TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

venerdì 8 agosto 2008

Toscana. Siamo a cavallo.


INFRASTRUTTURE : LE ALTRE VIE IN TOSCANA

Lupi: Il rinnovato interesse per il cavallo soprattutto legato al settore del turismo equestre apre una serie di interessanti prospettive per il territorio sia dal punto di vista turistico che agricolo e ambientale.

Firenze 8 agosto ‘08

TURISTICO
Si tratta di un processo che va attentamente seguito e indirizzato affinché possa porsi come elemento di sviluppo socio–economico strettamente legato alla qualità dell’ambiente.
Appare quindi cruciale elaborare e promuovere strategie di turismo durevole e non distruttivo in grado di rispettare e preservare a lungo termine le risorse ambientali, storiche e paesaggistiche del nostro territorio.

Il turismo a cavallo di lunga percorrenza ) può contribuire a sviluppare la cultura del territorio incentivando il cosiddetto turismo tematico di cui fanno parte le tradizioni popolari ed il folklore, l’artigianato, la ristorazione, il turismo enogastronomico. Per mezzo del turismo a cavallo infatti si possono rivitalizzare le microeconomie locali, si possono riscoprire antiche vie e valorizzare siti storici meno conosciuti, ma soprattutto, si può realizzare anche una forma di turismo destagionalizzato, in grado di garantire al territorio presenze costanti in modalità non distruttive, favorendo lo sviluppo di nuove iniziative occupazionali stabili e continuative.
Un discorso più specifico merita la fruizione e il controllo del contesto ambiente che si basa fondamentalmente sul sistema dei Parchi Naturali e delle Aree Protette e che costituisce di fatto l’ossatura del sistema ecoturistico. Esistono in Toscana zone nella quali questa nuova forma di turismo sostenibile potrebbe portare nuovi posti di lavoro nel rispetto dell’ambiente e nella valorizzazione e protezione del territorio, ma occorrono progetti regionali ( o possibilità di accesso insieme alla regione a quelli europei) che stimolino e incentivino la costruzione di infrastrutture( luoghi ove uomini e cavalli possano sostare la notte) senza le quali il turismo a cavallo si riduce nuovamente a un turismo mordi e fuggi.

AGRICOLO
Una corretta utilizzazione del cavallo prevede ovviamente la preservazione delle biodiversità equine presenti sul territorio sia in quanto preziosa risorsa genetica, sia perché selezionate da secoli per muoversi e lavorare in quel determinato ambito territoriale all’interno del quale sono state selezionate. L’allevamento delle razze autoctone, particolarmente versate per il turismo equestre, può quindi costituire una integrazione di reddito per gli agricoltori in quanto dal punto di vista zootecnico questi animali sono in grado di essere allevati in aree marginali utilizzando risorse che altrimenti andrebbero perse (Riforma PAC). Attestare l’allevamento su indici di produttività che si motivino secondo normali ragioni di impresa implica mettere in campo politiche comunicative che agiscano come nuove e più finalizzate stimolazioni di mercato. Occorre dunque immaginare una organizzazione dell’offerta che si articoli attraverso aste o manifestazioni anche locali incentrate sulla esistenza di queste razze, sulla divulgazione delle loro caratteristiche e sulla informazione dei luoghi e degli allevatori presso i quali se ne possano acquistare gli esemplari.

SANITARIO
Negli ultimi anni abbiamo visto crescere gli interventi di riabilitazione tecnica all’interno di setting ambulatoriali che si avvalgono dell’ausilio degli animali e in particolare attraverso l’interazione con il cavallo, sia nelle attività a terra, che durante la pratica equestre vera e propria. Introdurre il cavallo all’interno dell’equipe di medici, di psicologi e fisioterapisti che seguono la persona disabile significa farne un cooterapeuta, una sorta di mediatore emotivo tra il paziente e le persone che si prendono cura di lui. Impossibile elencare in questa sede le tante patologie che prevedono l’utilizzo di questo animale, e gli innumerevoli benefici che se ne possono trarre. Va però sottolineato come, dal punto di vista fisico, l’andare con il cavallo aiuti a sviluppare la sincronizzazione dei gesti, oltre a trasmettere, soprattutto per chi abbia difficoltà motorie, una enorme sensazione di libertà e di autonomia. Interagire e guidare un cavallo richiede un programma motorio e cognitivo, che al tempo stesso incentiva, capacità di equilibrio e orientamento. Il lavoro con il cavallo inserendosi in attività con finalità educative e abilitative necessita, tuttavia, di essere svolto da personale adeguatamente formato, in ambienti e strutture appositamente preparati e con l’ausilio di animali addestrati in modo specialistico allo scopo.
Di qui la necessità di pensare ad una attenta regolamentazione del settore , che preveda il sostegno ai centri di riabilitazione equestre o alle famiglie dei ragazzi che ne abbiano bisogno; lo sviluppo delle professionalità legate al disagio, ma anche iniziative culturali di studio e approfondimento delle tematiche inerenti la riabilitazione equestre.

BENESSERE ANIMALE
Molto sentito, soprattutto a livello giovanile il tema del benessere animale. Sarebbe importante incrementare gli studi di etologia, informare attraverso libri, articoli, corsi di formazione promuovendo la conoscenza del cavallo, dei suoi bisogni sia fisici che mentali anche e soprattutto nelle scuole valorizzando la positiva influenza che il cavallo può avere sullo sviluppo psico-pedagogico dei giovani .
Importante sarà anche presentare un progetto di legge che formuli, sulla base dei recenti studi di etologia, gli indirizzi base inerenti il benessere del cavallo per quanto riguarda i criteri da seguire nella scuderizzazione degli animali, nei tempi e nelle modalità del loro utilizzo e che affronti e promuova il delicatissimo tema di come offrire un adeguato ricovero ai cavalli a fine carriera.

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