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La mer, la fin...

sabato 25 ottobre 2008

Toscana. Rifiuti: la rivoluzione del porta a porta

Prima o poi se ne accorgerà qualcuno anche da noi ... e quel giorno si vanteranno dei risultati raggiunti, dei grandi sforzi, e chi più ne ha più ne metta... Guardate ASM con Vaiano!
Si guarderanno ovviamente dal ricordare le resistenze che hanno opposto al cambiamento...
MV

da il Tirreno del 25/10/08
Pisa e Pistoia, due test decisivi

Raccolta porta a porta: una rivoluzione scuote tutta la regione

Nella città della Torre l’addio al cassonetto riguarderà 12mila abitanti. A novembre parte Cecina, seguirà Pietrasanta
CARLO BARTOLI

FIRENZE. Non solo Capannori e Montespertoli. In queste settimane un po’ in tutta la Toscana si stanno avviando o sono già partiti dei progetti per estendere la raccolta porta a porta dei rifiuti. Spariranno i cassonetti, spesso vecchi e maleodoranti, non ci saranno più i vecchi autocompattatori a sferragliare per le strade, ma in compenso nasceranno altri problemi. La rivoluzione, comunque è avviata, e coinvolgerà un numero sempre maggiore di famiglie e di esercizi commerciali.
Il porta a porta, del resto, è una scelta praticamente obbligata, visto che è l’unico modo per cercare di rispettare gli obiettivi fissati per legge che impongono di raggiungere entro il 2012 una percentuale di raccolta differenziata del 55%, un livello superiore perfino a quello della Germania.
La sperimentazione più avanzata è in corso da tempo a Montespertoli e a Capannori. Nel comune dell’Empolese, l’ammontare della bolletta dei rifiuti viene determinato dalla quantità di rifiuti indifferenziati che ogni famiglia produce. Mentre carta, multimateriale e organico vengono raccolti gratuitamente, la quantità di tal-quale che si smaltisce, e che con la raccolta porta a porta diminuisce enormemente, viene conteggiata e concorre a determinare, accanto ai costi fissi, l’importo della Tarsu. A Capannori, dove già più di 25mila cittadini sono passati al nuovo sistema di raccolta, dal primo dicembre si estenderà il porta a porta ad altri 10mila abitanti dell’area nord-ovest del comune. Ora che le due esperienze battistrada hanno dimostrato che, dopo le prime titubanze, il porta a porta funziona, almeno nei centri piccoli e medi, si muove Cecina, che a novembre partirà con 1.300 famiglie nella zona di Palazzi, poi, pochi giorni più tardi, sarà la volta di Pietrasanta, Orentano, Donoratico, Montecarlo e via dicendo. A Pietrasanta, l’assessore Giovannetti si è detto stupito dell’entusiasmo con cui i cittadini hanno partecipato alle assemblee informative organizzate per lanciare il progetto, mentre a Vaiano, dove la sperimentazione è partita da tre mesi, la raccolta differenziata è schizzata da 34 al 73%, tanto che l’Asm pensa di estendere il porta a porta a Carmignano e al centro di Prato. Nel circondario empolese, dopo Montespertoli, dove si recupera l’85% dei rifiuti, a primavera sarà la volta di Vinci, Montelupo e Fucecchio.
I Comuni medi e piccoli, insomma, si muovono con decisione, ma un test importante arriverà dal prossimo avvio del nuovo tipo di raccolta a Pistoia, dove si parte con 1.800 famiglie e 100 negozi e a Pisa dove, tra Ospedaletto, Putignano e Riglione, l’innovazione coinvolgerà 12mila abitanti.
Proprio Pistoia, Pisa ed Empoli saranno dei test decisivi per capire l’esportabilità del servizio nei grandi centri toscani; sarà interessante soprattutto l’esperienza pisana, dopo il fallimento di un precedente esperimento. «In queste realtà - spiega Paolo Regini, coordinatore del settore per la Cispel - avremo qualche difficoltà in più. Soprattutto a Pisa, dove c’è una grande presenza di studenti universitari, il rapporto con l’utenza è più complicato. Per un fuorisede non è sempre facile rispettare il calendario della raccolta».
In effetti, per garantire il successo del porta a porta è indispensabile una grande partecipazione da parte della cittadinanza, tenuta a rispettare i giorni e gli orari di raccolta. In generale, infatti, questo sistema prevede la distribuzione di quattro raccoglitori per il multimateriale (blu), carta (giallo), organico (verde) e indifferenziato (grigio) che hanno una cadenza di raccolta settimanale o mensile prefissata e chi non può rispettare il calendario deve recarsi alle isole ecologiche del proprio comune dove può portare i propri rifiuti. Basta poco per inceppare il meccanismo e creare una situazione di degrado, tanto che a Porto Santo Stefano, ad esempio, il Comune ha fatto marcia indietro. L’altro problema del porta a porta è costituito dai costi per l’utente che, spiega Regini, in media aumentano del 25%. «Passando dalla raccolta automatica a quella manuale - spiega - il costo del personale si impenna. A Montespertoli, ad esempio, gli addetti sono passati da 6 a 16 anche se questo aumento viene mitigato dalla riduzione degli investimenti per i cassonetti, per i grandi autocompattatori e dalla diminuzione dei rifiuti mandati in discarica».

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