il centrodestra guarda con rinnovato interesse soprattutto dopo le parole del candidato sindaco Roberto Caverni, grande amico del titolare della Sasch: «Adesso sono disponibile a fare un passo indietro, l’ho detto fin dal primo giorno — ha annunciato ieri in piazza del Comune mentre Cenni veniva presentato ufficialmente — Tocca al partito decidere, ma la mia posizione è chiara».

E’ TUTTA da giocare anche la partita con la lista di Aldo Milone. Il Pdl proverà a convincere l’ex assessore a ritirare la propria candidatura per appoggiare Cenni fin dal primo turno. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro per tentare anche questa strada, ma al momento sembra improbabile che Milone dica sì, anche perché è convinto di ottenere un buon risultato e di poter «pesare» di più al secondo turno.
Dal canto suo Andrea Cavicchi, presidente della Furpile Idea e fino all’altra sera in pole per la candidatura, poi sfumata nel giro di poche ore, ieri si è sentito con Cenni ed ha inviato una nota usando parole garbate: «Ho apprezzato il fatto che alcuni rappresentanti politici abbiano pensato a me come un possibile candidato alla guida della città. Lo considero un gesto di stima che non può non farmi piacere. Da parte mia c’è stata disponibilità all’ascolto ma mai nessun impegno — si legge — In ogni caso, non avrebbe potuto esserci alcun mio coinvolgimento sotto l’egida di schieramenti politici già costituiti, poiché da parte mia c’è sensibilità civile ma nessuna militanza di parte. L’impegno che mi è richiesto in azienda mi aveva condotto in ogni caso a valutare con molta prudenza l’eventualità di assumere altre iniziative oltre a quelle associative e all’interno del Museo del tessuto e del Pin: impegni che testimoniano già il mio attaccamento a Prato. Ho appreso della decisione di Roberto Cenni di candidarsi e gli ho espresso le mie congratulazioni: ritengo che l’impegno per la collettività da parte di un imprenditore sia un dato positivo, indipendentemente da valutazioni di tipo politico».

DI TUTT’ALTRO tono le dichiarazioni dei leader del centrodestra: «Sono profondamente soddisfatto — dice Maurizio Bettazzi, presidente provinciale di An — E’ la migliore opportunità che potevamo dare alla città per un cambiamento, adesso tocca a Prato dare una risposta e dimostrare che vuole davvero voltare pagina. Ora c’è un personaggio di grande spessore imprenditoriale e umano. Personalmente penso da dieci anni che Cenni potesse essere il candidato migliore». Per Giovanni Luchetti, coordinatore provinciale di Forza Italia, «Cenni è la scelta giusta per la città, una persona di valore e un candidato competitivo. Un candidato che può vincere al primo turno». Per Gianni Cenni, capogruppo di An in Comune, «questa candidatura garantisce quello che la politica non riusciva a dare». Claudio Morganti, numero uno regionale e provinciale della Lega, sottolinea invece il «lungo lavoro svolto fin da ottobre» e non può fare a meno di ricordare che «alla fine ha pagato la linea intransigente adottata fino in fondo sperando sempre in Cenni», con chiaro riferimento ai no su Milone e Cavicchi. Infine il deputato Pdl Riccardo Mazzoni: «Questo lungo mese e mezzo di trattative non è stato tempo perso. Cenni è l’espressione più alta della società civile: corriamo col numero uno, l’unico nome sul quale c’era una totale convergenza».
L.B.

Cenni candidato del centrodestra «Adesso Prato può cambiare»
L’imprenditore: «Vogliamo dare una possibilità a questa città»
di LEONARDO BIAGIOTTI
NI, NO, SÌ. Alla fine il Pdl è tornato al punto di partenza: Roberto Cenni, 57 anni, 3 figli, titolare della Sasch e presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Prato, è il candidato sindaco del centrodestra. La svolta è arrivata ieri mattina, quando Cenni ha incontrato i leader provinciali di Forza Italia e An dando la sua disponibilità alla candidatura. Una candidatura che riporta entusiasmo nel centrodestra e che finalmente mette d’accordo tutti, dalla Lega, che lo ha fortemente voluto tanto da mettere il veto anche sul presidente del Furpile Andrea Cavicchi, in pole fino all’altra sera, a Forza Italia e An, che si era opposta, ancora insieme alla Lega, all’idea Milone. Anzi, Cenni potrebbe anche convincere l’Udc a ritirare la candidatura Caverni.
L’unica nota negativa, ieri, è stato il mancato incontro fra Cenni e il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, che aveva accettato anche un caffè per ritardare la sua partenza per Livorno e conoscere l’imprenditore. Arrivando in piazza del Comune scortato quasi come una star, comunque, l’uomo nuovo del centrodestra ha lanciato i primi messaggi.
Cenni, perché ha cambiato idea?
«Perché non volevo che il mio no fosse disgregante per il centrodestra. Quando ho visto che non si trovavano soluzioni condivise, l’impossibilità di vedere coese le forze politiche, che altri candidati civici erano stati bruciati, allora ho deciso di impegnarmi».
Quando è maturata questa scelta?
«Non è una decisione del momento, ma c’è dietro una storia lunga che riguarda anche l’esito delle primarie, poi le consultazioni del centrodestra, le altre ipotesi emerse e soprattutto la grande manifestazione di sabato, che mi ha colpito».
Che effetto fa?
«Sono tranquillo perché ho dato la mia disponibilità, ma anche agitato per quello che mi aspetta. Così come ero angosciato prima per aver detto di no. Mi era costato e non è facile nemmeno ora».
Cosa può dare un imprenditore alla sua città, in un momento come questo?
«Non lo so quale può essere il mio valore aggiunto, so che questa candidatura vuole dare una possibilità alla città. E’ un momento di estrema difficoltà, dobbiamo fare sistema. Servirà il contributo di tutti. C’è da fare un lavoro lungo, Prato non è questa».
Starà più lontano dal suo gruppo?
«Qualcosa cambierà, vedremo come organizzarci. E’ un problema in più ma come ce ne sono tanti».
E la Fondazione?
«C’è incompatibilità, quindi lascerò la presidenza».
Qual è il suo primo progetto?
«Intanto pensiamo a formare la coalizione, vediamo chi è disposto a sostenermi. Il primo progetto è di non dire cose a vanvera. Ci vuole misura».
Cosa pensa di Carlesi, il candidato del centrosinistra? E’ temibile?
«La mia candidatura non è contro nessuno, ma, lo ripeto, per dare alla città una possibilità di cambiamento».
Qual è il suo miglior pregio?
«Diciamo che ho diverse qualità, anche se forse nessuna eccellente».
E il suo peggior difetto?
«Ne ho tanti, ma nessuno esagerato».

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