TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 28 ottobre 2008

Scuola. Dalle Alpi alla Sicilia: fermatevi!

Da il Manifesto 26.10.'08
Scuola, tre giorni di fuoco per fermare la riforma
Mercoledì il voto, tra proteste e cortei. E giovedì lo sciopero

Andrea Gangemi


ROMA
È partito il countdown per il decreto Gelmini. Martedì prossimo verranno messi ai voti i 250 emendamenti presentati dall'opposizione, ma è molto probabile che il fronte compatto della maggioranza non ne faccia passare neanche uno. E che stavolta non abbia bisogno di ricorrere alla fiducia quando, mercoledì 29 alle 10 del mattino, l'aula di Palazo Madama esprimerà l'ultimo voto. Giusto il giorno prima dello sciopero generale indetto da Flc-Cgil, Cisl e Uil, e a due giorni dalla data di scadenza del decreto legge che istituisce il maestro unico. E se la maggioranza parlamentare, sorda ad ogni richiesta, si avvia spedita a convertire in legge uno dei provvedimenti più impopolari degli ultimi decenni, anche dal mondo dell'istruzione non giunge il benché minimo segno di resa. Oggi a Roma i docenti e gli studenti del dipartimento di Fisica occupato della Sapienza hanno invitato insegnanti e genitori delle elementari per approfondire insieme gli effetti della «riforma Gelmini», e intrattenere i bambini con esperimenti scientifici. Per domani è prevista un'altra giornata di cortei studenteschi in tutto il Paese, e in molti istituti potrebbero scattare nuove occupazioni. Martedì comincerà invece con un presidio davanti al ministero dell'Istruzione, quando l'associazione Retescuole consegnerà alla ministra circa 32mila firme raccolte contro il decreto nei suoi due mesi di vita. A convocare l'adunata pomeridiana davanti al Senato, in coincidenza con l'inizio dei voti, ci hanno pensato i Cobas. «Sarà davvero il 28 ottobre "sotto l'egìda" della sgrammaticata avvocata bresciana? - si chiede il portavoce nazionale Piero Bernocchi - La violenta dichiarazione di guerra di Berlusconi contro il popolo della scuola pubblica, gli studenti e tutti/e coloro che si oppongono alla legge 133 e al decreto Gelmini - aggiunge - non ha minimamente rallentato l'espansione del movimento di lotta, anzi l'ha potenziato». Una veglia notturna «dalle Alpi alla Sicilia» per illuminare la notte della vigilia con fiaccolate e una scritta luminosa - «Fermatevi» -, da comporre nelle piazze con candele e lumini, è stata lanciata dall'assemblea genitori e insegnanti delle scuole bolognesi, già promotrice di una «notte bianca della scuola». Mercoledì mattina, l'ultimo immancabile presidio su Palazzo Madama. «Sarà autoconvocato, non c'è stato neanche bisogno di discuterne» dice Simonetta Salacone, battagliera direttrice didattica della scuola «Iqbal Masih» di Centocelle, a Roma, focolaio della protesta estesasi poi su scala nazionale. «E a dimostrare che per noi non è affatto la fine - aggiunge - i coordinamenti cittadini delle scuole si riunirano lo stesso pomeriggio per organizzare nuove iniziative». Già l'indomani «una grande "ola" passerà per Roma». Forse, viste quelle delle ultime settimane, rischia di sbilanciarsi un po', ma Mimmo Pantaleo, leader della Flc-Cgil, parla della «più grande manifestazione per la scuola che la nostra memoria ricordi. Quasi 1.000 pullman, 5 treni speciali, tanti arrivi spontanei da ogni parte d'Italia - dice il sindacalista - faranno confluire in piazza della Repubblica centinaia di migliaia di persone che sfileranno per chiedere il ritiro dei provvedimenti del governo e l'apertura di un confronto». E un accenno a smorzare il pugno duro agitato questa settimana da Berlusconi sui manifestanti è giunto dal capo della polizia Antonio Manganelli: «Siamo chiamati a garantire i diritti di tutti, sia nell'esprimere il dissenso che il consenso - ha detto - anche se non sono giustificabili né i blocchi stradali o ferroviari, né, tantomeno, forme di violenza».

Nessun commento: