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La mer, la fin...

domenica 17 agosto 2008

Verdi. Sartori scopre l'ecologia e Frassoni ringrazia.


Incredibile. Sul Corriere, il giorno di Ferragosto è uscito questo articolo di Sartori sull'ecologia e i Verdi.
Un tardivo interesse per l'ambiente ha colto l'anziano professore, ispiratore di grandi statisti del calibro di D'Alema.
Segue la risposta di Monica Frassoni, inviata ai giornali ieri. Ci piace la dolcezza e la pazienza con cui Monica affronta certi vecchi gufi nella notte della politica.
MV

Corriere della Sera 15.08.'08
Verdi fasulli governo sordo
di Giovanni Sartori

Verde è il colore emblematico della natura. Emperrocché chi si dichiara «verde» si dovrebbe occupare della natura. Ma i Verdi italiani sono anch’essi all’italiana. Sono una costola mal riuscita del ‘68 e sono restati alla «piccola natura» di quaranta anni fa.
Da allora la natura è diventata «grande» e ricomprende tutto l’ambiente nel quale viviamo e tutte le risorse che ci danno da vivere.
La differenza tra la natura in piccolo e la natura in grande è tanta che per designare la seconda usiamo la parola ecologia (e la nozione di ecosistema).

Ma i nostri Verdi all’ecologia non sono mai arrivati. Non sono nemmeno mai arrivati a combattere efficacemente gli incendi dolosi dei nostri boschi.

Il governo Berlusconi ha soppresso il ministero della Sanità e salvato il ministero dell’Ambiente. Chissà perché. Ma certo non perché il gran capo dia importanza all’ecologia. Come si ricava dal fatto che all’Ambiente ha insediato la leggiadra onorevole Prestigiacomo, che sinora non ha battuto colpo e che ha fatto notizia solo perché il suo è l’unico dicastero che sfida Brunetta e non riduce l’assenteismo. Il timore è, allora, che anche dal governo in carica di ecologia sentiremo parlare poco e fare ancora meno. Eppure la domanda che oramai si pone in tutto l’Occidente è: come va la salute della Terra?

Domanda alla quale quasi tutti (salvo i silenziosissimi italiani) rispondono: maluccio, e anzi ancor peggio del previsto.

Finora nelle previsioni dell’Ipcc (Intergovernmental panel on climatechange), una delle fonti più autorevoli sul cambiamento climatico, prevaleva, per così dire, l’ottimismo: da oggi al 2100 un aumento di temperatura di 2 gradi. Ma le ultime rilevazioni indicano un’accelerazione crescente nello scioglimento dei ghiacci del PoloNord che lascia prevedere un riscaldamento, davvero catastrofico, che potrebbe arrivare a sei gradi. La gente fa spallucce. Pensano che se avremo più caldo i nostri figli e nipoti lo combatteranno con l’aria condizionata e sopravviveranno lo stesso. Sbagliato.

Se nel 2100 fossimo 9 miliardi (come sembra che il Vaticano e chi raccomanda «più figli » si augurino), in tal caso mancherebbe l’energia per raffreddarsi.

E poi il punto non è questo. E’ che per il pianeta Terra già quattro gradi in più farebbero crescere il livello dei mari di 5metri (addio Venezia), creerebbero enormi zone desertificate nelle fasce che sono oggi di clima temperato (Italia inclusa), falcerebberola vita animale e vegetale (e addio anche alla foresta Amazzonica).

E’ esatto parlare di catastrofe? Per un’anima sensibile, sì. Eppure i nostri governanti — tutti — dormono della grossa. Se la cavano —irresponsabilmente— con il vile argomento che l’ecologia non interessa. Certo, anche l’acqua non interessa finché c’è; anche l’aria non interessa finché è respirabile; e anche le carestie non interessano finché non ci ammazzano. Rispetto agli accordi di Kyoto eravamo tenuti a ridurre le nostre emissioni di gas serra del 6,5%; invece le abbiamo aumentate del 13%. Che fare? Svegliarsi.

Per una volta i cittadini siano migliori dei loro governi.





Risposta dell'europarlamentare verde Monica Frassoni.


“Verdi fasulli governo sordo” è il titolo dell’editoriale di prima pagina del Corriere di ferragosto. A firma del professor Giovanni Sartori. I problemi ambientali che ci troviamo ad affrontare sono talmente enormi che per la loro soluzione abbiamo bisogno del concorso di tutte e tutti, e quindi anche del professor Sartori al quale va, prima di tutto, un grazie per la sua presa di coscienza ambientalista. Alcune delle sue affermazioni sono però da correggere e da integrare.

1. “La domanda che oramai si pone in tutto l’Occidente è come va la salute della Terra ?…”: non solo in Occidente ¬- la domanda è inevitabilmente posta a livello globale. E i verdi - anche quelli italiani, senza la cui azione dalla metà degli anni ottanta, quando sono stati fondati, il professor Sartori non avrebbe potuto scrivere il suo editoriale - lavorano in 88 paesi contribuendo al risanamento della Terra in tutti i continenti.

2. Il professore accusa noi verdi italiani di inefficacia, i governi che si sono succeduti di “dormire alla grossa” rispetto alle tematiche ecologiche, il Vaticano di irresponsabilità rispetto alla crescita demografica. Stupisce il silenzio sui ritardi e le furbizie del mondo economico nazionale rispetto ai temi ambientali: in sempre più paesi le confindustriale nazionali investono in tecnologie ambientali ed hanno capito che il risanamento e la tutela ambientale forniscono anche occasioni di reddito. La complementarietà che i verdi auspicano da anni fra economia ed ecologia. In Germania nel 2012 ci sarà il sorpasso del numero di addetti nei settori industriali legati alla salvaguardia dell’ambiente rispetto alla somma di quelli meccanico ed automobilistico. Con il risultato che anche in questo settore le industria tedesche sono leader nel mondo. In Italia ? Le deludenti ed obsolete prese di posizione della Presidente Marcegaglia con le litanie sui miti dello “sviluppo” e della “crescita”, ovvero maggiore consumo di territorio e distruzione ambientale senza ricadute su occupazione né miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

3. L’accusa ai verdi italiani di non essere mai arrivati all’ecologia, fermi alla “piccola natura di quaranta anni fa”. Il professore è male informato: oltre alla presa di coscienza sull’importanza dell’ambiente da parte di fasce sempre più ampie di cittadini italiani e dei media, se avesse la pazienza di andare a vedere i risultati ottenuti dai parlamentari verdi, nazionali e regionali, negli ultimi vent’anni vedrebbe che le sue critiche ai verdi italiani sono parziali: le prime leggi in materia di risparmio energetico ed incentivi alle fonte energetiche rinnovabili risalgono alla X legislatura, su proposta dei verdi. Lo stesso in materia di parchi, aziende a rischio di incidente rilevante, tutela dei suoli, solo per ricordarne alcune.

“Che fare ? Svegliarsi. Per una volta i cittadini siano migliori dei loro governi” è la ricetta del professore. Giusto, tutte e tutti insieme, senza bisogno di anatemi.


Monica Frassoni

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