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La mer, la fin...

martedì 1 luglio 2008

No Tav. Accordo sì ma con giudizio.

Riportiamo un articolo de La Stampa; è un'intervista a Mario Virano, commissario di governo per la Tav. Dopo le dichiarazioni dei sindaci della Val di Susa, tendenti a sconfessare i toni trionfalistici e propagandistici dei giornali di ieri, Virano illustra chiaramente i termini dell'accordo, dando ragione ai primi cittadini.
Come dicono i valsusini, "sarà dùra", ma per il momento ci sembra piuttosto dura anche per quelli che volevano fare affari in tutta fretta, in barba alla popolazione e in spregio all'ambiente.
MV


"Grande risultato, ora tocca al governo rispettare le intese"
57 chilometri di tunnel e inizio dei lavori nel 2012,
parla il commissario straordinario
di MAURIZIO TROPEANO
Dall’ufficio del commissario del Governo, al primo piano di via Po, si vedono i monumenti di piazza Castello e i palazzi del potere: quello del governo regionale e la Prefettura.
Mario Virano li osserva e incrocia le dita mentre guarda con preoccupazione il diffondersi di toni trionfalistici e delle previsioni ottimistiche sull’apertura dei cantieri della Torino-Lione. Spiega: «Non è fatta. Abbiamo compiuto un bel passo avanti ma attenzione a non inciampare sul più bello. In questo momento è inutile fare propaganda ed è necessario evitare annunci affrettati».
Commissario Virano siamo al solito tira e molla?
«No. La politica dei piccoli passi, ma con grandi scarpe, ha permesso di superare ostacoli e di lasciare un’impronta significativa sulla strada indicata dall’Ue. In questo momento temo le forzature e le fughe in avanti perché così si rischia di far saltare tutto».
I sindaci affermano che non hanno dato il via libera ad alcun tracciato. E’ vero?
«Gli amministratori hanno ragione. L’accordo prevede che si possa avviare nei prossimi mesi la progettazione preliminare della linea che va dal confine di Stato fino a Settimo/Chivasso, tunnel compreso. Ma per arrivare a questo risultato è necessario che venga realizzato quel mix di proposte contenute nel Patto di Pra-Catinat. Da questo punto di vista sarà importante capire quale sarà l’esito del tavolo politico di Palazzo Chigi».
Che cosa si aspetta dal Governo?
«Che tenga in considerazione il fatto che la politica dei piccoli passi ha permesso di procedere veloci. Mi spiego: nel patto ci sono quattro punti concatenati. Il governo li approverà tutti? Oppure solo una parte? Se si sceglie la seconda strada l’accordo viene snaturato. Se si imbocca la prima è necessario rispettarne anche i tempi».
Cantieri addio, allora?
«L’Ue ha fissato nel 2012 l’anno di apertura dei cantieri della Torino-Lione non capisco perché si debba accelerare. Il patto prevede che siano scritte le regole per gestire le prossime tappe del nostro percorso. Servono garanzie per tutti, soprattutto per i sindaci».
E tra queste garanzie non è previsto un tracciato Tav?
«No. Il patto permette di far partire la progettazione. Nell’accordo sono stati fissati i criteri e circoscritto l’ambito in cui dovrà essere applicata. Non c’è un tracciato ma ci sono indicazioni precise su che cosa non dovrà essere fatto e i primi capisaldi su cui elaborare il progetto. C’è scritto anche che le infrastrutture che attraversano la valle restano quattro e non diventano 5».
Il tunnel quando sarà costruito?
«In questa fase l’Unione Europea ci chiede di fare il progetto. Ed è quello che potremo iniziare a fare se l’accordo sarà rispettato in tutte le sue condizioni. Solo quando ci sarà il progetto si potrà sapere quanto costa davvero e si potrà capire con ragionevole sicurezza come realizzare i lavori per fasi e lotti funzionali».
Tutto ok. Ma i lavori per il tunnel quando inizieranno?
«Per finire la progettazione ci vorranno due anni, due anni e mezzo da oggi. Per quella data noi sapremo quali politiche dei trasporti sono state avviate in Valsusa, se il servizio per i pendolari sarà migliorato, quanti Tir saranno stati tolti dalla strada e quale vero ruolo avranno giocato gli enti locali. Se queste cose non saranno realizzate avremo un progetto che rischierebbe di finire nel cassetto perché si riaprirebbe il conflitto».
Dunque arrivederci nel 2010?«E perché?
Il patto prevede che vengano messe in campo misure concrete. Può partire il servizio ferroviario metropolitano e aumentare l’attività dell’Autostrada ferroviaria, quella che carica sui treni i rimorchi. Fra due anni e mezzo il progetto sarà a punto e sarà possibile capire se quelle azioni hanno avuto un riscontro positivo sul territorio e si potrà decidere che cosa realizzare e quando realizzarlo. Sicuramente si lavorerà in tempi brevi sul nodo di Torino».
Commissario ma l’Ue non protesterà per questo allungamento dei tempi?
«Ieri ho parlato a lungo con Jan Brinkhorst, il coordinatore del corridoio 5 che mi ha sollecitato ad andare avanti con questo passo e mi ha consigliato di evitare di fare passi troppo lunghi e veloci per non cadere e ricominciare tutto dall’inizio».

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