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La mer, la fin...

venerdì 20 marzo 2009

Prato. Delusione per AnnoZero

Il nostro commento sulla trasmissione lo trovate qui...
MV

da la Nazione del 20/03/09
E alla fine la gente sbotta «Buffoni, buffoni...»

di MARIA LARDARA
DELUSI, scontenti, quasi nauseati da un dibattito che ha acceso molto i riflettori sul fenomeno cinese, poco sul dramma che stanno scontando sulla loro pelle i lavoratori e gli artigiani pratesi. Ieri sera la tensione dietro le quinte di “Annozero” andava crescendo con il passare dei minuti: il sorriso stampato inizialmente sui volti dei circa 300 pratesi che hanno assistito alla diretta dalla fabbrica di Cecchi, complice l’emozione di apparire in tv, si è trasformato in delusione, per l’inaspettata piega assunta dalla trasmissione. «Così passa il messaggio che la crisi del distretto sia solo colpa dei cinesi», fa notare Orlando Mari, operaio della Fintes.

PER NORA Toccafondi della Cgil, «con l’intervista all’autrice de ’L’assedio cinese’ si sapeva già dove andare a parare». Chi ha tentato di spezzare una lancia in favore dei cinesi, ma è incappato in un una brutta avventura, è Alessandro Moggi, già segretario della Fenici (il sindacato delle imprese cinesi). Plateale il suo ingresso nello stabilimento di via Arezzo, con tanto di sbattere di portone che ha richiamato l’attenzione del pubblico. «E’ stato un gesto involontario, volevo solo intervenire nel dibattito visto che avevo tempestato la redazione di Annozero con decine di mail», si è giustificato Moggi, che è stato subito accompagnato dalla Digos all’uscita dai cancelli. Non è piaciuta nemmeno la piega politica che ha assunto la trasmissione, con il battibecco tra Ferrero e Castelli ospiti in studio.

A SCUOTERE più volte la testa sono stati i rappresentanti degli industriali, da Lorenzo Guazzini a Riccardo Matteini: «Questa è demagogia, la verità è che i politici capiscano meno di noi dei nostri problemi». Significativi i cori che si sono levati dalla platea del pubblico contro i politici in trasmissione, a suon di “buffoni”. Infine una curiosità: il presidente della Provincia Massimo Logli (assente invece il sindaco Romagnoli) sulla sua pagina di Facebook ha indicato in “Porta a porta” la prossima tappa in tv del distretto.


da il Tirreno del 20/03/09

Applausi e gelo dietro le quinte alla S. Stefano
La copertina. L’operaio che ha aperto la puntata di Anno Zero è Orlando Mari da Paperino, operaio della Fintes (gruppo Fedora). A lui è andato l’onore della copertina, intervistato in piazza Duomo.
Il trucco. Un piccolo trucco di montaggio cinematografico, necessario per rendere meglio l’effetto in trasmissione. Il magazzino illuminato che Ruotolo ha fatto inquadrare uscendo dalla S. Stefano per far vedere che proprio lì di fronte c’era un capannone di cinesi al lavoro... non era cinese. Era un magazzino italiano. Il capannone cinese irregolare c’era davvero, ma qualche centinaio di metri più in là e non sarebbe stato possibile realizzare la sequenza a effetto. Insomma, un piccolo trucco a fin di bene.
La ditta artigiana. Gli operai intervistati erano al lavoro nell’azienda artigiana di Massimo Melani. Anche lui poi è intervenuto: è quello che ha detto di prendere i calmanti per dormire.
Il pianto in diretta. Le telecamere sono poi andate a casa di Graziano Bruno, dipendente in cassa integrazione della Tintoria Bernocchi. La moglie, che è scoppiata a piangere, si chiama Monica.
Applausi e gelo. Quando alla Fil un disoccupato dice: «qui ci prendono per il c...», grande applauso alla S. Stefano. Quando la moglie dell’operaio scoppia a piangere, nel capannone scende il gelo.
Incidente diplomatico. Cecchi non ha peli sulla lingua: «Ma quale made in Italy, ci sono aziende che vanno a produrre all’estero, in Tunisia». In prima fila strabuzza gli occhi Guazzini, presidente dei Giovani industriali. Che appunto produce in Tunisia e ha avuto un processo sulla questione del made in Italy...
Capannoni. Applausi anche a Santoro quando ha chiesto: «Ma qualcuno li avrà venduti quei capannoni ai cinesi».
Ferrero e gli industriali. Il timore degli industriali era che venisse fuori una puntata in cui si diceva che il problema del distretto erano i cinesi. Quando il segretario di Rifondazione, Ferrero, ha posto questa domanda e la giornalista Silvia Pieraccini ha risposto di no, c’è stato un sospiro di sollievo. I.R.

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