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La mer, la fin...

giovedì 10 luglio 2008

Base di Vicenza. Si va al referendum.

VICENZA
La base Dal Molin va al referendum
Il consiglio comunale approva la proposta della giunta di centrosinistra. La parola ai cittadini, a ottobreIl sindaco Variati (Pd) durissimo con Berlusconi, Prodi e il commissario di governo Costa.
di Orsola Casagrande

Alla fine è arrivato il sì che apre ufficialmente un conflitto istituzionale tra il comune di Vicenza e il governo.
Che si somma alla sospensiva del Tar e all'opposizione frontale dei no Dal Molin, di fronte alle quali Berlusconi e il commissario straordinario Costa fanno la faccia dura. Il consiglio comunale di Vicenza ha approvato nella tarda serata di ieri, a larga maggioranza, un ordine del giorno contrario al progetto di realizzazione della nuova base militare americana all'aeroporto Dal Molin e congiuntamente la delibera che indice la consultazione popolare sulla destinazione d'uso della stessa area.
Il sindaco Achille Variati ha così fatto quello che aveva promesso di fare in campagna elettorale. E' stato proprio il primo cittadino ad aprire il consiglio ripercorrendo con parole anche molto dure la storia del Dal Molin fin qui. Ce l'ha con la vecchia giunta, Variati, ma anche con il governo Prodi. «Hanno risposto alle interrogazioni parlamentari dicendo che nulla sembrava essere definitivo. E' responsabile questo? - si è chiesto Variati - No, è irresponsabile. E' stato responsabile da parte di Prodi quello che io e altri abbiamo chiamato editto di Bucarest? E' responsabile approfittare di una visita all'estero dicendo la base si farà, quasi a esprimere una forza che quel governo non aveva?».
E ancora, il sindaco si è chiesto se sia stato «responsabile da parte di quel governo non mandare mai a Vicenza nemmeno un sottosegretario dei tanti, non dico un ministro. A spiegare, a sentire una città che nel frattempo cominciava a muoversi. No, io dico, è stato irresponsabile». Il sindaco non ha risparmiato neppure Costa. «E' stato spedito un commissario di governo, l'onorevole Costa, al quale il governo Prodi non ha dato un potere di negoziato tra le parti dicendogli che l'obiettivo è realizzare al Dal Molin quello che il governo chiama allargamento della Ederle e che io chiamo, molto più propriamente, una nuova base. Non è stato responsabile. Il lavoro del commissario è stato quello di tentare di minimizzare gli impatti. La città chiede notizie che non vengono date, mai. Il dissenso, le manifestazioni, la grande manifestazione demonizzata equiparata a momento di violenza. Io c'ero, ho visto, so che gente c'era. Di Vicenza e non solo. Ma la Costituzione di fronte alle dichiarazioni dei ministri di allora non deve garantire anche il dissenso, o il dissenso va demonizzato?»Variati ha quindi sottolineato di aver «cercato documenti anche sulle cosiddette compensazioni. Non c'è nessuna sicurezza su nulla.
In questo pasticcio - ha detto ancora il sindaco - dove le vittime principali sono gli americani ai quali hanno detto tutti che va tutto bene e bene non va, e la nostra città. La responsabilità oggi è quella di non lasciare la città vittima, di non continuare in quella cappa di silenzio». Quindi Variati ha detto di aver parlato con «il governo che ha da salvaguardare una ragion di stato. Secondo me la ragion di stato deve sapersi coniugare con le ragioni della comunità. Sarebbe drammatico per la nostra libertà e democrazia se la ragion di stato fosse imposta con i manganelli». Il sindaco ha infine ricordato che «il consiglio di stato ha ritenuto di rinviare al 29 luglio pur con le pressioni che ritengo non siano state da poco. Credo che il pensiero della città si debba sentire, seppur in zona cesarini. Ecco, deriva da qui questa delibera». L'opposizione di centrodestra ha chiesto di sospendere la seduta ritenendo illegittima la delibera. Ma la richiesta è stata respinta e il consiglio, a volte teso, è proseguito. Il sindaco ha anche ricordato di aver posto un quorum «che non era richiesto, ma è per me segno di responsabilità. So che qualcuno avrebbe preferito non ci fosse. Ma dobbiamo capire se la città interpellata sull'idea di avviare il procedimento di acquisizione dell'area riterrà di interessarsi o di disinteressarsi». Applausi da parte dei consiglieri di maggioranza, ripresi dal presidente del consiglio che ha ammonito i suoi colleghi a esprimere il loro consenso soltanto con il voto. Voto che è giunto a tarda sera, dopo un dibattito dai toni anche molto accesi da parte dell'opposizione che non ha lesinato accuse (ma sembravano più che altro attacchi di rabbia) al sindaco e alla giunta. Fuori, in piazza dei Signori, centinaia di cittadini si sono ritrovati per assistere al consiglio, visto che in sala i posti erano limitati.
Il presidio permanente no Dal Molin aveva allestito dei maxischermi per poter dare a tutti la possibilità di partecipare.
da "Il Manifesto"

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