TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

domenica 31 agosto 2008

Politica. Dimmi chi erano i Verdi.

Marco Betti, assessore regionale dei Verdi, risponde all’articolo “Verdi fasulli Governo sordo” di G. Sartori, da noi pubblicato insieme alla risposta di Monica Frassoni. ( http://municipioverde.blogspot.com/2008/08/verdi-sartori-scopre-lecologia-e.html )
mv


Grazie Prof. Sartori.
Senza ironia.

Ci voleva un Suo autorevole intervento nell’impalpabile politica ferragostana per provare a riportare il dibattito delle idee su un binario di decenza intellettuale. Ci voleva e ha un grande merito: quello di avere riassunto mirabilmente in poche righe il tema centrale del Futuro. Non dei Verdi, né del nostro Paese, ma della nostra civiltà, probabilmente, della nostra specie. Lei ha rappresentato lucidamente una situazione assolutamente fuori controllo, nella quale i popoli e i loro governanti, vivono realtà virtuali e non la realtà. Popoli e governanti che si nutrono di un futuro in pillole, di una prospettiva non di secoli o di anni, ma di mesi, scandita, nelle democrazie più o meno “occidentali”, dalle scadenze elettorali e in Cina, presenza residuale del mondo del “socialismo reale”, dal bisogno di competere, sopra le righe, fuori da ogni contesto di compatibilità.
Lei ha richiamato correttamente a valutare altro. La drammatica evoluzione dei cambiamenti climatici e l’incapacità di opporvisi per gli egoismi nazionali e per i miserabili calcoli di bottega che ogni Paese fa. I grandi pensatori dell’800, da Smith a Marx non hanno pensato alla contraddizione delle contraddizioni, non hanno pensato all’esaurimento delle risorse. Altro che Venezia sott’acqua! Entrambi, Capitalismo e Comunismo, hanno guardato verso un futuro nel quale lo sfruttamento del “grembo opimo di Madre Terra” non frapponesse ostacoli al raggiungimento di un ideale equilibrio sociale e di progresso. Hanno guardato il futuro con leggerezza ed ottimismo, con l’avventata sicurezza del Positivismo. Entrambi hanno trattato la Natura con l’approccio dell’uomo delle caverne, la Natura nemica, da piegare alla volontà della specie dominante. Purtroppo oggi è ancora così. Ed è una questione squisitamente culturale e, di riflesso, politica. Che vuole che importi se il Presidente si chiama Berlusconi?! O il Ministro Prestigiacomo!? Non si può attribuire la colpa alla “sonnolenza” dei nostri governanti, siano essi di destra o di sinistra. E’ il modello culturale che è passato nella nostra società che è “il” problema. Quando il dibattito politico si blocca per mesi sul mezzo punto più o meno di pressione fiscale ogni speranza tramonta.
Per finire due parole sull’invettiva che riserva ai Verdi. Da essa a mio giudizio traspare una cocente delusione, la verifica che i Verdi, quelli italiani in particolare, non siano stati all’altezza del compito, che non abbiano avuto il profilo per affrontare l’impegno nella sua dimensione planetaria, che sia mancata forse la coerenza necessaria, che siano affondati nel day by day istituzionale, che le figure più rappresentative abbiano manifestato l’inadeguatezza ai valori tanto elevati di cui si facevano portatrici. E’ tutto vero Professore. Ma senza quei principi, senza l’impegno quotidiano di tutte quelle migliaia di donne e uomini che si sono dannati (inutilmente) per farli passare tra i nostri concittadini, oggi il dibattito si fermerebbe molto prima.
Ci pensi… ecologicamente s’intende.
Marco Betti

Massa, 16 Agosto 2008

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