TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

venerdì 26 dicembre 2008

Biografie. Salvatore Ligresti.

Ligresti Salvatore.
Condannato a due anni e quattro mesi per le tangenti ENI-SAI (corruzione), ha patteggiato altri quarantacinque giorni di pena per le mazzette della Metropolitana milanese (corruzione); ora è il Presidente della Fondiaria Sai Assicurazioni e siede nei patti di sindacato della Rizzoli-Corriere della Sera, di Capitalia e di Mediobanca e fa affari d'oro con giunte di destra e di sinistra.
(da Mani Sporche, di Barbacetto-Gomez-Travaglio; ed.Chiarelettere 2008)
Seguono due articoli del 2005 che, fra le altre cose mettono in relazione Ligresti e Fusi.
mv
Il grande rientro di Ligresti, da solo, nel mattone
Repubblica — 17 ottobre 2005 pagina 41 sezione: AFFARI FINANZA

L'appetito vien mangiando. Salvatore Ligresti, tornato alla grande nel mattone tramite la Progestim, il "braccio" immobiliare di FonSai, sta per riprendere anche l' attività di sviluppo in proprio, tramite alcune società direttamente controllate dalla famiglia. Ligresti ha varie proprietà immobiliari sparse per il territorio nazionale, dove sono in corso dei progetti di valorizzazione che ancora non hanno avuto il beneplacito delle autorità e che quindi non sono per il momento pubblicizzate. Ma la notizia sarà presto ufficiale: Ligresti sta per rientrare nel mercato immobiliare anche da solo. Per l' ingegnere si tratta davvero di un' ulteriore rivincita rispetto alla disfatta degli anni Novanta, quando fu costretto a cedere alle banche la maggior parte delle sue attività immobiliari. Nei momenti più bui di Tangentopoli, e pressato dai debiti, Ligresti tutto avrebbe immaginato salvo che un decennio dopo il suo impero immobiliare si sarebbe a poco a poco ricostituito. In forma diversa, certo, ma di nuovo sotto la sua egida. Entro fine novembre Ligresti avrà anche la soddisfazione di veder rientrare in FondiariaSai gli immobili finiti alle banche, quelli che era stato costretto a scorporare per darli in pegno agli istituti in cambio dei prestiti che non riusciva più a onorare. Immobiliare Lombarda, il veicolo creato dalle banche per contenere questi immobili, si fonderà con Progestim del gruppo FonSai. Dopo l' aumento di capitale già deliberato e ad essa riservato per 65 milioni di euro e la trasformazione dei 128 milioni di crediti delle banche in capitale, FonSai avrà il 57 per cento della nuova società, contro il 9 ciascuno di Banca Intesa e Unicredito e il 3,5 di Capitalia. La nuova società, che si chiamerà Immobiliare Lombarda e che sarà già quotata, avrà in pancia circa 800 milioni di immobili (300 da Progestim e 500 dalla vecchia impresa controllata dalle banche), più una liquidità di 110 milioni di euro. Fino a questo momento Ligresti era tornato al suo primo amore, l' immobiliare, in punta di piedi ma con operazioni di grande visibilità. Lo strumento con cui l' ingegnere aveva ripreso a muoversi nel mattone era la Progestim, a capo della quale c' è il fidato Antonio Talarico, da ben 42 anni al suo servizio. Il gruppo controllato da Ligresti è entrato con decisione in molte operazioni a partire dal 2004. Ad esempio, FonSai è nella cordata Citylife insieme a Generali e Ras, con quote paritetiche del 26 per cento ciascuna, e alla società di costruzione romana Lamaro di Pierluigi Toti per la restante quota. La cordata ha vinto la gara per la riqualificazione dell' ex Fiera di Milano. Si tratta di uno dei più importanti interventi di riqualificazione urbana d' Italia. Sempre a Milano c' è l' accordo con i texani di Hines, società immobiliare di livello internazionale, per costruire la Città della Moda, un avveniristico sito di uffici, abitazioni, scuola e museo. Qui la partecipazione di Progestim è soltanto finanziaria, perché l' operatività è tutta di Hines. La Progestim, inoltre, partecipa alla società creata insieme a Lamaro (Toti è un alleato ricorrente di Ligresti), Marchini, Fimit e Maire Engineering (la ex Fiat Engineering acquisita dall' imprenditore Fabrizio Di Amato). Ciascuno di questi soggetti ha il 19 per cento della società, a cui si deve aggiungere il 5 detenuto da Angela Armellini. La società detiene a sua volta il 50 per cento della Torre Alfieri (così è stata ribattezzata l' area delle ex torri delle Finanze a Roma Eur), mentre il restante 50 è della Fintecna guidata da Vincenzo Cappiello. Il closing dell' operazione è del 3 ottobre scorso e l' incarico di progettazione è stato affidato all' architetto Renzo Piano. La società controllata da FonSai ha inoltre vinto la gara, insieme ad altri soci, per l' acquisto del 50 per cento dell' ex Ente tabacchi di Firenze (un' area centrale ai margini delle Cascine), mentre l' altro 50 fa capo come al solito a Fintecna, il braccio immobiliare del Tesoro. Come si vede, per molte grandi operazioni guidate da Fintecna lo schema è sempre lo stesso: la società pubblica si trattiene la proprietà di metà dell' immobile e lascia l' altra metà ai privati.
In questo caso i soci di Progestim sono la Baldassini & Tognozzi, controllata dalla famiglia Fusi, e la coop Cc Etruria. Il progetto di riqualificazione urbana è di Pier Luigi Nervi. Il prossimo 18 ottobre alle ore 18, inoltre, ci sarà la consegna dell' offerta vincolante definitiva per la riqualificazione della Spina 3 (accanto al Villaggio Olimpico) a Torino. Si tratta di un' area di 113 mila mq di residenziale, commerciale e terziario. Qui Ligresti è in società con Pozzoli & Pulker, Rosso e Maire. Come al solito la Fintecna, tramite Cimi Montubi, resterà proprietaria al 50 per cento. Come si vede, sono tutte attività immobiliari di grande rilievo. Però non impegnano troppo le finanze della compagnia assicurativa di Ligresti. La proprietà di questi asset fa infatti capo alla compagnia solo per una piccola quota, coperta peraltro da finanziamento bancario per il 70 per cento (lo stesso finanziamento è previsto anche per la successiva attività di costruzione). Ligresti, che controlla FonSai, si appassiona soltanto alle vicende immobiliari di Progestim, e le segue direttamente tramite Talarico. Ma, rispetto al passato, Ligresti non è più il padrone assoluto. Ogni operazione immobiliare viene attentamente vagliata dall' autorevole amministratore delegato, Fausto Marchionni, e deve passare sul tavolo del Consiglio d' amministrazione. Ligresti si è dunque rassegnato a giocare un ruolo più defilato, non è più il leone di un tempo. Ma, appunto, l' appetito vien mangiando. E così sta preparando il suo ritorno personale alla grande. Visto che l' attività di sviluppo immobiliare è enormemente cresciuta in questi anni, agevolata da amministrazioni locali non più ostili come un tempo ai grandi progetti urbanistici. E visto che questa è, fra le attività immobiliari, proprio quella dove si guadagna di più, l' ingegnere ha deciso il grande rientro. -
ADRIANO BONAFEDE
Firenze Castello: Il Piano Fondiaria, gli affari di Salvatore Ligresti e gli interessi della città
Firenze, giugno 2005
Mentre cresce la sensibilità civica per i problemi ambientali e per la salvaguardia del paesaggio e dei beni culturali (come ben dimostra la vicenda del parcheggio della Fortezza da Basso), e mentre l’operazione “Nuovo Piano Strutturale” di Firenze è stata presentata dall’Amministrazione Comunale come un’occasione innovativa di pianificazione partecipata e condivisa atta a porre fine alla strisciante e disordinata politica edilizia che negli ultimi decenni ha prodotto il consumo di tanto territorio e ha aggravato in modo irreparabile le condizioni di vivibilità della città, le Associazioni Amici della Terra, Firenze Viva, Italia Nostra, Legambiente e WWF denunciano la stridente contraddizione relativa all’episodio di “urbanistica contrattata” pilotata “dall’esterno” concernente la convenzione sull’area di Castello stipulata tra il Comune di Firenze e Fondiaria-Sai.
Dopo la realizzazione del Piano ex Fiat di Novoli è così riemersa un’altra pesante propensione per i nuovi “grandi interventi” urbanistici portatori di rinnovati squilibri nel corpo già così martoriato di Firenze e più in generale della cosiddetta “Città della Piana”, che soffrono di infrastrutture di comunicazione e di sistemi di trasporto pubblici del tutto inadeguati a garantire una mobilità fluida o almeno accettabile, di condizioni di inquinamento atmosferico e acustico, di rischio idrogeologico particolarmente preoccupanti.

Il Piano urbanistico esecutivo di Castello si tradurrà in una speculazione privata senza precedenti, a tutto svantaggio degli interessi della città e della qualità della vita dei suoi cittadini, comportando l’ulteriore dilatazione urbana a macchia d’olio a nord-ovest (premessa alla creazione di un ininterrotto e informe agglomerato tra Firenze e Prato, una vera e propria metàstasi), con la drastica riduzione di una delle ultime aree verdi, agricole e inedificate. Un’area strategica di pregio paesistico-ambientale dai delicati e instabili equilibri, posta a ridosso delle grandi ville medicee e del futuro Parco della Collina, che certe voci interessate sono solite presentare, con vera mistificazione, come in abbandono e in degrado, e quindi meritevole di essere “recuperata”, “riqualificata” e “valorizzata” ovviamente a cemento, anziché essere organizzata in un grande polmone verde a servizio dell’area metropolitana quale il da sempre invocato Parco della Piana…
Di fatto, il Piano di Castello lascia mani libere all’iniziativa del capitale privato del colosso finanziario Fondiaria-Sai che, è bene ricordarlo, nei primi anni ’80, provvide ad acquistare 168 ettari di terreni vincolati a verde dal piano regolatore vigente per perseguire (oggi si deve riconoscere con autentica lungimiranza) un’operazione funzionale a enormi rendite assolute e di posizione. E’ certo che, con l’accordo in questione, l’impresa assicurativa realizzerà un affare colossale dall’investimento di oltre un miliardo di euro enunciato dall’ingegnere Salvatore Ligresti: un profitto calcolato (dal Presidente dell’impresa Baldassini & Tognozzi Riccardo Fusi) almeno nel “25 per cento di utile sulla carta”.
I cittadini sono in grado di valutare l’impatto sul territorio della pesantissima cementificazione in progetto (abnormi edificazioni che porteranno alla nascita di un nuovo quartiere con un parco residuale “a pagamento”, stretto tra l’aeroporto e le autostrade e la ferrovia, con uffici pubblici e privati, negozi, due alberghi, strade, piazze, scuole, impianti sportivi, il tutto per un milione e quattrocentomila metri cubi con nuovi parcheggi per 4000 auto e 1500 alloggi, non si sa bene a chi dedicati, visti i prezzi attuali del mercato e il “calo consistente delle richieste” lamentato dal sopra ricordato Presidente Fusi….), anche in termini di appesantimento del traffico, per la risoluzione del quale problema ci si affida, con colpevole superficialità, a provvedimenti quali la costruzione della futuribile linea tranviaria n. 2 e di una nuova strada di accesso tra la Mezzana Perfetti Ricasoli e il Viale XI Agosto, infrastrutture che non potranno non rivelarsi autentici palliativi.
Tra le conseguenze negative di tale colossale operazione non è poi da tacere l’impoverimento ulteriore del centro storico che verrebbe a perdere (dopo una buona fetta di Università, il Tribunale e la scuola dei carabinieri) altre funzioni pregiate di tipo amministrativo come, a quanto pare, la sede della Provincia di Firenze.
AntonellaR
(da Italia Nostra; Firenze)

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