TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 25 ottobre 2008

Prato verso le amministrative. P(artito) D(ecrepito)

Da una parte l'assessore - Gregori -che tenta di pararsi (vorremmo anche vedere...). Dall'altra Gestri che sostiene la decapitazione, ovviamente sperando di salvare la sua, di teste...
Uno spettacolo deprimente, con i soliti attori...
MV

da il Tirreno del 25/10/08
Gestri: «Nessun complotto Margherita»

All’assise del Pd, Gregori tenta la strada della riappacificazione
PRATO. Avanti in ordine sparso. Ancora una volta. Lo “sfogatoio” Pd continua - quarta riunione, la quinta martedì, luogo da definire - e continuano a mergere anime diverse. Inconciliabili? Si vedrà. E’ toccato a Lamberto Gestri, segretario Margherita fino all’unificazione, l’intervento più duro. All’assessore Giuseppe Gregori quello della riappacificazione almeno tentata.
Gregori ha detto subito come la pensava: «Era meglio continuare nel solco Romagnoli-Logli puttosto che provocare questo choc». Ha rivendicato le buone cose fatte sul fronte della scuola e del sociale, ma ha anche detto - in sostanza - «bisogna andare avanti». Questa la direzione: «Non sarà facile ricomporre le spaccature col “volemose bene”, probabilmente a Prato sarà necessaria una conta (le primarie ndr) ma per essere più uniti dopo». Anche l’assessore con delega alla scuola e al centro storico è entrate nel merito dei problemi: «Per accompagnare Prato - ha detto - verso una nuova identità fatta di terziario avanzato, di servizi, di logistica, di arte e turismo. Se prima la città aveva un solo motore, il tessile, domani ne dovrà avere molti di più». «Per fare tutto questo - ha proseguito - visto che non vedo in giro né Giorgio Vestri né Giorgio la Pira, bisogna supplire col gioco di squadra e imparare a lavorare assieme: quando si fa una proposta, cioè, è quella di tutti, e quando uno viene attaccato tutti lo difendono». Molti gli interventi critici verso la scelta di decapitare i vertici amministrativi della città, molti i toni sconforati. Ai quali ha risposto per le rime Lamberto Gestri. Apprezzato per lo sforzo di chiarezza. «Cosa ci vuole ancora perchè capiate la difficoltà della situazione»? - ha attaccato. In sostanza Gestri ha sgombrato il campo da quelle voci, numerose per la verità, che sostengono che la decapitazione di Romagnoli e di Logli sia stata una manovra ordita dagli ex Margherita. E ha chiesto se non fosse più lineare «pensare invece che l’insoddisfazione c’era e era generalizzata. Se non credete a noi - ha proseguito - dovete credere però a Martini e Manciulli (i vertici del partito che hanno consigliato a Romagnoli di fare un passo indietro ndr)». Anche Gestri, così come Giacomelli, è ripartito dal 2004, «quando non si sono volute le primarie» delineandolo come problema non risolto. Ma ha dato una lettura ulteriore. Inserendo quelle dinamiche all’interno di una guerra tra i Ds (Panerati e Benigni si erano proposti dopo l’esclusione della coppia Giacomelli-Del Vecchio ndr) che ha poi portato alla scelta di un nome esterno, appunto Romagnoli. A sostegno della linea Gestri, soprattutto sul punto riguardante l’insoddisfazione, anche un ex Ds, l’ex tesoriere Fabrizio Braschi. La riunione dell’assemblea è stata aggiornata a martedì per le conclusioni che spetteranno alla segretaria Benedetta Squittieri.
C.O.

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