TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 29 ottobre 2008

Montemurlo. Per chi lavorano i cinesi?

La notiza del "blitz" in un mobilificio gestito da cittadini cinesi - che presentava una serie di irregolarità legate alla realizzazione all'interno del capannone di alloggi per i lavoratori - incuriosisce per le parti che evidenziamo in verde: come si sono accorti che tutto sarebbe stato posto sotto sequestro, i titolari dell'azienda hanno chiamato il committente... una "grossa ditta quarratina".
Un vero peccato non saperne il nome, ed un vero peccato che il giornalista non l'abbia fatto: non si sarebbe trattato di calunnia, ma di semplice cronaca.
E l'episodio dovrebbe far riflettere molti: i riflettori sono sempre sull'ultima ruota del carro (i cinesi, appunto), ma chi sono i committenti? chi gli rivende le materie prime? In quale filiera reale sono inseriti?
Se la stampa e la politica si occupassero un po' più di questo aspetto, e cercassero di andare a fondo, molto probabilmente ci troveremmo di fronte a grossissime sorprese...
E forse inizieremmo a guardare con occhi diversi tante cose...
MV

da il Tirreno del 29/10/08
Blitz dei vigili urbani in un capannone gestito da cinesi

Messi in salvo prima del sequestro 50 divani realizzati per un mobilificio quarratino



QUARRATA. Quando, dopo il blitz della polizia municipale, hanno capito che per la loro azienda sarebbe scattato il sequestro, la prima cosa a cui hanno pensato è stato mettere “in salvo” i cinquanta divani commissionati loro da una grossa ditta quarratina e già pronti per la consegna. Una telefonata, e sul posto, nella zona industriale di Oste di Montemurlo, sono arrivati cinque tir e, in quattro e quattr’otto i divani hanno preso la via di Quarrata.

E’ stato durante il servizio serale e notturno di lunedì che la polizia municipale di Montemurlo ha effettuato un sopralluogo in un capannone di 1200 metri quadri nella zona industriale, in località Santorezzo. La ditta, condotta da cittadini di nazionalità cinese, all’interno del capannone aveva realizzato vari vani destinati all’alloggio degli operai (ci lavoravano almeno 12 persone e c’erano circa una quindicina di posti letto) e una cucina che versava in condizioni igieniche inimmaginabili, con rifiuti e cibi avanzati sparsi dappertutto.
E’ perciò scattato immediatamente il sequestro dell’immobile con l’accusa di ristrutturazione edilizia con modifica della destinazione d’uso da produttiva ad abitativa. Gli agenti della polizia municipale hanno anche sottoposto a sequestro amministrativo 20 macchinari taglia a cuci, e contestato ai titolari le violazioni al regolamento comunale e sulla agibilità dei locali.
«Il controllo è scattato a seguito di un esposto rivolto al nostro ufficio per questioni di polizia edilizia - spiegano dal comando - Sono diverse le segnalazioni che raccogliamo (anche grazie al servizio di prossimità sul territorio) e riguardano svariati aspetti di polizia locale. Quello di ieri è il 22º intervento dall’inizio dell’anno».
Come detto, il particolare curioso che ha reso la vicenda piuttosto singolare è che una volta intuito che sarebbero scattati i sigilli, i proprietari hanno immediatamente chiamato il grosso mobilificio di Quarrata per cui avevano realizzato 50 divani. Nel giro di poco tempo sono arrivati cinque grossi tir e una squadra di facchini.

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